Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Dopo avere seguita sognata invidiata studiata goduta, insieme purtroppo a pochi altri amici estimatori fotoamatori e purtroppo disturbata da una masnada di chiassosi utenti del circolo che hanno parlato o meglio baccagliato ad altissima voce di fronte alla porta della sala, dopo, dicevo, la presentazione della vastissima globalizzata sequenza di foto della natura di Valter Bernardeschi , dopo, dico, non mi sento più in grado di mettere le mie foto su questa rubrica.
Non parlo della tecnica perché Valter è un super premiato fotografo naturalista dal quale sono lontano anni luce e sulla quale è assurdo fare paragoni , non parlo dell’amore che ho per la Natura perché anch’io penso che non importa la foto ma quello che l’oggetto fotografato ti trasmette in quel piccolissimo tempo del clic e che mi fa immenso piacere avere in comune con l’Autore della serata, penso piuttosto all’oggetto, anzi i protagonisti di Attimi Luci Colori di Valter.
Oltre alla superiorità del solo pensiero di poter fare foto simili, vi era sullo schermo la superiorità della bellezza dell’immagine e della possibilità che la Natura possa regalare visioni simili.
Valter ha avuto la fortuna di poter spaziare in lontani paesi dove si possono ammirare cose impensate: centinaia di falchi (uno o due qui da noi fanno spettacolo!) che si radunano in un particolare posto in Inghilterra, migliaia e migliaia di gru che assaltano campi di granturco in Francia, stormi si sterne (quelle della locandina della serata) che scacazzano addosso e cercano di beccare l’intruso Valter che si avvicina troppo ai nidi e decine e decine di altri inimmaginabili scatti.
La sequenza di un incontro africano con un ghepardo e una gazzella ha fatto scattare addirittura qualcosa di diverso dall’ammirazione.
Il nostro fotografo stava cercando di riprendere la caccia di un ghepardo quando ha notato, poco distante, una gazzella che stava partorendo.
Una riflessione, una difficile scelta, poi il parto ha preso il sopravvento.
Scatti dell’uscita della testolina, delle zampe, del corpo, caduta in terra, su con le ginocchia poi prima seconda terza e quarta zampetta, tutto come se fosse un rendiconto tecnico di ginecologia quando accade l’inpensabile.
Il ghepardo stanco e deluso si ferma, la neo mamma fugge, il neo nato si accuccia e, scuro come è sembra una enorme cacata che a volte salva la vita, ma è troppo vicino, l’odore della placenta è forte e il super predatore da una leccata al corpicino.
Non l’avesse mai fatto!
La gazzellina, occhi cispiosi e primi morsi di fame, si alza e si mette a battere testate sulla pancia della belva (era tale e forse anche da poco mamma) per cercare di trovare una mammella.
Non occorre essere sentimentali per dare un urlo come hanno fatto le numerose donne presenti in sala, esclamazioni che esternavano meraviglia, amore e dolore per quello che non ci sarebbe stato bisogno di vedere in seguito, e non occorre esserlo neanche per non entrare nell’intimo di quell’animale che si era trovato davanti ad una situazione straordinaria che andava oltre la natura, la genetica, ma al mondo più che il Di enne a c’è la Fa emme e.
Ora io mi ritrovo abbacchiato perché in quei posti ci sono stato per anni e senza macchina fotografica, ho visto e vissuto le stesse cose ma senza poterle far vedere ad altri e allora faccio come questo airone bianco che si nasconde alla vista di chi lo vuole osservare da vicino, nascondendosi dietro le fronde che cadono sulla riva del fosso, io non ti vedo = tu non mi vedi, ma il riflesso c’è lo stesso e anche se questo non è realtà, quindi non esiste, io lo faccio mio, copiando sull’acqua.