Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Si dice che la fame faccia uscire il lupo dal bosco ed anche gli italiani, dopo anni di malcelata invidia per chi evadeva le tasse, si sono accorti che lo cosa non andava per il giusto verso.
I governi precedenti, e l’ultimo in particolare, non hanno operato con sufficiente decisione per rimediare a questo malcostume che in Italia ha raggiunto da tempo livelli allarmanti. Anche se ufficialmente proclamavano di adoperarsi per scovare gli evasori (ma qualche frase di tolleranza e condivisione è anche scappata) in effetti si è poi scoperto che i controlli della finanza non solo non erano stati implementati ma erano addirittura scesi del 700% (governo Berlusconi).
Ben venga quindi questo nuovo clima di rigore anche se alcuni episodi clamorosi, come quello di Cortina, hanno più il sapore della propaganda che della efficacia risolutiva. Ben venga anche quello comunque perché tutto, compreso lo spot televisivo in cui un parassita ha l’aspetto di un drago con le fauci aperte, contribuisce ad un cambiamento del pensiero comune degli italiani nei confronti dell’evasore, una mutazione tanto inattesa quanto quasi miracolosa. L’evasore da furbastro invidiato da tutti di solo pochi mesi fa (e specie dai poveri cristi a reddito fisso) si è trasformato improvvisamente in un sordido delinquente, ladro di un bene comune.
Il cambiamento di mentalità e di clima nei confronti dei furbi e dei privilegiati lo dimostra anche il racconto di quel parlamentare che afferma di prenotare al ristorante o in albergo non più con il titolo di onorevole, come faceva prima per avere un maggior riguardo e rispetto, ma con quello più innocuo di avvocato per non essere malvisto e magari anche deriso. Chiaro segnale di una popolazione finalmente consapevole che il proprio paese ha bisogno di un cambiamento radicale e che serve rigore e serietà se vogliamo riagganciare l’Europa e dare un futuro ai nostri figli.
Lo dimostrano anche le numerose rubriche radiofoniche e televisive che si occupano di sprechi, privilegi ed evasioni che occupano oramai costantemente anche le prime pagine dei giornali.
Peccato però che questa consapevolezza non sia venuta attraverso un ragionamento, una crescita intellettuale e culturale, una scelta ragionata ma sia stato il frutto di una graduale ma costante crisi economica e morale della nostra società di cui tutti oramai si sono resi purtroppo conto sulla propria pelle.
La mancanza di risorse pubbliche sprecate in mille rivoli che vanno dalla corruzione presente nelle pubbliche amministrazioni (sempre più legate agli interessi dei grandi gruppi e della mafia) ai più assurdi privilegi della Casta e delle tante altre castine la vediamo ogni giorno intorno a noi testimoniata dalle condizioni disastrose in cui versano le nostre strade, dai nostri cigli pieni di immondizia triturata, dai bordi dove si accumulano (ignorati) materassi e lavatrici, dalle migliaia di scuole in Italia cadenti e non a norma antisismica, dai ticket sanitari sempre più pesanti, dagli asili nido sempre più cari, dal malfunzionamento della giustizia per carenze di personale, dalle lamentele delle stesse Forze di Polizia per carenza di fondi per sostenere i consumi, dal costo stranamente (?) unidirezionale dei carburanti, delle energie per riscaldarci, del cibo da portare in tavola tutti i giorni.
Finalmente si è capito che chi evade le tasse opera un furto, un furto nei confronti di tutti gli altri cittadini, un individuo che “mette le tasche in mano agli italiani” (felice espressione del neopresidente Monti usata stavolta non a sproposito) e che l’evasore non è un furbo da imitare ma è un ladro da combattere e come tale deve essere giudicato.
Lo Stato, e per lui il Governo, dovrà operare per combattere con norme e soprattutto controlli questa piaga che sta distruggendo il nostro paese ma anche noi cittadini possiamo e dobbiamo operare affinché questo sforzo ottenga il risultato sperato di una maggiore fedeltà fiscale.
Non è facile e nemmeno indolore, bisogna ammetterlo, ma bisogna partire dalla consapevolezza che ogni volta che non chiediamo una ricevuta, ogni volta che paghiamo qualcosa in nero, ogni volta che cerchiamo un vantaggio immediato non chiedendo una fattura non solo ci comportiamo da cittadini irresponsabili ma ci facciamo del male. Quei soldi che non arriveranno mai allo stato sottoforma di tasse e non si potranno trasformare in servizi utili per tutti noi.
Meno corruzione, meno dispersione, meno privilegi da una parte non possono bastare per equilibrare i bilanci se non ci sarà anche un aumento delle entrate da parte di quei soggetti che per la loro professione possono sfuggire al fisco: liberi professionisti che usano l’Iva come arma letale, bottegai disonesti, artigiani tanto cari quanto irreperibili, ristoranti dove il conto te lo dicono a voce o te lo scrivono sulla carta gialla, doppilavoristi, lavoratori al nero, pensionati. Un enorme scambio di denaro che avviene sotto banco e che depaupera le casse dello stato e non si trasforma quindi in servizi al cittadino.
Alcuni di questi sono anche comprensibili, magari quello del pensionato che deve integrare la magra pensione o del cassintegrato che deve pur mantenere la famiglia ma incomprensibile è il ricatto dell’Iva da parte del libero professionista o del ristoratore che viaggia con l’auto di lusso o del gioielliere e che dichiara poi meno del suo fattorino.
Un gesto singolo può anche apparire inutile e autolesivo ma cento, mille diecimila gesti possono fare la differenza.
Se da una parte di deve pur partite partiamo da noi, partiamo da qui.
Tutti insieme si può fare.