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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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Che tempo che fa - di Michele Serra
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di Fernando Bezi
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Mazzarri e Boggi (Lista Boggi Sindaco)
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di Bezzi Fernando - 2025-04-17bezzifer
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Pisa, 18 aprile
San Giuliano Terme, 24 aprile
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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VADA A BORDO, CAZZO!
di Madamadoré

22/1/2012 - 9:58

 
“Avete visto la pubblicita' dell'auto a bordo della quale una ragazza teme di essere rimproverata dalla madre per un tatuaggio che le fuoriesce dal pantalone?Avete notato la risposta della mamma?Quella della demente mammamichetta che mostrando il suo, di lato b, fa vedere alla figlioletta che si preparava alla sgridata che " Il suo si' che e' un tatuaggio!" dato che occupa entrambe le natiche o quasi...

Bene, saro' antica e odiosa ma penso alla parola Responsabilita'.

 

Responsabilita'...responsare..insomma, alla capacita' di dare "risposte", di impegno a farlo anche per chi da noi le aspetta per crescere, o per essere " aiutato ".

Non credo serva pensare solo al capitano del Concordia per capire che anche certi messaggi che passano lo alimentano pochino questo senso di Responsabilita'. Alimentino questo senso dei "ruoli" che manca ma che, certo faticosamente, debbono esserci. Non e' mai facile, infatti,rimanere "a bordo" ma si deve fare...Sbagliero', ma penso non serva proprio per fare questo un "tatuaggio"piu' grande di quello dei nostri figli.”


E' la riflessione di una mia amica, una riflessione che va oltre quello che è stato scritto e detto questa settimana, almeno ai miei occhi dà una lettura diversa, più vicina alla concretezza del quotidiano. La concretezza dei piccoli fatti, dei messaggi, dell'acqua in cui stiamo a bagno come le rane nell'acqua della pentola. Quando ci accorgeremo che ci stiamo lessando?

 

vada a bordo, cazzo

E' la frase più sentita e usata in questa settimana, ci hanno già fatto pure una maglietta con questa scritta. Sappiamo tutti da dove proviene, la famosa telefonata che ha fatto il giro del mondo, è stata tradotta, è stata oggetto di parodie ironiche.
Penso che paradossalmente quello che ha colpito molto l'immaginario è stata la forte e manichea  contrapposizione tra i due comandanti, così diversi, uno è il bene e uno è il male, il bianco e il nero. Ma  mi viene da pensare che forse sono anche simili nella loro speculare contrapposizione, nella loro esagerazione.


Vada a bordo, cazzo ha esaltato gran parte dell'Italia, in un fenomeno di riconoscimento e di apprezzamento per l'incisiva e perentoria autorità e nessuno di noi si è riconosciuto nel destinatario del messaggio, troppo negativo.


Vada a bordo cazzo è però un'esortazione metaforica e simbolica tanto forte, come quella del naufragio della nave, o dell'abbandono della stessa per salvarsi. Una metafora amara, ma già usata da molte associazioni ambientaliste per descrivere alcuni temi politici, uno per tutti quello della crescita, una crescita senza fine che diventa una crescita senza fini.


Vada a bordo, cazzo è la frase simbolo del richiamo alla propria responsabilità, ha ragione la mia amica.  Una frase che vorrei gridare a tante persone, che vorrei gridare in tante direzioni. Vada a bordo, o forse meglio venga a bordo, cazzo, venga a sperimentare di persona cosa vuol vivere in certe condizioni, a certe condizioni quelle che qualcuno crea e di cui poi guarda gli effetti da uno scoglio.


Vada a bordo prende contorni più ampi, assume significati più vicini a noi...sono andata a prendere il dizionario etimologico per cercarvi la voce "responsabilità". Ho trovato che la mia mica ha ragione, deriva dal latino responsare, ossia rispondere, ed è così definita: "essere consapevoli delle conseguenze delle proprie condotte". Chissà perchè avrei collegato responsabilità con res, "le cose", e con pons, pondus "il peso delle cose". Chissà perchè ma per me responsabilità è "saper sopportare il peso delle cose" e infatti  come dice la mia amica non è facile stare a bordo di qualsiasi situazione, avere la forza di sopportare il peso delle proprie decisioni, delle conseguenze del nostro fare e del nostro dire, assumersi il  dolce peso della propria vita soprattutto...

