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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
LIBRI
Le emozioni letterarie di LILY

7/6/2012 - 7:45



Le parole, quelle che volano o che restano impresse sulla carta sono l’espressione della nostra anima. Ci sono tante parole per ogni anima buona, cattiva, disperata, felice, stanca, appassionata, bugiarda. E dentro ogni anima uomini e donne che dovrebbero poter vivere insieme e condividere emozioni. Quello che io vorrei fare con voi, parlando di libri e non solo.


Lily era il diminutivo con cui Dashell  Hammett, scrittore giallista americano degli anni 30-40, vezzeggiava il suo amatissimo tormento Lillian Helman,  a sua volta scrittrice.


Guardando la foto di Lily la trovi persino un po’ brutta ma poi leggi “Pentimento”, libro che ha scritto nel 73 e un volto nuovo si sovrappone al suo. Quello di una donna coraggiosa, capace di affrontare la sua vita, gli orrori, le persone che l’affollano con uno sguardo assolutamente moderno e inaspettato.

Confesso che l’emozione maggiore e forse più scontata, perché ricercata fin dall’inizio è quella che ha trovato in “Julia”, dove si parla della sua amicizia, durante la Seconda Guerra Mondiale, con un’altra donna ricca e antifascista, che cerca di salvare gli ebrei con i suoi soldi ed il suo coraggio.

Aver visto il film omonimo di Fred Zimmermann, in cui Julia è Vanessa Redgrave e Lily Jane Fonda ha suscitato la mia curiosità per il libro.

Il film, bellissimo con una Redgrave in stato di grazia (con occhi perennemente sfavillanti di sfida che ti penetrano dentro) non rende però giustizia al personaggio di Lily, che appare timoroso, titubante nell’avventura di portare soldi nascosti alla propria amica. E la vera Lily era al contrario una donna forte, controcorrente, con posizioni decise contro tabù, ipocrisia, “fascismo” di stato e non. Una donna liberale e di sinistra, in un paese, gli Stati Uniti, che negli anni 50 ha attuato una vera “caccia alle streghe” verso gli intellettuali che non avessero posizioni per così dire “conservatrici”.


In questa mia prima “immersione” nelle emozioni letterarie da condividere con voi non posso non farvi partecipe (doppia negazione = affermazione!) di quello che per caso è diventato il libro della mia vita.

Vi ricordate il film “Chocolate” con Depp e Juliette Binoche?  Johnny Depp guardando intensamente la cioccolataia Juliette Binoche, prova di volta in volta i cioccolatini da lei preparati dicendo “Questo è eccellente ma….non è il mio preferito”

Fino a quando in un momento di tensione emotiva precisa, inaspettatamente dice “Ecco, questo è il mio preferito”. Così è successo a me. In mezzo a tanti libri “eccellenti” letti, amati e “riletti” (ogni volta rileggendo un libro riesci a gustare attimi di emozione che la passione e la “voracità” iniziale non ti hanno permesso di scovare) improvvisamente scopri per caso quello che è “il più bello” in assoluto.


La scrittrice si chiama Romana Petri, un nome e cognome “evocativi” di un tempo antico, di una infanzia anni 60 assolata e profumata di erba medica, di una “signorina Elena”, dolcissima che ci insegna a ricamare. Il suo libro è “ovunque io sia”. L’inizio e la fine sono in “continuum”. Il sogno e la realtà che si mescolano, la vita e la morte. Il ciclo vitale appunto dell’inizio e della fine.
La storia è semplicemente folgorante nella sua apparente semplicità, quella di una donna “Maria Do Cen”. Circondata da altre donne, immerse nelle loro vite, difficili, sconsolate, tragiche, felici nell’assenza di tutto. In una Lisbona dominata dal vento di mare, incastrata nelle sue viuzze, nei suoi odori, nel saliscendi continuo tra l’”alto” e il “basso”. La vita di una donna “vera”, quella di Maria, fatta di privazioni ma anche dell’amore immenso di una madre “vocata” che può anche rinunciare a lei, affidandola a Ofelia, senza perdere un briciolo del suo ruolo materno. Margarida rappresenta infatti la tenacia della vita ad ogni costo, quel sentimento che ti fa sempre abbassare la testa contro la tempesta ed essere felice anche solo di uno spiraglio di sole che batte sulla finestra. Il contrario di Ofelia, abbruttita dall’umiliazione di una vita matrimoniale infelice. Ma sono gli uomini la vera scoperta di questo libro. Uomini egoisti, arroganti, presuntuosi, ruffiani.

Tutti meno uno.

Scopritelo mentre si immerge nel mare. Un mare, acqua di sorgente, dal fondo acciottolato (nel mio immaginario il mare è sempre così).


Ah dimenticavo il romanzo attraversa una parte dolorosa della storia portoghese, la dittatura di Salazar, intersecandosi con la vita di Maria Do Cen con i suoi percorsi umani e sociali.
E’ un romanzo al femminile. Che racchiude molte donne.

Tutte quelle che sono in noi, tutte quelle che ci circondano.

Tutte quelle che verranno, che avranno anche loro e più di noi bisogno del loro e del nostro coraggio.

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