Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
I lavoratori non sono auto blu. Non siano i lavoratori a pagare per le scelte dei politici e dei dirigenti
Leggiamo con gran risalto sulla stampa locale ” che l’amministrazione di San Giuliano Terme ha contenuto la malmessa spesa comunale “stangando i dirigenti e i dipendenti, anziché i cittadini”. Lasciamo verificare ai cittadini stessi, tartassati da tagli ai servizi, da aliquote IMU e IRPEF ai massimi consentiti e impoveriti dalla svendita del patrimonio pubblico, la veridicità della notizia.
Per quanto riguarda i dipendenti comunali, il sindacato COBAS intende denunciare il maldestro tentativo dell’amministrazione di sminuire le responsabilità politiche all’origine dell’attuale stato di crisi della finanza comunale.
Da una parte si offrono in pasto all’opinione pubblica - indistintamente - dirigenti e dipendenti comunali per solleticare il diffuso risentimento verso la categoria degli impiegati pubblici e si tenta di acquisire consenso sbandierando una presunta politica di rigore sulla pelle dei dipendenti. Dall’altra ci si giustifica con i lavoratori accampando la scusa della “necessità” dei tagli stessi, invocando un parere della Corte dei Conti a proposito degli enti fuori dal patto di stabilità. Bell’esempio di “cerchiobottismo”!
I COBAS ritengono che spacciare le pesanti conseguenze della rottura del patto di stabilità come coraggiosa scelta di riduzione della spesa per il personale sia una grossolana astuzia politica. Mettere sullo stesso piano la rimozione del Direttore generale e il taglio delle indennità dirigenziali da una parte, e il salario accessorio dei dipendenti dall’altra è un’operazione spregiudicata. Confondere alte responsabilità gestionali, basate su incarichi fiduciari profumatamente pagati, con indennità di poche decine di euro mensili dei semplici dipendenti è autentica mistificazione.
Ciononostante, non è comprensibile, perfino agli occhi di un sindacato di base, il senso di un simile taglio alle indennità dirigenziali: se l’amministrazione ritiene che il dirigente abbia lavorato male, ha il potere di rimuoverlo dall’incarico. Non è un caso che la legge, in caso di “sforamento” del patto di stabilità, sanzioni gli amministratoti con una decurtazione dell’indennità del 30 % e non preveda altrettanto per i dirigenti. Ma se il dirigente non viene rimosso, perché ridurre l’indennità? Se il taglio è una misura di contenimento della spesa, perché si è aspettato così a lungo? E se è possibile lavorare agli stessi risultati con soli due dirigenti, come mai, per anni, ne sono stati mantenuti ben cinque? Tutte queste domande chiamano in causa, ancora una volta, responsabilità politiche, più o meno recenti. Forse avevamo ragione quanto lamentavamo una sproporzione nell’assetto comunale, tra ruoli dirigenziali e vice-dirigenziali, e resto della struttura?
Si ricorda ai cittadini, ai quali viene richiesto di plaudire alle misure esemplari, che la “produttività” dei pubblici dipendenti non è altro che una parte della retribuzione annua, assoggettata per contratto a valutazione di risultato. Anni e anni di blocco contrattuale e di perdita di potere d’acquisto hanno fatto della retribuzione “variabile” - una volta ritenuta “premiale” - una voce irrinunciabile dello stipendio, mentre oggi viene fatta pubblicamente passare quasi come una regalia, uno spreco da tagliare, un lusso al pari dell’auto blu!
E’ bene chiarire che questa “operazione manifesto” non avrà nessun riflesso apprezzabile sullo stato del bilancio comunale. Magari fosse così! Il bilancio non se ne gioverà, non si libereranno risorse per i cittadini, il patrimonio comunale continuerà a essere svenduto, le tariffe dei servizi continueranno ad aumentare e i servizi erogati diminuiranno.
Anzi, a subire le conseguenze del taglio alla retribuzione, oltre ai lavoratori, saranno gli stessi cittadini, ai quali verranno a mancare servizi pubblici proprio a causa del taglio alla spesa per gli straordinari e delle indennità (alcuni servizi cimiteriali, il servizio di Polizia municipale pomeridiano e notturno, l’orario continuato dello Sportello unico per il cittadino, e altri ancora). E’ questa “l’organizzazione più snella e meno costosa” di cui parla l’amministrazione? La nostra opinione è che sono capaci tutti a risparmiare tagliando stipendi e servizi!
Per questi motivi i COBAS non accettano lo strumentale richiamo dell’amministrazione “al senso di responsabilità” a cui i lavoratori sono chiamati “per la funzione pubblica che svolgono”, e ricordano ai cittadini che da troppo tempo è proprio la responsabilità di questi ultimi a supplire, per quanto possibile, alla sempre più evidente inadeguatezza dell’azione politica.
COBAS SAN GIULIANO TERME
Per il Cobas Antonio Demitri