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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
LA SALUTE A PORTATA DI MANO
dal libro “IO, MEDICO” di G.P. ed altri
Dieta dimagrante

9/6/2012 - 8:26

 
Tutta la mia simpatia ed il mio sincero incoraggiamento a tutti coloro che decidono di intraprendere una dieta. La decisione, infatti, significa voler affrontare un problema che purtroppo esiste, volerlo risolvere. Purtroppo però chi decide di iniziare una dieta spesso dà inizio ad un periodo più o meno lungo di sacrifici alimentari che non sempre riescono a risolvere completamente il problema. Talvolta addirittura la mancata riuscita può essere fonte di ulteriore frustrazione con atteggiamenti di scoraggiamento e comparsa di note depressive. Perché affrontare una dieta non è facile.
Per parlare di quella dimagrante (la dieta nettamente più affrontata nel nostro ipercalorico paese), c’è da dire che in una buona percentuale di casi si riesce effettivamente ad ottenere una riduzione ponderale soddisfacente. Il perdere peso, infatti, non è troppo difficile. Il sacrificio che bisogna affrontare è certamente grande ma se la restrizione dietetica necessaria alla riduzione è limitata nel tempo, ed il soggetto molto motivato, si può effettivamente riuscire a ridurre il peso in maniera significativa.
Più difficile è riuscire a mantenereil peso raggiunto, e questo essenzialmente per due motivi.
Il primo è che c’è evidentemente una certa stanchezza, una noia alimentare per la limitatezza dei cibi assunti, per la indispensabile carenza dei condimenti, per la mancanza o forte riduzione dei piatti preferiti. Un motivo di tipo psicologico quindi mentre il secondo è più di tipo fisiologico, organico.
Nel nostro cervello esiste una zona specifica dove è registratoil nostro peso corporeo attuale che viene considerato “normale”. Quando modifichiamo il nostro peso (in questo caso riducendolo), l’organismo ritiene questo cambiamento come qualcosa di negativo, che modifica un equilibrio che si ritiene perfetto, e tende conseguentemente a riportare il peso a quello che lui considera il peso ideale, cioè quello precedente.
Questo si traduce in un aumento della fame, in una diminuzione del senso di sazietà, addirittura in una riduzione del metabolismo basale, cioè ogni meccanismo viene attivato con lo scopo di riportare il peso a quello precedente, considerato quello normale. Questo meccanismo spiega il repentino ritorno di molti pazienti al peso che avevano in partenza, ed anche l’importanza di quella “dieta di mantenimento” che deve obbligatoriamente seguire la dieta dimagrante vera e propria.
Non va quindi sottovalutata quindi questa fase di mantenimento poichè ha lo scopo preciso di mantenere il peso raggiunto fino alla sua definitiva registrazione cerebrale come nuovo peso ideale. Riuscendo a mantenere sufficientemente a lungo il nuovo peso, questo viene definitivamente registrato come “normale” e può essere mantenuto con relativa facilità.
Proprio per queste difficoltà spesso la soluzione non è quella di praticare una dieta, ma cercare di modificare invece il nostro comportamento alimentare.
La dieta per definizione è una forzatura alimentare che può avere solo una durata limitata nel tempo. Essa spesso è anche un po’ squilibrata, ripetitiva, priva o povera di condimenti che danno sapore e aromi ai cibi, oltre che ridotta in calorie. Per non parlare di quelle squilibratissime che prendono il nome dall’unico alimento permesso: delle uova, dei legumi, delle zucchine ecc. che non sono pericolose se durano pochissimo, se protratte a lungo possono invece dare seri problemi di salute. Anche quelle prescritte in ambito medico, e quindi equilibrate e non pericolose, alla fine stancano e vengono abbandonate. Un buon consiglio è che queste ultime siano considerate dai pazienti solo come “trampolino di lancio” verso quella che è la soluzione radicale del problema: il cambiamento delle abitudini alimentari. 
