Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
La banda musicale di Migliarino (foto 1)
Ma come avviene nelle cose volontarie cambiando le persone e tempi, tutto ha fine. E così fu per la «gloriosa banda di Migliarino »."
"Fu costituita, addirittura, avanti la Prima Guerra mondiale.
Era allora una piccola fanfara che animava le serate fra amici nell’ambito delle iniziative di sana ricreazione che i Duchi Salviati sostenevano e sviluppavano. La guerra del 15-18, con i gravi compiti che imponeva a tutte e famiglie, segnò una battuta di arresto per la Banda. Essa riprese la sua attività dopo la desolazione della guerra, ed ebbe un notevole impulso con il M° Fratini di Pontasserchio, il quale, benché occupato nel suo lavoro di sellaio, seppe trasmettere la sua passione per la musica a tanti giovani. La seconda guerra mondiale le impose una nuova battuta d’arresto. Ma la ripresa fu formidabile. Giunse ad avere anche 40-45 elementi. Tutta gente che lavorava la terra, ma che, arrivata la sera, correva dal maestro per la prova. E non si contano i servizi alle processioni (anche fuori del paese) o in piazza. Memorabile la Peregrinatio Mariae del 1949 quando la Banda soddisfaceva anche a due servizi per sera. I Duchi, in modo particolare il Duca Pietro (1887-1972 e Don Giacomo 1889-1956 n.d.r.) (foto 3 e 4), provvedevano a fornire gli strumenti e tutto il necessario.
Tratto da “Le nostre radici” (Migliarino 1879-1979), a cura di Don Luciano Peretti parroco.
Della banda di migliarino faceva parte anche il “poeta lavoratore” Marco Giunio Barsotti, già conosciuto ai lettori. (foto 2)
[…]Alla chiesa, con la parrocchia e la sala del teatro, divenuto successivamente cinema; al convento delle suore, con l’asilo e le elementari, si aggiunse poi il Club, con tanto di sala per la musica. Il Maestro Fratini, bravissimo sellaio, preparava i musicanti, che facevano parte della banda, tutti dipendenti della Tenuta, in maggior parte contadini. Ricordo la cornetta dalle note squillanti di Beppe Fratini, con i suoi “a soli”, sempre applauditissimi. Giannino Malfatti, con il suo clarino, l’Omo della Velia, con il trombone e Lorenzini Bruno “Tamburo” (così era scritto sul suo libretto di musica). Il berretto con visiera e con il distintivo, che rappresentava una cetra, era il copricapo che distingueva i musicanti e ne costituiva la divisa. Il Club (in migliarinese: grubbe) era il ritrovo della domenica, e della sera, per chi abitava vicino. Si è sempre chiamato Club (grubbe) anche quando tutti questi ritrovi si chiamarono Dopolavoro. […]
Tratto da “C’ero anch’io”, numero unico della Scuola materna ed elementare “Duchi Salviati”, Migliarino Pisano, a cura di Alberto Petri
Io sono piovuto a Migliarino nel 1950, troppo piccolo per avere ricordi netti delle ultime gesta della Banda, e non posso fare altro che riportare quello che ho trovato scritto da altri.
Una cosa però che, fortunatamente, sono riuscito a trovare, sono questi documenti che pubblico per l’occasione e che mi hanno riempito di gioia e nello stesso tempo di rabbia perché trovati insieme ad altre notizie ridotte a carta straccia.
Sono domande di essere ammesso (foto 5) a far parte della “Sezione filarmonica” e di ricevuta dello strumento musicale (foto 6).
Non leggetevi solamente la voglia di appartenere ad una Banda (musicale e nobile), non leggete lo strano nome dello strumento consegnato (io onestamente genis non sapevo cosa fosse), ma il fatto che un padre ritirava l’oggetto perché il figlio “era in guerra” e mi piacerebbe tanto sapere se tutti questi giovani musicisti-militari sono felicemente ritornati nella loro “banda di contadini” o sono rimasti in quella “dei cherubini”.