 

La responsabilità è innanzitutto quella di rispondere a se stessi, alla propria coscienza: non si può tradire nessuno, meno che mai si possono tradire i propri principi. La cosa più importante non è tanto deludere la comunità, anche perché viviamo nell’indifferenza della comunità, quanto venir meno alle esigenze della nostra coscienza.... La dimensione individuale si intreccia con quella sociale, con il significato di libertà, arbitrio e limite, con la capacità di scegliere, di agire o di restare passivi.

 

“...vi è responsabilità soltanto quando vi è un esercizio di libertà, quando siamo chiamati a scegliere, quando siamo posti di fronte a due o più alternative e ci prendiamo il carico di indicarne una. In questo caso possiamo imporre il nostro volere con l’autorità, oppure possiamo indurlo con la nostra capacità di convinzione, persuadendo gli altri ad assumere il nostro punto di vista, a seguirci lungo quella strada. Chi sceglie responsabilmente si fa carico di un rischio, si impegna a rispondere a eventuali conseguenze negative.”

 


vada a bordo, cazzo è la frase di un mondo che ha fatto di tutto per eliminare la fatica della responsabilità, di un mondo che ci ha convinti che potevamo liberarci dal peso delle cose, che il peso delle cose erano delle catene da cui dovevamo fare di tutto per liberarci, di un mondo che ci ha ingannevolmente resi leggeri, fluidi, ci ha illuso di poter stare nel salone delle feste in abito da sera e infischiarcene della nave che affonda.
Vada a bordo cazzo ci restituisce l'immagine della insostenibile leggerezza dell'essere e del vivere sia come persone singole che come società.
Andiamo a bordo, cazzo dobbiamo salvarci tutti insieme!
 
 
 

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29/1/2012 - 19:39

AUTORE:
Giovanni

sarà, ma ai miei figli piccoli quella pubblicità è piaciuta... insomma, è facile essere d'accordo su quello che dici: però, come si fa a scandalizzarci di una pubblicità che, una volta tanto, "ammicca" tolleranza verso i ragazzi che si vogliono sentire grandi,e non aprir mai bocca (tutti noi) di fronte ALLA MOLE DI PUBBLICTA' che trasmette ai bambini l'esaltazione del "potere" -materiale e mentale- derivante dal possesso di oggetti...
Conclusione: saliamo a bordo, sì! ma "cazzo" lo lascerei perdere (e non certo per una questione di buone maniere...)

22/1/2012 - 19:41

AUTORE:
Napolitano Francesco

... come superlativo assoluto di una semplice esclamazione (eh, ah, oooh), per richiamare la responsabilità dei comportamenti. Non so che effetto avrebbe se la usassi nel mio lavoro, ma non oso provare, anche se a volte ci starebbe bene! Non so che effetto avrebbe fatto se, nella campagna informativa sulla sosta, dopo lo slogan/invito ci fosse stata l'esclamazione citata nel bell'articolo di Mdamadorè!

22/1/2012 - 18:26

AUTORE:
Cittadino 2

alle lodi per questo commento scritto col cuore e che parla al cuore.
Esorta a prendere in mano la nostra vita come fosse una nave ed a condurla con coraggio e responsabilità. Invita ad essere uomini e padroni del nostro destino non solo nei momenti di felicità ma anche in quelli di difficoltà senza delegare, rimandare, nascondere. E lo fa dalla sua condizione di donna che però, concordo con u.m., pare avere quei famosi attributi che a molti purtroppo sembrano mancare.
Un piacere leggerti, Madamadoré.

22/1/2012 - 12:01

AUTORE:
u.m.

Dispiace che venga usato un po’ troppo spesso quell’attributo maschile per indicare tutt’altra cosa che non la sua vera natura, passandolo con un sinonimo che non è dei migliori e dispiace anche, e forse di più, attribuire i contorni del citato organo ad una donna che si comporta in modo deciso.
Fino ad ora ho girato intorno al lume senza bruciarmi, ma ora, cazzo, cara Madamadoré, sei una delle poche persone che conosco che dimostri di avere le palle… e questo è un complimento!
Brava, brava e ancora brava ed anche bella, che non guasta!