Un diabetico rimane un diabetico per tutta la vita. Un individuo obeso, che ha raggiunto il peso che ha perché mangia più calorie di quelle che gli servono per il suo metabolismo, può si affrontare una dieta rigorosa con l’obiettivo di rientrare nel peso corretto, ma poi deve necessariamente cambiare abitudini alimentari altrimenti torna rapidamente al peso che aveva in precedenza ed anche più (vedi metabolismo più lento e reazione alle restrizioni alimentari sopportate).
Nel cassetto di ogni medico esistono molte diete dimagranti già preparate da 1200 o 1500 calorie per le donne e 2000 per i maschi. Basta seguirle, senza spesa per il dietologo, senza spesa per eventuali medicine ma solo muniti di un po’ di buona volontà, una motivazione magari importante, una decisione magari sofferta ma matura e consapevole. Abbiamo anche alcuni farmaci abbastanza innocui che possono essere proposti, come primo aiuto, magari solo come inizio. Poi bisogna però prendere consapevolezza del valore degli alimenti, del loro “peso” calorico, “sapere” cosa si mangia. Sembra incredibile ma spesso solo educazione alimentare e conoscenza del valore degli alimenti sono sufficienti modificare il peso corporeo. Il paziente può imparare a gestire quello che mangia, a osservare quello che mangia e riuscire con una certa facilità a controllare la sua alimentazione.
Se il paziente riesce a fare questo, ad imparare a fare questa operazione di controllo è sulla buona strada per risolvere il problema definitivamente. Alcuni possono, all’inizio, aver bisogno di essere seguiti, guidati e incoraggiati da un dietologo, e la cosa può andar bene, ma poi necessariamente debbono imparare questo esercizio che ritengo fondamentale: osservare e controllare quello che mangiano, a casa propria.
La dieta, infatti, si fa a casa! Non si fa al ristorante o quando siamo in compagnia di amici. In questo caso ci si controlla (è sempre utile), ma è buona norma interrompere, avere delle pause. La dieta si riprende a casa propria, tutti i restanti giorni, dove possiamo controllare meglio quello che mangiamo e non dobbiamo dare spiegazioni.
Tremilacinquecento calorie sono mezzo chilo di peso: mangiando 3500 calorie di meno si perde mezzo chilo, con 3500 di più si aumenta di mezzo chilo. Naturalmente questo oltre il fabbisogno calorico giornaliero.
Il fabbisogno giornaliero di calorie varia da individuo ad individuo in funzione del sesso, dell’attività fisica (lavoro leggero o pesante), dell’età. Di questi fattori chiaramente l’unico in grado di essere modificato è quello dell’attività fisica.
Consideriamo il nostro peso come una bilancia a piatti oscillanti (la famosa stadera): da una parte mettiamo il peso in calorie di quello che mangiamo, dall’altra il peso in calorie di quello che consumiamo. Se i due piatti sono equilibrati il nostro peso rimane costante. Se è squilibrato dalla parte delle calorie che assumiamo (mangiamo cioè più calorie di quelle che riusciamo a consumare con l’attività fisica), questo comporta un aumento di peso, al contrario si perde peso se è più pesante il piatto dell’attività fisica rispetto a quello delle calorie. Ecco l’importanza fondamentale dell’attività fisica in ogni tipo di dieta dimagrante!
Facendo movimento, ginnastica, palestra, piscina, bicicletta ecc. si consumano calorie ed il piatto corrispondente diventa più pesante. Se all’attività fisica sommiamo una certa “attenzione” alimentare, alleggerendo quindi l’altro piatto, succede che lo squilibrio a favore della perdita di peso può raggiungere livelli sufficienti per un programma di dimagrimento a lungo termine. I sacrifici alimentari vengono cioè ridotti a causa del maggior consumo di calorie con l’attività fisica ed il programma di riduzione di peso può continuare per un tempo sufficientemente lungo.
