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Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente  alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava. 

Stanotte è deceduto il Compagno Roberto Canesi, una .....
Fino ad adesso non mi sono espresso sulla "svolta" .....
Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
Le “forti piogge che alterano la qualità dell’acqua .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Abbiamo  scelto di diffondere il materiale del Festival di bioetica non solo per il tema di questo anno che riguarda così da vicino il futuro anche di noi donne ma  per onorare  la numerosa partecipazione femminile nella organizzazione e in tutti i  vari ambiti degli interventi che ne farà un Festival di grande interesse per noi donne .

Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Come ogni sabato dall'inizio della bella stagione
il circondario si svuota: regna il silenzio.
Tapparelle abbassate, luci spente, stanze vuote
Provo .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
PISA
IKEA A PISA? ARRIVANO I BASSI SALARI, PAROLA DI CONFINDUSTRIA

11/4/2012 - 23:20




IKEA A PISA? ARRIVANO I BASSI SALARI, PAROLA DI CONFINDUSTRIA
Dall'Asia all'Italia, lo ha deciso Ikea annunciando il trasferimento di alcune sue produzioni nel nostro paese. La ragione? Il mercato italiano è tra i più importanti per il colosso svedese (una riflessione su tutte:ma l'Italia non era il paese dei mobili e delle cucine?
 E il boom di Ikea non sarà causato dai bassi prezzi dei prodotti e dalla perdita di potere di acquisto delle buste paga che costringono sempre più italiani a risparmiare anche laddove non guardavano a spese come l'arredamento della casa?)

Le prime tre regioni italiane- stando a Il sole 24 Ore- da cui Ikea si approvvigiona corrispondono ai maggiori distretti del settore: dal Veneto proviene il 38 % del acquisti in Italia, a cui seguono il Friuli con il 30% e la Lombardia con il 26% .
 La ragione di tutto ciò sta proprio nel basso costo del lavoro, ragion per cui dopo anni di delocalizzazioni produttive nell'est europeo, nel nord africa o nel medio oriente, si sta facendo strada una nuova realtà che vede intere province italiane a vocazione industriale, con manodopera immigrata (e non) a basso costo, a costo così ridotto che le delocalizzazioni non convengono più.
Altro che investimenti in ricerca e nuove tecnologie, L'Italia fa concorrenza alla Cina sul costo del lavoro E LA CITTA' di PISA, famosa per i suoi ospedali e la sua università rincorre il basso costo del lavoro e la militarizzazione del territorio per attrarre investimenti
Cobas lavoro privato
per il cobas
davide banti


Fonte: davide banti
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13/4/2012 - 11:48

AUTORE:
fabio

comunisti e anticomunisti davvero non se ne può più, ma davvero esistete?

12/4/2012 - 20:08

AUTORE:
Simone Cioli ex MOVISAT

Perfettamente d'accordo con l'analisi di davide banti. Il nostro nord-est, è il nuovo est.
Chi vuole intendere, intenda.

Saluti.

12/4/2012 - 19:13

AUTORE:
Cittadino come pochi

Io mi sono limitato a fare degli esempi, per il resto la mia cucina ha 20 anni e me la terrò ancora a lungo. Per quanto mi riguarda apprezzo molto chi è riuscito a realizzarsi anche economicamente sempre rispettando le regole e se possibile cerco di carpirne le capacità. Non mi fermo certo a invidiare ed a sperare che qualcosa gli vada storto.
Comunque visto che ti dichiari comunista ti posso consigliare di guardarti intorno a livello locale e nazionale ed iniziare a pensare se coloro stanno facendo i tuoi interessi. Forse è proprio li che stai sbagliando.
Saluti

12/4/2012 - 17:46

AUTORE:
Comunista

Se sei un cittadino bene stante te lo puoi permettere di farti venire a noia le cose ma fra un paio di anni le cose cambiano anche per te e allora vedrai che le cose che ora ti sono venute a noia e che le hai buttate via le andresti a ricercare anche con il lanternino ma alla discarica non ce le trovi più perchè magari le ha recuperate uno più povero e più modesto di te che non ha roba che gli viene a noia ma si tiene stretta quella che ha.
Siete voi scialoni che l'Italia la avete ridotta all'osso e siete voi quelli che riempano i ristoranti così Berlusca può dire che in Italia i ristoranti sono sempre pieni.Sono sempre pieni ma di gente come voi che se ne frega dei poveri e dei disoccupati. Siete voi che se si ripresentasse Berlusca e tutti i suoi scagnozzi gli andresti anche a baciare il c..o. Se ritornasse il vero PCI sgalluzzeresti meno ve lo dico io.
Peccato che non potrà tornare più!!!!
Perora puppatevi la lega la margherita ecc. siete voi che ce li avete mandati perciò non protestate.... zitti e mosca.

