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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a spaziodonnarubr@gmail.com
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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A cura di Erminio Fonzo
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
SCOMPARSA
Giorgio Bocca

26/12/2011 - 12:01


Giorgio Bocca era un vero e proprio decano dei giornalisti italiani, uno dei più amati e uno dei più letti in assoluto. Si può dire che, insieme all'altrettanto anziano Enzo Biagi, sia stato considerato un monumento, un mostro sacro della stampa del nostro Paese benché, a causa del suo stile feroce e privo di concessioni, spesso criticato e contestato (sembrerebbe anche ben di più dell'altro illustre collega).

 

Scomparso anni fa il compianto Montanelli, infatti, Bocca era rimasto uno dei pochissimi giornalisti dotati di quel carisma ineguagliabile, di quella dirittura morale inscalfibile, e di una storia personale così densa che ogni sua parola diventava un argomento di dibattito.

 

Bocca è ricordato come persona in grado di muovere le coscienze, di creare discussioni vivaci e fervorose, di dire qualcosa che non sia scontato e intonato al coro.

 

Nato a Cuneo il 18 agosto 1920, Bocca ha partecipato alla evoluzione del giornalismo italiano a partire dal primo dopoguerra in cui si occupava di cronaca. Avendo partecipato alla guerra partigiana nelle formazioni di Giustizia e Libertà ha poi mosso i primi passi, nell'immediato dopoguerra, nel foglio dell'omonima organizzazione, a Torino.

 

Successivamente le sue cronache hanno dovuto tener conto della Guerra Fredda e delle sue ripercussioni interne, che crearono un clima di tensione non indifferente anche in Italia. In seguito Bocca è stato un testimone e un lucido narratore del cosiddetto "Boom" degli anni '60, a cui ha coniugato inchieste sociali e servizi di vario tipo.

 

Naturalmente Bocca ha anche attraversato i momenti difficili del giornalismo degli anni '70, sottoposto al ricatto terroristico (numerosi giornalisti furono infatti assassinati), e lacerato da rivendicazioni sociali nonché dall'imperante crisi economica.

 

Le tappe della sua carriera sono queste: redattore alla "Gazzetta del Popolo", nel 1954 è a Milano all'"Europeo", poi inviato del "Giorno" di Enrico Mattei diretto da Italo Pietra. È stato nel 1975 tra i fondatori di "Repubblica" e, oltre all'attività di editorialista sul quotidiano, tiene sull'"Espresso" la rubrica "L'antitaliano".

 

Per le reti Fininvest, a partire dal 1983, ha ideato e condotto una serie di programmi giornalistici: "Prima pagina", "Protagonisti", "2000 e dintorni", "Il cittadino e il potere". È stato anche opinionista di "Dovere di cronaca" e "Dentro la notizia".

 

Nel 1989 ha condotto per Canale 5 un'inchiesta giornalistica sul terrorismo italiano e internazionale degli anni '70-'80 dal titolo "Il mondo del terrore".

 

Come storico e testimone del proprio tempo ha pubblicato con Mondadori numerosi saggi, tra i quali: "Storia dell'Italia partigiana", "Palmiro Togliatti", "Il provinciale", "Il viaggiatore spaesato", "Voglio scendere!", "Il secolo sbagliato".

 

Una scheda-profilo di Rai International, lo definisce così:

 

"A oltre 80 anni, Giorgio Bocca è ancora un feroce opinionista politico ed economico. Il suo orrore nei confronti dei falsi traguardi e di chi promette un fittizio benessere non sembra addolcirsi, o trovare risposte che lo rassicurino. Si scaglia con forza ed un pizzico di fatalismo contro la malattia nascosta dal panno bianco della globalizzazione, che spogliata della sua bella superficie rivela il serpeggiare di interessi messi in moto da una potente ed incontrollabile macchina economica. Auspica, affinché si affaccino dei sintomi di ripresa, un ritorno del pensiero politico".

 

Giorgio Bocca muore a Milano il 25 dicembre 2011 all'età di 91 anni.

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