Dedicare parte del tempo libero ad un’attività fisica o sportiva comporta notevolissimi vantaggi dal punto di vista fisico ed anche psicologico. I pazienti che hanno adottato questo programma dichiarano di sentirsi meglio, di essere più in forma, di avere più voglia di fare. Questo è dovuto solo in parte alla perdita totale o parziale del peso in eccesso: l’attività fisica è rilassante, antistress, socializzante, divertente ed inoltre determina anche, a livello cerebrale, la liberazione di particolari sostanze naturali, dette endorfine, simili alla morfina, che hanno la proprietà di dare una gradevole sensazione di benessere fisico e mentale.
Ultima cosa è la soddisfazione personale di essere riusciti a modificare le proprie abitudini di vita in un senso sicuramente più attento alla propria salute e l’elevazione del sentimento di autostima che permette di continuare piacevolmente l’attività fisica.
Bisogna sempre comunque ricordare che la dieta la fa il paziente e non il medico. Qualunque dieta e qualunque medico vanno ugualmente bene. Ricordate che non esiste la dieta o il medico migliore, non vi fate ingannare esiste solo il paziente più o meno motivato, la volontà più o meno forte di riuscire.
Alcuni vogliono perdere peso principalmente per motivi estetici, e vanno rispettati nella loro scelta perché stare bene con se stessi è condizione fondamentale per stare bene anche con gli altri, ma il motivo principale del mantenimento del peso corporeo corretto è e rimane un motivo medico.
Gli individui obesi sono più soggetti a molte malattie gravi come il diabete, le malattie di cuore e dei vasi (ipertensione, infarti, ictus), delle ossa (artrosi, fratture), emorroidi, vene varicose, calcoli biliari. Gli obesi vengono ricoverati più frequentemente in ospedale e statisticamente sono soggetti ad un maggior numero di complicazioni chirurgiche rispetto alle persone con peso normale.
Sono correlazioni statistiche che devono far riflettere e nel mondo vi sono campagne di moralizzazione, incentivi e programmi governativi per cercare di frenare questo progressivo aumento del peso medio delle popolazioni dei paesi occidentali e negli USA dove il fenomeno è veramente allarmante.
Due parole infine sulle frodi farmaceutiche.
In Italia si spendono cifre enormi per l’acquisto di prodotti che promettono effetti miracolosi in ogni settore e i soggetti in soprappeso appaiono statisticamente i più sensibili a queste offerte miracolose. Alcuni prodotti sono offerti in maniera grossolana, ad esempio con testimonianze dirette di persone dimagrite o con foto “prima e dopo la cura”. Penso che in questo caso la truffa sia evidente. Altri nascondono più insidie e bisogna prestare attenzione: un prodotto sponsorizzato dai medici deve essere guardato con sospetto, i medici non sponsorizzano un prodotto che stimano, lo usano (e se lo sponsorizzano sono pagati). I buoni o tagliandi sconto delle riviste servono a lanciare prodotti di solito scadenti, quelli buoni non ne hanno bisogno. Diffidate delle “garanzie”: in medicina non si possono mai dare garanzie, nessuna prestazione medica seria è accompagnata dalla garanzia “soddisfatti o rimborsati”. Il vostro medico indossa forse braccialetti di rame? Usa una crea miracolosa per combattere le rughe? O dimagrisce solo sulla pancia con qualche attrezzo magico?
E’ evidente la sciocchezza di queste affermazioni.
Una considerazione finale sulle diete dimagranti può essere questa: se una dieta è definita “rapida” e “facile” non è sicuramente una dieta sicura ed efficace.
La dieta dimagrante è “lenta “ e “difficile”, ci vuole impegno e sacrificio, motivazione, appoggio dal medico e dalla famiglia, volontà. Ci vuole, prima di tutto, una preparazione psicologica che parta dalla consapevolezza che è una prova molto impegnativa, l’esatto contrario di quanto promesso da prodotti che fanno dimagrire “rapidamente e senza fatica”. I bei sorrisi delle belle ragazze magre che si vedono in televisione non traggano in inganno: sorridono perché sono pagate per farlo, ma anche perché magre lo sono sempre state e non hanno avuto bisogno di fare nessuna dieta.
 
 
 
 
 
 

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