Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Nella mia breve permanenza in Cile per lavoro, in una diabolica irripetibile gita da Santiago a Valparaiso, incontrai strani personaggi che sembravano usciti da un altro mondo, un’altra epoca.
Chiesi chi fossero e mi fu detto: mapuche!
Avevo ben altro a cui pensare e… sono passati esattamente 40 anni!
Ora il cervello galoppa a ritroso e ripenso a quei lontani tempi fantastici e a quella gente incredibile, un misto di indios e tibetani, come sembrano ancora oggi gli abitanti delle Ande.
Ora sono pronto a conoscerne usi e abitudini, storia e religione ed anche un poco la lingua che non si discosta molto dal castigliano che ebbi modo di imparare in altri luoghi del Sudamerica.
Nella cultura mapuche, un’etnia cilena che conta adesso poche migliaia di individui sugli altipiani andini, l’araucaria, il Pewén nella loro lingua, era, ed è tuttora, un albero sacro (l'albero in generale è detto aliwen).
Un complesso cileno, Los Penis, e una cantante mapuche, Susana Abgélica, hanno prodotto questa canzone di Cecil Gonzalez vincendo il Primo Festival Nazionale dell’Unione nel 2000.
Ecco il testo che ho liberamente tradotto:
Nella precordillera Wenumapu ti creò,
per alimentare il popolo che da te un dì nacque.
Li abita madre araucaria, il nostro sacro Pewén,
bella, alta, millenaria, come il dio Ngenechén.
Al mio popolo dà la vita, esemplare fossile vivente,
e nei boschi della cordillera dà speranza e pace.
Compagno indissolubile, con attributi nobili e leali,
sei guida del popolo del pewén, che per secoli ti onora.
ritornello
Pewén sagrado pewén
del pewenche el aliwen.
Grande como Ngenechén.
(Araucaria, sacra araucaria,
albero della gente del pewèn,
grande come il dio Ngenechén).
All’inizio dell’autunno ti prepari alla scuotitura,
prima che le tue pine siano pronte ad essere battute
ci sarà ancora da aspettare,
e i bambini giocheranno con le pine e chiederanno di aiutare.
Dopo tante settimane saranno pronti per scendere
e caricare carri con i frutti da ammassare
per fare la sua farina, pani e bevande,
e aspettare un altro anno per tornare a scuotere.
rit.
Pewén sagrado pewén
del pewenche el aliwen.
Grande como Ngenechén.
Noi civilizzati monoteisti sorridiamo sull’idolatria di questi popoli, ma… avremo ragione?
Ragione o no, se abbiamo la fortuna di vivere in un luogo quale è il nostro, simile a quello di selvaggi lontani paesi, non possiamo non credere che la Natura non sia un ammasso di deità.
Non vi sono pewén/araucarie sacre, ma aliwen/pini e querce altrettanto “adorabili”.