Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
La notte del 10 agosto del 1944, mentre stava dormendo in una capanna vicino a Massarosa, Livia, vinta dalla stanchezza delle giornate incredibili appena trascorse, fece questo sogno. Si trovava in una residenza femminile a Berlino, quando Elly, la sua più cara compagna di studi, la svegliò dolcemente: dai Livia, svegliati, alzati e preparati! Livia si alzò e scelse il vestito a fiorellini, il migliore che aveva. Si sistemò i capelli alla moda del tempo, aggiungendo un semplice nastro. Si dette uno sguardo allo specchio e, prendendo la cartelletta nuova, si osservò soddisfatta e orgogliosa di sé. Era il suo primo giorno di scuola come maestra elementare.
Pur essendo italiana sapeva bene il tedesco: era stata selezionata per insegnare in un’importante scuola di Berlino. Amava la lingua tedesca e la conosceva a tal punto che sapeva a memoria filastrocche e ninnananne. Nella cartelletta rossa aveva pochi oggetti, ma tutti nuovi di zecca: il diario dell’insegnante, i pastelli Presbitero, un’appuntita matita rosso-blu. Si avviò anche verso la scuola.
Quando entrò in classe, un po’ emozionata, una trentina di bambine, quasi tutte bionde, scattarono in piedi tutte insieme e dissero in coro: Guten tag, liebe lehererin! Herzlichst willkommen. Buongiorno Maestra! Benvenuta di cuore! Il sogno finì bruscamente, Livia venne svegliata di soprassalto da una guardia tedesca e portata alla Sassaia.
Nota sulla sognatrice
LIVIA GERESCHI Nata a Pisa il 7 gennaio 1910, dove si laureò e intraprese la professione di insegnante di lingue straniere. Studiò in Germania e imparò il tedesco. Durante la guerra con lo sfollamento si rifugiò a Pugnano in una stalla adibita a ricovero. Di sentimenti antifascisti, aveva un comportamento esemplare e sobrio, molto dignitoso e riflessivo. Possedeva buone capacità di incoraggiare e di consolare chi le stava intorno. La notte fra il 6 e il 7 agosto 1944 le SS, con lo scopo di arrestare partigiani, effettuarono un rastrellamento presso La Romagna, arrestando trecento persone. Livia Gereschi si offrì per andare a parlare con i tedeschi in difesa degli sfollati. Ottenne così di far rilasciare donne e bambini, ma non gli uomini; lei stessa venne incolonnata insieme a loro e portata via. Nella mattina dell’11 agosto Livia Gereschi, insieme a un gruppo costituito da 69 persone, fu portata in una località chiamata La Sassaia e fucilata l'11 agosto insieme agli altri.
Scuola media I. C."Livia Gereschi" di Pontasserchio, classe 3B