Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Quando ero un professore precario in Valtellina, sarà stato il 1981, vivevo a Morbegno in una mansardina sopra un ruscello, vicino alla biblioteca e a un negozio di formaggi. La mansardina aveva una minuscola cucina, un bagnetto microscopico e una camera studio con una finestra a tetto da cui entrava l’azzurro del cielo quando il cielo era azzurro (“Il cielo, / si perde il pensiero quando guardo il cielo / ed ecco / ritorna il ricordo dolce che ho di te”).
La mia mansardina era il punto di incontro dei miei amici toscani che volevano vedere le Alpi. E vennero a trovarmi anche amici e amiche molinesi che portavo con gioia a giro per la valle. Ascoltavamo molta musica di tutti i generi, cantavamo e chiacchieravano tutto il giorno. Io in quel momento ascoltavo molto De Gregori, ma c’era chi preferiva Guccini, altri cantavano Paoli e De André. Una cara amica, allora giovanissima, mise una cassetta di Dalla. Ricordo bene quel momento, quelle note e quelle parole: “Quale allegria / se ti ho cercato per una vita senza trovarti / senza nemmeno avere la soddisfazione di averti / per vederti andare via: quale allegria…”. Finita la canzone la mia mica disse con un sospiro profondo: “Dalla è il mio preferito!”. E ci dettò la linea musicale per gli anni Ottanta.
Poi Quale allegria dice: “Con allegria / far finta che in fondo in tutto il mondo / c'è gente con gli stessi tuoi problemi / e poi fondare un circolo serale / per pazzi sprassolati e un poco scemi / facendo finta che la gara sia / arrivare in salute al gran finale”.
Lucio Dalla è morto in un giorno vicino al suo compleanno. È oggi, lo sanno tutti. Avrei voluto regalargli una rosa rossa e un bigliettino con la frase della mia amica.
P.S.
Mentre ascolto Quale allegria ancora non so cosa voglia dire “pazzi sprassolati”. Mi colpisce quello che Lucio Dalla disse a un amico una sera a Bologna: “Vedi tutte queste persone non sanno niente di me. In me vedono solo un piccolo omino buffo che canta. Ma a me non importa, perché sento che mi vogliono bene. Come io ne voglio a loro”. Tra i tanti video di Dalla scelgo “Fumetto”, la sua sigla per il programma della Tv per ragazzi “Eroi di cartone” di cui era il conduttore (“birichino biricò…”):