Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
In una conferenza stampa Massimo Cerri e Federico Meini hanno illustrato i passaggi della loro lettera al presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e della risposta del capo unità del Segretariato generale della Commissione Europea Marcel Haag, che assolve Vecchiano, in quanto “condivide pienamente l'attenzione ad assicurarsi che l'installazione di un sito aziendale avvenga in zone adatte a questi scopi”.
Cerri e Meini ricostruiscono la polemica: "È passato poco più di un mese da quando con un flash europeo Vecchiano salì alla ribalta nazionale. Barroso, in uno dei suoi interventi propositivi per l’uscita dalla crisi, auspicava e sollecitava i paesi europei a scioglier lacci e lacciuoli che, a suo dire, frenano lo sviluppo. Per rendere più comprensibile il proprio assunto richiamò come esempio di lentezza burocratica la vicenda dell’IKEA di Vecchiano. Apriti cielo. Se a qualcuno fosse sfuggito questa salita alla ribalta vecchianese ci pensarono prima il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi - con una difesa del percorso dell'amministrazione vecchianese e delle normative toscane veramente condivisibile - e successivamente la Presidenza del Consiglio a completare l'opera. La stampa locale e nazionale ha dato molto risalto a tutta la vicenda".
“In questo quadro anche noi, orgogliosi consiglieri comunali di Vecchiano – sostiene Federico Meini Vicesindaco di Vecchiano - in virtù del lavoro fatto in questi anni nell’Amministrazione del Sindaco Pardini, e nel prosieguo attuale con Lunardi, convinti della bontà delle nostre scelte politiche, con umiltà, ma anche con determinazione, abbiamo espresso il nostro disappunto. Scrivemmo una lettera al presidente Barroso a difesa del nostro operato, ma soprattutto del nostro terrritorio, sottolineando che il percorso fatto da Vecchiano atteneva alla programmazione territoriale e che nessun rallentamento all’apertura del mega store veniva dal Comune che, nostro malgrado ma anche per nostro merito, ha varato un regolamento urbanistico che prevede la grande distribuzione nella zona industriale di Migliarino invece che in una area a destinazione agricola, e che quindi non è colpa di Vecchiano se le scelte di IKEA si sono rivolte altrove”.
“A distanza di 30 giorni, - prosegue Massimo Cerri Consigliere comunale - con piacevole sorpresa, abbiamo ricevuto la sua risposta. Ricevere una lettera su carta intestata dalla Presidenza della Comunità Europea non può che far piacere. E così oggi non possiamo e non vogliamo esimerci da fare delle considerazioni che rendiamo pubbliche. Innanzitutto, un ringraziamento al Presidente Barroso per aver preso in seria considerazione la nostra lettera; segno questo di una attenzione ai territori che non sempre nelle nostre istituzioni di massimo livello è possibile riscontrare. Per quanto riguarda i contenuti della lettera poi non possiamo che evidenziare due aspetti: il primo, politico e purtroppo per noi senza sorpresa, dove ci viene confermata la volontà della Comunità Europea, sostenuta dai governi nazionali e quindi anche da quello italiano, di produrre leggi che possano “portare avanti un ambizioso progetto per eliminare ostacoli normativi e amministrativi alla attività economiche”.
“Questo noi non lo possiamo condividere - prosegue Cerri - perché riteniamo essenziale difendere l’enunciato dell'articolo 41 della Costituzione Italiana che, pur garantendo l’iniziativa economica privata e libera, afferma che essa “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” e che “è compito della Legge determinare controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata ai fini sociali”.
“Non siamo contrari allo sviluppo - riprende Meini - ma esso deve avvenire riutilizzando l’esistente, il nostro territorio è costellato di capannoni abbandonati e se ne costruiscono di nuovi, questo è inaccettabile, perché non partire dal recupero dell’esistente invece di consumare nuovo territorio?” afferma Meini.
Ci gratifica al di là delle posizioni politiche, che attengono al sano e necessario confronto, l’attenzione mostrata dal Presidente Barroso che ci ha risposto per mano di Marcel Haag, sottilineando che “condivide pienamente l'attenzione ad assicurarsi che l'installazione di un sito aziendale avvenga in zone adatte a questi scopi ”.
Come dire, concludono Cerri e Meini: "nell'Ovaio avete fatto bene a dire no". Gazie Presidente.
Massimo Cerri e Federico Meini
Vecchiano, 9 marzo 2012