Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
In questa grigia domenica 25 marzo ho sentito alla televisione una brutta notizia. Antonio Tabucchi è morto a Lisbona. Aveva 68 anni. Da qualche mese combatteva contro un cancro ai polmoni. Non parlava dei suoi “mali fisici” se non con pochissime persone intime. Tramite un suo amico lo avevamo raggiunto a Lisbona con un messaggio. Era stato disponibile, nonostante i suoi “mali fisici”, come lo sono le persone colte, buone e generose fino all’ultimo.
Era stato con noi a Migliarino neanche un anno fa a dire il suo “Elogio della letteratura”. Eravamo contenti di dirgli in una serata ideale: bentornato Antonio. Aveva salutato amici e amiche. Aveva firmato molte dediche sui suoi due ultimi libri: Viaggi e altri viaggi e Racconti con figure. Aveva stretto mani e scambiato una parola con tanti amici e compaesani. Ci aveva lasciato con la promessa che sarebbe ritornato.
Era un professore universitario con formazione filologica, insegnava Letteratura portoghese. Era un intellettuale, un brillante polemista e un viaggiatore cosmopolita. Gli piaceva scrivere e scriveva bene. Entrava nei suoi libri e noi che li leggiamo entriamo nelle sue storie e ci facciamo trascinare dai suoi personaggi per imparare a guardare il mondo con gli occhi altrui. Scoprì da un bouquiniste un poemetto, “Tabaccheria,” di un grande poeta come Fernando Pessoa quando in Italia era sconosciuto, e ne diventò il massimo critico e traduttore. Da quel giorno ebbe inizio una lunga carriera nel corso della quale ottenne molti prestigiosi riconoscimenti. Il suo primo libro è Piazza d’Italia del 1975, Requiem è del 1992, quello più noto è Sostiene Pereira del 1994.
Era uno di noi, era nostro socio onorario e l’anno scorso aveva partecipato anche a qualche riunione dell’Associazione La Voce del Serchio. Aveva cominciato il suo “Elogio della letteratura” a Migliarino in perfetto vecchianese usando verbi come “sganasciare”, parlava e carezzava la bandiera italiana e le primizie tricolori che un amico gli aveva preparato. Aveva pronunciato le sue ultime parole, in quella odorosa serata di maggio, con un sorriso come quello del padrone della “Tabaccheria”. Ora si è messo a piovere. Stavamo preparando per il maggio migliarinese un incontro con il critico e amico Remo Ceserani su “Tabucchi e la fotografia” e volevamo chiedergli di Spino, il protagonista del Filo dell’orizzonte, che a un certo punto anche lui si mette a ridere. Ma che cosa ha da ridere Spino? È una domanda che Tabucchi si è fatto e, forse, nel sentirsela rifare, avrebbe sorriso di noi che piangiamo mentre scriviamo di lui.
Carissimo Antonio, finita la pioggia restano le nostre saudades