Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Completiamo, per ora, la trilogia della “vista del mare”, un poco più a sud della “rotonda sul mare”.
Mare molto grosso per la prima, con una inusuale ondata di riflesso che non ha riscontro sulle spiagge basse e con una canzone aggiustata (penso appropriatamente) di Renato Zero -Spiagge-, alla quale ha fatto seguito, esattamente dallo stesso posto, un gruppo, questo invece evento comune, di osservatori di “questi posti davanti al mare” come titola la seconda canzone cantata da Fabrizio de Andrè, Ivano Fossati e Francesco de Gregori.
Costoro stavano aspettando mitiche femmine nordiche come i migliarinesi con le svedesi del famoso libro di Silvano Ambrogi che parla di Bocca di Serchio e la sua spiaggia come nessuno mai ha più fatto.
Oggi richiamo a cantare Renato Zero con una canzone molto particolare
-Dal mare-, con la differenza di direzione, sud anziche nord, e di aspettativa, dolore anziché amore, mettendo a vedere cosa possa arrivare dal mare un altro gruppo di abitatori delle spiagge, esseri che hanno in comune sulla pelle i due colori dell’opposizione: il bianco e il nero e stanno lì ad aspettare che dal mare arrivi l’altra loro metà del colore che manca, il nero e il bianco.
Superfluo dire che il posto è lo stesso.