Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
“E’ arivato l’arotinooo! S’affila forbici e curtelliii!”
Con queste parole uno scalcinato sudicio uomo andava di paese in paese con una bicicletta una mola un banco da lavoro un barattolo d’acqua, tutto concentrato su due ruote, ad affilare lame di forbici e coltelli che avevan perso il loro filo.
Poi la bicicletta si tramutò in un carretto motorizzato, poi un apino, fino ad arrivare ad un’auto vera con attrezzatura nel bagagliaio e altoparlante sul tettuccio.
Non vi farò ascoltare la malinconica canzone “Arrotino” cantata dal grande Luciano Taioli che faceva piangere spose e ragazzine, ma una moderna sfrontata ballata da querela e dallo stesso nome ,non prima però di farvi leggere l’originale:
Arrotino
che ramingo ogni giorno tu vai lungo le strade,
vagabondo tu sempre sarai delle contrade,
il tuo semplice cuore lo sa,
si perderà nella città.
Arrotino,
la fanciulla che amavi perché dirti non osa
che il suo amore non era per te e un altro sposa
e distrugge per sempre la tua felicità,
e lei lo sa.E lei lo sa!
Mentre affili le forbicine
per tagliare la veste nuziale,
il tuo cuore sta tanto male,
dal dolore ne morirà.
ma ora ascoltate questo Arrotino