Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Le nevicate dei giorni passati ci obbligano a una riflessione non più rinviabile: ormai da anni infatti fenomeni del genere si verificano con frequenza; dunque non si può più parlare di eventi eccezionali. E’ perciò necessario attrezzarsi: e a tal fine occorrono risorse, ma anche persone capaci di organizzare la prevenzione.
La Provincia di Pisa si è mossa in questo senso presentando a luglio, in accordo con la Regione, il piano antineve: così da agire, al momento del bisogno, non “in somma urgenza”, come sempre in passato. E, alla fine, possiamo affermare che ce la siamo cavata.
Certo bisognerà migliorarsi ancora; ma abbiamo imboccato la strada giusta e lasceremo a chi si occuperà di questa materia dopo di noi (ad oggi le Province si prevede scompaiano con il 2014) un lavoro razionalmente impostato.
Ma stiamo al presente: migliorarsi, dicevamo.
Come?
Primo, è indispensabile potenziare il controllo del territorio. Un esempio molto tangibile, riguardante proprio gli interventi eseguiti sotto le recenti ‘fioccate’: come assessorato alla viabilità abbiamo cercato di accorciare le distanze da far percorrere agli spalaneve, al momento dell’entrata in azione.
Dove ci si è riusciti, se ne sono visti i risultati: ma questo accorgimento operativo non è una banalità (sebbene possa apparire tale); comporta disponibilità finanziarie, uomini e mezzi decentrati, una programmazione a monte.
A consuntivo dell’ondata di maltempo, quest'anno molti sindaci ci hanno espresso il loro apprezzamento. Per noi una soddisfazione: forse finanche eccessiva, però; come eccessivamente severe furono le critiche per la gestione dell’emergenza-neve nel dicembre del 2010.
Troppe le differenze tra questa volta e quella (a partire dall’allerta meteo, che allora era stata assai blanda). Però è vero che la discriminante è stata la prevenzione.
Altro esempio: nel 2010 la Fi-Pi-Li andò in tilt, perché un camion senza catene si era intraversato; oggi sarebbe stato impossibile, essendo stata in vigore un’ordinanza che ai camion vietava la circolazione.
Su questo tutti (tessuto civile, media, istituzioni) parlano all’unisono: la parola d’ordine è “prevenzione”. E allora, però, occorre mettersi d’accordo anche su un punto preliminare: per operarla, la prevenzione, servono risorse e uomini all’altezza. Ed è bene che i cittadini sappiano come stanno le cose.
Per la manutenzione delle strade di competenza, nel 2004 la Provincia annualmente aveva a disposizione circa 6 milioni di euro; oggi neanche la metà: per avere una boccata d’ossigeno si è dovuto ritoccare, non senza sofferenze, i tributi locali. Ma è una battaglia disperata: come la viabilità sono stati trattati altri settori sui quali interveniamo, in primis il trasporto pubblico, con ricadute pesanti sulle fasce sociali più deboli. Ma anche la legge sulle manutenzioni del patrimonio scolastico, sono anni che non viene finanziata.
Senza risorse, niente è possibile. Men che meno eliminando il decentramento del controllo territoriale; è quel che avverrà sopprimendo le Province senza una alternativa reale: ma è quel che già avvenuto con la privatizzazione dell’Enel. Che proprio nei giorni scorsi, da noi, sotto la neve è andata in tilt. Non per incapacità singola di qualcuno, ma per impossibilità materiale di affrontare i problemi in loco. Risultato? Famiglie ore e ore senza corrente elettrica e, all'altro capo del telefono, una voce metallica che risponde al numero verde chiamato per segnalare il guasto. Idem le ferrovie, stesso “protocollo”, stessi guai.
Da una parte sempre meno uomini per la manutenzione; dall’altra l'alta velocità, costosa e lussuosissima: ma a che serve se i treni normali (di pendolari, studenti e lavoratori) sono rimasti a trent'anni fa?
E se una gelata notturna blocca gli scambi dei binari, fermando per ore i convogli? Il punto, alla fine è uno: i soldi che si hanno e come si decide di usarli.
Il costo degli F35, i caccia da guerra, corrisponde a quanto servirebbe per costruire 185 asili nido. Forse vale la pena di fermarsi alla svelta a riflettere.
Gabriele Santoni
Assessore viabilità e trasporti