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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a spaziodonnarubr@gmail.com
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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A cura di Erminio Fonzo
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
LIBRI
Le emozioni letterarie di LILY

7/6/2012 - 7:45



Le parole, quelle che volano o che restano impresse sulla carta sono l’espressione della nostra anima. Ci sono tante parole per ogni anima buona, cattiva, disperata, felice, stanca, appassionata, bugiarda. E dentro ogni anima uomini e donne che dovrebbero poter vivere insieme e condividere emozioni. Quello che io vorrei fare con voi, parlando di libri e non solo.


Lily era il diminutivo con cui Dashell  Hammett, scrittore giallista americano degli anni 30-40, vezzeggiava il suo amatissimo tormento Lillian Helman,  a sua volta scrittrice.


Guardando la foto di Lily la trovi persino un po’ brutta ma poi leggi “Pentimento”, libro che ha scritto nel 73 e un volto nuovo si sovrappone al suo. Quello di una donna coraggiosa, capace di affrontare la sua vita, gli orrori, le persone che l’affollano con uno sguardo assolutamente moderno e inaspettato.

Confesso che l’emozione maggiore e forse più scontata, perché ricercata fin dall’inizio è quella che ha trovato in “Julia”, dove si parla della sua amicizia, durante la Seconda Guerra Mondiale, con un’altra donna ricca e antifascista, che cerca di salvare gli ebrei con i suoi soldi ed il suo coraggio.

Aver visto il film omonimo di Fred Zimmermann, in cui Julia è Vanessa Redgrave e Lily Jane Fonda ha suscitato la mia curiosità per il libro.

Il film, bellissimo con una Redgrave in stato di grazia (con occhi perennemente sfavillanti di sfida che ti penetrano dentro) non rende però giustizia al personaggio di Lily, che appare timoroso, titubante nell’avventura di portare soldi nascosti alla propria amica. E la vera Lily era al contrario una donna forte, controcorrente, con posizioni decise contro tabù, ipocrisia, “fascismo” di stato e non. Una donna liberale e di sinistra, in un paese, gli Stati Uniti, che negli anni 50 ha attuato una vera “caccia alle streghe” verso gli intellettuali che non avessero posizioni per così dire “conservatrici”.


In questa mia prima “immersione” nelle emozioni letterarie da condividere con voi non posso non farvi partecipe (doppia negazione = affermazione!) di quello che per caso è diventato il libro della mia vita.

Vi ricordate il film “Chocolate” con Depp e Juliette Binoche?  Johnny Depp guardando intensamente la cioccolataia Juliette Binoche, prova di volta in volta i cioccolatini da lei preparati dicendo “Questo è eccellente ma….non è il mio preferito”

Fino a quando in un momento di tensione emotiva precisa, inaspettatamente dice “Ecco, questo è il mio preferito”. Così è successo a me. In mezzo a tanti libri “eccellenti” letti, amati e “riletti” (ogni volta rileggendo un libro riesci a gustare attimi di emozione che la passione e la “voracità” iniziale non ti hanno permesso di scovare) improvvisamente scopri per caso quello che è “il più bello” in assoluto.


La scrittrice si chiama Romana Petri, un nome e cognome “evocativi” di un tempo antico, di una infanzia anni 60 assolata e profumata di erba medica, di una “signorina Elena”, dolcissima che ci insegna a ricamare. Il suo libro è “ovunque io sia”. L’inizio e la fine sono in “continuum”. Il sogno e la realtà che si mescolano, la vita e la morte. Il ciclo vitale appunto dell’inizio e della fine.
La storia è semplicemente folgorante nella sua apparente semplicità, quella di una donna “Maria Do Cen”. Circondata da altre donne, immerse nelle loro vite, difficili, sconsolate, tragiche, felici nell’assenza di tutto. In una Lisbona dominata dal vento di mare, incastrata nelle sue viuzze, nei suoi odori, nel saliscendi continuo tra l’”alto” e il “basso”. La vita di una donna “vera”, quella di Maria, fatta di privazioni ma anche dell’amore immenso di una madre “vocata” che può anche rinunciare a lei, affidandola a Ofelia, senza perdere un briciolo del suo ruolo materno. Margarida rappresenta infatti la tenacia della vita ad ogni costo, quel sentimento che ti fa sempre abbassare la testa contro la tempesta ed essere felice anche solo di uno spiraglio di sole che batte sulla finestra. Il contrario di Ofelia, abbruttita dall’umiliazione di una vita matrimoniale infelice. Ma sono gli uomini la vera scoperta di questo libro. Uomini egoisti, arroganti, presuntuosi, ruffiani.

Tutti meno uno.

Scopritelo mentre si immerge nel mare. Un mare, acqua di sorgente, dal fondo acciottolato (nel mio immaginario il mare è sempre così).


Ah dimenticavo il romanzo attraversa una parte dolorosa della storia portoghese, la dittatura di Salazar, intersecandosi con la vita di Maria Do Cen con i suoi percorsi umani e sociali.
E’ un romanzo al femminile. Che racchiude molte donne.

Tutte quelle che sono in noi, tutte quelle che ci circondano.

Tutte quelle che verranno, che avranno anche loro e più di noi bisogno del loro e del nostro coraggio.

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