12/4/2012 - 14:14

AUTORE:
Cittadino come pochi

Mi dispiace ma questi discorsi filocomunisti ormai lasciano il tempo che trovano. Provo a spiegarti come la penso:
I possibili acquirenti di Ikea sono, coloro che affittano le case a studenti e non e quindi certo non metteranno i mobili di massello. Coloro e sono molti che arredano seconde case al mare ed in montagna, coloro che non avendo abbastanza soldi ci arredano anche le prime case ecc.
Il mondo quindi è parecchio variegato ed il bacino di utenza di Ikea è molto ampio. Inoltre perchè comprare una cucina da 20.000 euro da un mobiliere e se poi mi viene annoia e la voglio cambiare? Invece ne spendo 5.000 e dopo dieci anni la cambio, molti la pensano cosi. Quindi la visione pessimista che hai non incontra assolutamente il mio modo di pensare e voglio sperare anche quello di molti altri.

12/4/2012 - 13:11

AUTORE:
Antikea

Fabi e Alessandri, magari un'informazione più accurata non vi farebbe male.

"Ikea e il made in Italy, siamo i cinesi d’Europa?
Ragazzi, che bella notizia! Finalmente dopo tanto pessimismo ecco un raggio di sole: la potentissima centrale acquisti dell’Ikea sceglie di congedare i fornitori asiatici e di affidare parte della sua produzione ai distretti italiani, soprattutto a quelli piemontesi.

Evviva, gli svedesi hanno capito il valore del made in Italy, le capacità dei nostri lavoratori, la raffinatezza della nostra tradizione artigianale...ma siamo sicuri che le cose stiano proprio così?

No, perché a pensarci bene viene un dubbio: non è che siamo semplicemente più economici dei cinesi, dove il costo del lavoro negli ultimi tre anni ha fatto un balzo del +20% tanto che le stesse aziende cinesi delocalizzano nelle aree confinanti?

Non è che più che la pregiata artigianalità del Made in Italy, la campagna acquisti fatta da Ikea per cercare nuovi fornitori abbia premiato solo il miglior offerente, cioè quello con i costi di produzione e di manodopera più bassi? La multinazionale svedese (bontà sua) ha scelto 24 nuovi fornitori piemontesi, distretti storici come San Maurizio d’Opaglio o Gozzano, che sono risultati più flessibili (ahia!) rispetto alla lontana Malesia (dove si aggiungono i costi di trasporto). In grado di produrre 30mila rubinetti just in time “rispettando il capitolato e riducendo i costi”.

Certo, capiamoci: in tempi di crisi è pur sempre un’ottima notizia, ci mancherebbe. Però il rischio è che si finisca a fare i cinesi d’Europa, (s)vendendo prodotti finiti a basso costo e sacrificando magari diritti e orari dei lavoratori.

Un esempio? Una percentuale altissima di cucine Ikea proviene da aziende e aziendine del Veneto, seguono Friuli-Venezia Giulia e Lombardia. Insomma nel Triveneto la multinazionale acquista più che in Germania o nella stessa Svezia; un’opportunità per i distretti “cucinieri” veneti illanguiditi dalla crisi. Non pensate alla Snaidero, a Veneta cucine o a marchi noti: a Casale di Scodosia c’è un polo del “mobile in stile”, quei mobili che compravano le nonne una volta nella vita quando si sposavano, quelli con gli intarsi e i piedini barocchi. Bene, ora non c’è più un tir da quelle parti la zona industriale è morta; quelli più bravi di loro vendono agli arabi, arredano appartamenti a Dubai.

E’ questo il vero Made in Italy o andrebbe rinnovato? Alcuni di loro ora fanno piccole forniture per l’Ikea. Ma chiediamoci: a che prezzo queste aziendine si mettono a disposizione di un colosso del genere? Lavorando sabato, domenica e festività varie, ignorando gli straordinari, utilizzando dipendenti stagionali nei picchi produttivi e lavoratori interinali che poi vengono lasciati a casa al primo calo degli ordini?".

Erminia della Frattina. Il fatto quotidiano 11/04/12

12/4/2012 - 8:08

AUTORE:
alessandro

ascolta,ognuno è libero di dire la sua ma secondo me queste sono cazzate,da quello che dici tu mi sembra di capire che ikea viene in italia perche il costo del lavoro è bassissimo e concorrenziale ai paesi africani e asiatici.io il motivo per cui ikea viene in italia nn lo conosco ma sicuramente assumeranno persone con regolare contratto nazionale che tra stipendio e contributi supera di gran lunga quello di un cinese (in cina) o di somalo (in somalia).il motivo potrebbe essere che un prodotto made in italy è piu appetibile di un prodotto made in china.....comunque vada ben venga l ikea che porta lavoro ai giovani italiani...e basta fare polemiche filo comuniste su tutto......sempre a fare i bastian contrari

12/4/2012 - 7:36

AUTORE:
fabio

finalmente, questi dovrebbero essere i comunicati che vorrei sentire piu' spesso da ikea, questi sono i veri posti di lavoro creati, è da queste notizie che che il paese può iniziare a risollevarsi dalla crisi.
Non sono scettico e schierato contro ikea ma sarei felice se qualche giornalista di quelli con le palle seguisse con attenzione gli eventi di tale notizia, mai e poi mai mi augurerei che fosse solo un modo per farsi pubblicita' gratuita perche' fino a 6 mesi fa' in una ricerca effettuata in un centro ikea a roma solo il 7% dei prodotti commercializzati proveniva da Italia e francamente penso che sia poca cosa per un gruppo a cui e' stato dato tanto spazio nel nostro paese.