Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Whitney Elizabeth Houston nasce a Newark il giorno 9 agosto 1963.
Nel 2008 il Guinness dei primati ha dichiarato Whitney l'artista più premiata e popolare al mondo.
Ha dominato la scena canora dal 1980 al 1990 vendendo circa 55 milioni di dischi. Oprah Winfrey le ha affibbiato il soprannome "The Voice" - che fu in campo maschile di Frank Sinatra - per la potenza della sua voce.
Le sue vendite complessive di album, singoli e video conta oltre 170 milioni di copie.
E' facile forse capire come la depressione che l'ha colpita negli anni successivi e la caduta nel tunnel della tossicodipendenza possano avere a che fare anche con la gestione di un tale enorme successo planetario. A questi si aggiungono i problemi familiari, durati a lungo, che l'hanno portata poi a divorziare nel 2006 dal marito cantante Bobby Brown (sposato nel 1992), tra l'altro accusato di maltrattamenti già nel 1993.
In campo cinematografico Whitney Houston è celebre la sua partecipazione al fianco di Kevin Costner nel film "Bodyguard" del 1992 che la consacra definitivamente.
Tra i suoi più grandi successi ci sono "I will always love you", "How will I know" e "Saving all my love for you". Ricordiamo anche "One Moment in Time", inno delle Olimpiadi di Seoul 1988.
Whitney Houston muore all'età di 48 anni, il giorno 11 febbraio 2012: il suo corpo viene trovato esanime al Beverly Hilton di Beverly Hills, a Los Angeles, dove si trovava per partecipare al party dei Grammy Awards.
Si era convertita all'Islam solo pochi giorni prima.
La canzone forse più famosa