Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Abbiamo accennato a due tipi di diabete: quello giovanile o di tipo I o insulino-dipendente e quello dell’adulto, di tipo II, non insulino-dipendente.
In effetti, ne esistono molte di più ed anche le cause possono essere diverse anche se la forma più frequente di diabete è quella legata in gran parte al nostro comportamento alimentare.
Il diabete però riconosce anche un’importante causa di predisposizione “familiare”. Non è una malattia che si trasmette di padre in figlio in maniera “genetica”, obbligatoria, ma quella che si trasmette è una certa predisposizione dei consanguinei allo sviluppo della malattia. Chi ha nella propria famiglia un parente, o più di uno, affetto da diabete, deve considerarsi potenzialmente a rischio e, cosa più importante, deve agire di conseguenza.
Chi ha familiarità diabetica deve considerare il proprio pancreas come una ghiandola non perfetta, in cui la produzione dell’insulina potrebbe non essere sufficiente per tutta la durata della propria vita. Se il consumo degli zuccheri è contenuto anche la richiesta di insulina sarà modesta (c’è un rapporto diretto fra glicemia e richiesta di insulina). In questo caso anche un organo non perfetto riuscirà a fornire la quantità necessaria. Nel caso invece l’assunzione degli zuccheri sia elevata,
anche la richiesta di insulina lo sarà, il pancreas dovrà produrre grandi quantità di proteina, sarà sottoposto a un gran lavoro che potrà, in caso di difetto, determinare la prematura insufficienza della ghiandola con comparsa della malattia.
Importantissimo quindi, in questa malattia più che in altre, il controllo del comportamento alimentare. Il diabetico adulto in soprappeso, infatti, raramente ha necessità di ricorrere a farmaci antidiabetici orali. E’ sufficiente ridurre il proprio peso corporeo e intraprendere una regolare attività fisica per veder scomparire la malattia. I pazienti che in occasione di un controllo di laboratorio si scoprono con una glicemia sopra i limiti della norma sappiano che semplicemente modificando le loro abitudini alimentari, ed introducendo l’abitudine ad una moderata attività fisica, questi valori possono rientrare, e rimanere, nella normalità senza la necessità del passaggio ad una terapia farmacologica.
Imperativo è quindi ridurre le calorie totali per diminuire il peso corporeo, ridurre gli zuccheri per risparmiare insulina e far lavorare meno il pancreas.
Ma cosa sono gli zuccheri?
Gli zuccheri o idrati di carbonio sono principalmente lo zucchero da cucina, i dolci, il pane e la pasta. Carboidrati sono presenti in moltissimi altri alimenti sottoforma di zuccheri semplici nella frutta, di amidi o zuccheri complessi nelle verdure, ma salvo casi particolarmente gravi in cui si rende necessaria una dieta scritta, nel diabete lieve spesso basta solo un po’ d’attenzione sul consumo di questi quattro alimenti.
Lo zucchero per dolcificare conviene eliminarlo. E’ abbastanza facile, i pazienti che lo ha fatto dopo un mese si dichiaravano già abituati e qualcuno addirittura soddisfatto del caffè senza zucchero (permessa la “correzione” o un po’ di latte). L’uso del dolcificante non è consigliato perché il sapore è diverso da quello dello zucchero per cui se un cambiamento di gusto ci deve essere tanto vale abituarsi a farne a meno.
Il pane e la pasta vanno ridotti.
Esiste un sistema semplice per fare questo che consiste nel dosare, ad ogni pasto, la quantità giusta di zuccheri fra il primo ed il secondo piatto.
Ad un primo costituito da pasta si cerca di associare un secondo senza pane, ad un secondo “in umido”, dove fare a meno del pane sarebbe troppo penalizzante, si fa corrispondere un primo senza pasta (un minestrone di verdura, ad esempio).
Il dolce, in modica quantità, è concesso solo la domenica. Per le feste importanti con inviti al ristorante si consiglia solo di fare un po’ di attenzione al valore “in zuccheri” delle portate: questo perché un’interruzione serve a spezzare il ritmo ed è utile per il mantenimento del controllo tutti gli altri giorni della settimana.
Come vedete non è una “dieta” quella che viene proposta al diabetico lieve e in soprappeso, ma un comportamento alimentare abbastanza semplice e non eccessivamente impegnativo. Basta solo fare un po’ di attenzione a quello che si mangia, mettere ordine al proprio comportamento alimentare. Se a questo poi si aggiunge un po’ di attività fisica si riesce ad ottenere non solo un gradito ritorno al peso ideale, ma anche la scomparsa della malattia.
Nel caso tutte queste misure non siano sufficienti, solo allora si ricorrerà ai farmaci (antidiabetici orali e insulina) che saranno in grado di controllare adeguatamente la malattia. Anche in corso di terapia farmacologica il controllo della dieta sarà comunque importante perché i farmaci somministrati saranno dosati in base ai valori glicemici del soggetto, dipendenti sempre dalla quantità di carboidrati assunti dal paziente.