Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Sostiene Marianetti
Massimo Marianetti, in rappresentanza del Comune di Vecchiano, ha partecipato alle esequie di Antonio Tabucchi a Lisbona il 28 e 28 marzo. Insieme a lui c'erano Massimo Magagna, Fausto Guccinelli, Fabrzio Sbrana e Piero Chicca, amici di Antonio. Pubblichiamo la toccante testimonianza di Marianetti delle due giornate passate a Lisbona.
Il gruppo di Insieme per Vecchiano mi ha chiesto di intervenire a nome di tutti e vorrei condividere con l'intero consiglio il ricordo di Antonio Tabucchi. Lo faccio a partire dai funerali che si sono svolti a Lisbona mercoledì 28 e giovedì 29 scorso. Le cronache dei maggiori quotidiani italiani ne hanno parlato, ma vorrei portare la mia esperienza. Il funerale è stato solenne, per la forma, ma semplice, sereno, intenso, più che un addio è stato un arrivederci, un arrivederci alle pagine dei suoi libri.
Siamo arrivati alle 15 al Cimitero monumentale di Lisbona, io, Massimo Magagna, Fausto Guccinelli, Fabrizio Sbrana, e Piero Chicca. A Piero Chicca Ernesto Antonio ha dedicato un racconto di Il Tempo invecchia in fretta, dal titolo Nuvole, parla di un ufficiale italiano che ha combattuto in Kossovo, ha un cancro e sta morendo e incontra una bambina intelligente e arguta con la quale comincia a conversare e conversando le insegna la nefelomanzia, l'arte di indovinare il futuro attraverso le nuvole. Un racconto toccante se lo rileggiamo oggi. Metafora della letteratura che come le nuvole si forma e si disfa davanti ai nostri occhi.
Ci siamo uniti ad una piccola folla circondata da fotografi e cameramen e abbiamo atteso qualche minuto l'arrivo del carro funebre. Un carro enorme, elegante. Ci siamo raccolti intorno i familiari e abbiamo iniziato il corteo attraverso il cimitaro imboccando il viale che attraversa la parte dedicata agli scrittori portoghesi. Ad un certo punto il carro si è fermato e gli addetti dell'agenzia funebre hanno srotolato un tappeto rosso e collocato un piccolo leggio. Un piccola cassetta di legno, con le ceneri, semplice, è stata deposta sul leggio e si sono tenute le orazioni funebri, nelle tre lingue che sono state le lingue di Antonio Tabucchi, quelle che lui ha abitato e che portrava sempre con sé: il francese, il portoghese e l'italiano.
Bernard Comment suo traduttore francese ha ringraziato Antonio per l'amicizia che ci ha dato e il libri che ha lasciato, un sentimento di gratitudine che è comune a tutti noi. Poi è stato la volta di Antonio Mega Ferreira, uno scrittore portoghese, che ha ricordato la figura di Antonio come “il più portoghese degli scrittori europei”, e più precisamente come uno “scrittore portogese che scriveva in italiano”. E infine Andrea Bajani un giovane scrittore italiano, al quale Antonio era molto legato e al quale ha letto e dettato gli ultimi suoi testi. Bajani ha tracciato un ritratto fresco, divertente di Antonio, la sua autoironia. Come l'ultimo giorno che Andrea andò a fargli visita in ospedale, e Antonio si è alzò a sedere sul letto e si è mise la mascherina dell'ossigeno sulla fronte, dicendo mi devo ossigenare anche il cervello e non solo il corpo. Andrea ci ha ricordato che Tabucchi finché ha avuto vita ha scritto, ha dettato quando non ce la faceva più. Ma ha utilizzato ogni secondo di vita per scrivere.
Nella prefazione datata gennaio 2011 ad uno dei suoi ultimi libri, Racconti con figure, dove ha riuniti testi editi e inediti che hanno avuto origine, da quadri o fotografie, uno di questi è dedicato a Alessandro Tofanelli, Antonio scrive che la scrittura è inversamente proporzionale al tempo. Le pagine aumentano e il tempo si assottiglia. Il tempo di Tabucchi è finito, ma la sue pagine continueranno ad agire nelle menti dei suoi lettori, nelle lezioni che i suoi molti allievi terranno ai loro allievi, nelle scelte degli editori.
