Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
“Dottore, mi faccia un ber cecappe, mi raccomando mi ci metta tutti l’esami possibili e immaginabili”.
Capita spesso che qualche paziente faccia questa richiesta in ambulatorio.
I motivi che li spingono sono vari: una grave malattia in una persona vicina, qualche campagna pubblicitaria, una trasmissione televisiva, un articolo di giornale. La motivazione può arrivare da più canali ma quando arriva ed il paziente decide di sottoporsi a controlli medici, pur in assenza di sintomi di malattia, noi siamo ben felici di accontentarlo perché consideriamo la prevenzione l’arma più potente ed efficiente che i medici abbiano attualmente a disposizione per la tutela della salute dei cittadini.
I controlli periodici della propria salute però non hanno date uguali per tutti. Non esiste un calendario universalmente valido per tutti i pazienti e per ogni malattia. Sono proposte delle scadenze indicative, ma il principio di base è la valutazione medica caso per caso, individuo per individuo.
Viene valutata la presenza di malattie in atto, eventuali fattori di rischio legati alla famiglia o alle abitudini di vita, si considera l’età, il sesso, i precedenti, i sintomi presenti in quel momento o nel passato, i risultati degli esami effettuati in precedenza e la data della loro effettuazione.
Esaminando tutti questi dati il medico stabilisce quali, quanti e quando questi controlli debbano essere eseguiti.
L’introduzione del computer anche negli ambulatori del medico di famiglia ha portato notevoli vantaggi nel nostro lavoro. Con esso abbiamo costantemente sotto controllo la storia sanitaria di ogni paziente e siamo in grado anche di valutare con esattezza e precisione quali siano i controlli più opportuni da fare in quella data situazione, in quel dato momento.
In passato, quando tutto era affidato alla memoria, molti dati erano persi, molte situazioni dimenticate e i controlli sanitari molto meno precisi. Si pensi ad un medico con due o tremila assistiti in carico, si capisce facilmente come fosse in pratica impossibile ricordarsi tutti gli esami e le prescrizioni effettuate.
Molto spesso erano i pazienti stessi che decidevano quali e quando effettuare gli esami, e non avendo nessuna capacità di controllo, alcuni finivano per ripetere in maniera ossessiva esami normali ed inutili, altri non ne controllavano altri sicuramente patologici. Il medico stesso, affidandosi unicamente alla memoria, poteva commettere degli errori, sicuramente involontari, ma a volte importanti per la salute del paziente.
Con l’uso del computer la gestione degli assistiti ha assunto una veste meno paternalistica e più scientifica pur mantenendo, ancora per fortuna nei nostri paesi, un valido ed importantissimo rapporto umano.
Stabilito che è il medico che, per competenza e attrezzature, deve gestire la prevenzione, cerchiamo di comunicare alcune informazioni sulle varie tappe di questo percorso.
ESAMI del sangue: non esiste una cadenza fissa ma varia per diversi fattori. Per un adulto in buona salute una volta l’anno è sufficiente.
Se è presente una malattia cronica (es.diabete) la periodicità dei prelievi varia in relazione al controllo della malattia.
Stessa cosa per il colesterolo e per qualunque altro esame risultato patologico ad un esame precedente.
Una cosa molto importante da tenere presente è che l’esame deve essere effettuato sempre con uno scopo ben preciso. Non va fatto tanto per fare o per appagare una coscienza ma sempre con lo scopo di controllare se la terapia effettuata, sia essa farmacologica, dietetica o di semplice controllo alimentare, ha raggiunto lo scopo di modificare tale valore.
Inutile ripetere un valore patologico se non si è fatto niente per modificarlo.
Il medico sceglierà gli esami più adatti al singolo paziente tenendo conto dei parametri indicati in precedenza. Saranno effettuati gli esami cosiddetti “di base” per il controllo dei parametri fondamentali come la funzione renale, epatica, la presenza di un diabete o di un alto valore di colesterolo e poi altri esami variabili secondo delle caratteristiche individuali. In un paziente con familiarità diabetica, ad esempio, oltre la glicemia saranno prescritti altri controlli riguardanti questa malattia, in un buon bevitore di alcolici sarà il fegato ad essere controllato con maggiore attenzione.
Gli esami per i bambini e i giovani saranno diversi da quelli per l’età adulta ed ancora diversi per l’età avanzata, perchè diverse le patologie prevalenti in queste fasi della vita: patologie di tipo infettivo nella prima, di tipo neoplastico nella seconda, degenerativo nella terza.
Il medico ha le competenze necessarie per stabilire quali siano gli esami veramente utili caso per caso cercando di conciliare la legittima richiesta di salute con un’adeguata ricerca diagnostica e preventiva, cercando anche di evitare esami inutili o addirittura dannosi.
Una richiesta molto frequente è quella del controllo del colesterolo.
Non c’è rivista, medica o non, che non affronti questo problema e non illustri la pericolosità e la necessità del controllo di questo fattore.
Bisogna considerare però che i danni causati dal colesterolo compaiono fortunatamente solo dopo molti anni di valori elevati e che i problemi cardio-vascolari delle persone che oggi hanno sessant’anni derivano soprattutto dal valore di colesterolo che avevano quando di anni ne avevano trenta o quaranta.
Non è quindi indispensabile né urgente prendere farmaci per il colesterolo oltre una certa età. Oltre al rischio di gravi effetti collaterali (statisticamente più frequenti nell’età avanzata) di solito a questa età si raccoglie quello che si è seminato venti o trenta anni prima ed i danni, se ci sono, sono oramai fatti.
Il controllo del colesterolo deve quindi iniziare molto prima e se un paziente presenta valori elevati in giovane età deve cercare di riportarlo ai valori normali prima di tuttomodificando il proprio stile di vita e non certamente assumendo farmaci in permanenza. I farmaci, infatti, sono in grado di diminuire il valore del colesterolo solo fino a che si assumono. Una volta cessati i valori ritornano rapidamente ai livelli precedenti, costringendo il paziente ad una terapia continua non priva di effetti collaterali, talvolta anche molto gravi.
Sopra i settantacinque anni poi il problema non si pone più perchè esistono evidenze statistiche tendenti a dimostrare una maggiore speranza di vita proprio nei soggetti con maggior valore di colesterolo. Agli ultra-settantenni che mi chiedono di “fare il colesterolo” rispondo che alla loro età non è di questo che si devono preoccupare ma della funzione dei loro reni, del loro cuore, dei loro organi interni.
Il colesterolo, come la cellulite, la pancia, le smagliature, le venuzze nelle gambe, la linea, le mani morbide sono cose da giovani e del colesterolo se ne dovevano preoccupare quando di anni ne avevano quaranta: “oramai è andata”-dico io.
Dopo questo discorso di tipo generale è importante comunque fare una precisazione e cioè che è il medico l’unico che può e deve decidere sulla praticabilità di una eventuale terapia.
Per ogni persona ci sono moltissime variabili, per ogni paziente moltissimi fattori che entrano in gioco, che solo il professionista è in grado di valutare appieno.
ELETTROCARDIOGRAMMA.
Anche in questo caso la periodicità dell’esame dipende dall’età, dal sesso e dai fattori di rischio presenti che attualmente sono:
maschio,
fumo,
diabete,
obesità,
sedentarietà,
stress,
colesterolo,
ipertensione,
amiliarità.
Sulla base a questi dati di base, dei controlli effettuati in precedenza, della eventuale presenza di sintomi o situazioni, viene stabilita la periodicità del controllo che non è quindi codificabile in una periodicità costante e valida per tutti.
PAP TEST: è l’esame fondamentale per la prevenzione del cancro del collo dell’utero.
Le linee guida suggeriscono un primo controllo all’inizio dell’attività sessuale o ai 20 anni.
Va effettuato una volta l’anno per 2-3 anni consecutivi, se questi risultano negativi può essere sufficiente un controllo ogni tre-quattro anni.
Si scende a due anni per donne con numero elevato di partner.
Oltre i 65 anni ogni tre anni.
L’esame (un semplice prelievo di materiale all’interno della vagina con una spatola) serve ad identificare il tumore della cervice uterina (la parte dell’utero che sporge in vagina), in fase iniziale.
In questa fase precoce si chiama “carcinoma in situ” e non è ancora un tumore invasivo. Rimane in questa fase per qualche anno, poi si trasforma diventando invasivo e porta ad una morte certa e terribile.
Un semplice esame permette di scoprirlo e una semplice “bruciatura” (conizzazione) permette di eliminarlo: la differenza vale un piccolo controllo periodico.
Ultimamente questa neoplasia può essere prevenuta con una vaccinazione da praticarsi in età giovanile contro un virus che statisticamente appare collegato al tumore.
Il virus si chiama HPV (papilloma virus) e determina infezioni di pelle e mucose, alcune benigne come le verruche cutanee (i cosiddetti “porri”) e i condilomi (le “creste di gallo”) ed altre invece correlate alla sviluppo del tumore della cervice uterina.
Si calcola che oltre il 70% delle donne contragga un'infezione genitale da HPV nel corso della propria vita, anche se la grande maggioranza di queste infezioni é destinata a scomparire spontaneamente nel corso di pochi mesi.
Solo in caso di persistenza nel tempo di infezioni di HPV ad alto rischio oncogenico (alcuni virus particolari come quelli identificati con i numeri 6,11,16 e 18) è possibile, in una minoranza dei casi, lo sviluppo di un tumore maligno del collo uterino.
Il vaccino appare in grado di potenziare le difese immunitarie verso questi tipi di virus, impedire l’infezione e quindi lo sviluppo della neoplasia.