Mercoledì l'omaggio alla camera ardente. L'appuntamento era alle 18 alla biblioteca municipale di Lisbona, in un antico palazzo. La camera ardente era allestita nel salone centrale, tra i libri. Un tappeto pregiato dell'artigianto portoghese copriva la bara, e al fianco tante corone di fiori. Un silenzioso omaggio è stato reso da molte persone, molti amici, scrittori, editori, tanti suoi allievi. Paolo Mauri ha preso la parola per primo. Poi molti interventi, Carlo Feltrinelli, Davide Benati. E' intervenuto anche l'ambasciatore italiano Varriale, che ha ricordato come Tabucchi sia stato un diplomatico dirigendo per alcuni anni l'Istituto culturale italiano a Lisbona. Sono intervenuto anch'io e ho partecipato alla famiglia e ad Antonio l'affetto e l'amicizia di Vecchiano, ho ricordato la celebrazione che Vecchiano teneva l'indomani. La famiglia in privato mi ha ringraziato per questo intervento. Poi ci sono stati altri momenti toccanti come quelle della nipotina Beatrice figlia di Teresa, che ha ricordato come il nonno fosse un uomo onesto, e poi dopo un breve silenzio che gli diceva sempre che era la nipote preferita, anche se era l'unica. Poi il coro della Gulbenkian che ha intonato canzoni dell'opposizione al regime di Salazar, sui testi di tanti amici scrittori che Antonio ha conoscituo a Lisbona negli anni sessanta. Il tributo della politica è stato grande con la presenza silenziosa del leader storico dei socialisti portoghesi, e ex presidente della Repubblica Mario Soares, e di Pierluigi Bersani, che ha salutato i familiari.
Quando abbiamo appreso la notizia della morte molti di noi sono rimasti sorpresi, io ho preso il telefono e ho telefonato a Lisbona a casa sua. C'era la segreteria con la voce della moglie e ho lasciato un messaggio: ho appreso la notizia, ma è vero? Mi sono scusato, ma la moglie mi ha rassicurato, abbiamo scelto di non far sapere a nessuno, tranne pochissimi. Ma per venire alle comunicazioni del sindaco credo che interrogarci su cosa possiamo fare per onorarlo degnamente, significhi prima di tutto di riconoscere il valore dei doni che ci ha fatto.
Riconoscre questo è già rendergli omaggio. Il volume d'arte, Campane del mio villaggio, scritto e lasciato a Vecchiano ha per noi un valore immenso, e poi le lezioni che ci ha lasciato, alla nostra Biblioteca una locandina ingiallita ricorda una lezione che tenne anni fa e poi la partecipazione ad un omaggio del Comune in suo onore, che ebbi l'onore di coordinare come l'altra sera ha fatto l'amico Ovidio Della Croce. Ed infine l'ultima lezione, l'Elogio della letteratura che Antonio nell'entusiamo generale e con una grande emozione fece a Migliarino il 17 maggio 2011, invitato dall'Associazione culturale La Voce del Serchio. L'elogio che fece era un canovoccio che mi aveva dettato molto tempo prima, e che seguiva sempre in tante occasioni importanti in istituzioni culturali prestigiose. Il fatto che l'abbia fatto anche da noi è un grande onore per tutti, in quella sera speciale ci stava salutando e ci ha lasciato un grande insegnamento, che la letteratura non ha oggetti particolari, tutto può essere degno di attenzione e diventare letteratura, perché gli scrittori sono liberi, sono la voce allo stato puro e se lo scrittore vuol parlare del cardellino posato sul davanzale della sua finestra è libero di farlo, e se vuol dire a uno che è fascista, che è fascista lo deve fare senza paura di delegittimare nessuno.
Tabucchi è stato un grande lettore. Spesso quando riceveva un libro o un manosritto che non gli piaceva mi diceva: ma perché la gente non legge invece di scrivere? Amava i libri e la sua letteratura è un omaggio ai libri. Per scrivere aveva bisogno di tanti libri e a Vecchiano ha una grande biblioteca.
Tabucchi è stato un grande maestro, gli piaceva insegnare e parlare con gli studenti, ma era severo ed esigente. Agli esami non chiedeva mai quello che aveva insegnato voleva parlare di letteratura. Ho avuto la fortuna di parlare con lui di letteratura, per lui la letteratura non è una materia di insegnamento, è la vita, ivi compresa la politica, e come la vita e la politica la letteratura non è mai neutra.
Ecco questi sono, secondo me, i punti su cui dobbiamo lavorare per pensare e organizzare un degno ricordo. La biblioteca della Casa di Vecchiano, che è straordinaria. Il suo ruolo e la sua curiosità verso quello che scrivevano giovani scrittori, ma anche l'attenzione alle ricerche di tanti giovani studenti.
Massimo Marianetti
Consigliere comunale di Insieme per Vecchiano