Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose.
Quella che stiamo vivendo è una crisi di sistema, che è crisi del capitalismo finanziario, della società di mercato, delle economie di carta.
Forte continua ad essere l’impatto negativo sulle risorse e sui diritti. I nuovi equilibri globali hanno modificato la distribuzione mondiale del lavoro; siamo al limite di rottura del sistema del consumo ed al decadimento del “modello” neo-liberista dell’Occidente, basato su queste idee: meno Stato, solo mercato, l’adozione di politiche di potenza, lo sfruttamento delle risorse e del lavoro.
Accanto a questo ed in contrapposizione ad esso si registrano le dinamiche e la spinta al cambiamento che le società esprimono: mi riferisco ai movimenti per le libertà e per il pane, agli “indignati” contro la finanza; al movimento costituitosi intorno ai referendum e sul tema dei “beni comuni; ai risultati delle elezioni amministrative.
Di fronte a tutto questo, la politica appare impotente ed incapace di comprendere e di offrire “nuove vie”.
A fronte di una comunità che si fa “esigente”, che sente la complessità delle interrelazioni tra i fenomeni, occorre, invece, una politica coraggiosa, che torni a fare “pensieri lunghi”, che non insegua il consenso “lisciando la pancia” o coltivando clientele, ma che proponga una “via” e che cerchi di guidare un processo di cambiamento.
Sul piano dell’analisi, occorre partire dalla necessaria critica radicale al modello liberista, dicendo “sì” ad un’economia di mercato – anche se più etica e sociale – ma dicendo “no” alla società di mercato, dove tutto è merce, persino i diritti ed anche il lavoro! Su quest’ultimo aspetto c’è la necessità di riaffermarne dignità sociale e centralità al tema del lavoro.
Non basta “creare lavoro”. Le politiche del governo di destra di questi lunghi anni lasciano all’Italia un messaggio culturale aberrante, secondo il quale tutte le responsabilità – anche quelle della crisi del sistema capitalistico neo-liberista – dipendono dai lavoratori.
Da questa tesi di fondo ne discende una precarietà fuori controllo e senza tutele, licenziamenti più facili, abbassamento dei salari e, più in generale, contrazione dei diritti dei lavoratori. E questo ha aperto una voragine nel cuore della stessa Democrazia.
Abbiamo bisogno di rifondare un modello di democrazia sostanziale; la democrazia come valore e non come semplice forma di governo; una democrazia più partecipata – ma sulle idee e non sui nomi – che riconosca a pieno l’autodeterminazione del cittadino; una democrazia economica, alimentare, energetica, che non sia una parola vuota, ma che torni a significare e ad essere “il potere del popolo”, che abbia il coraggio di mettere al centro la “questione fiscale”, quale primo patto tra Cittadino e Stato e quale strumento di giustizia ed uguaglianza.
E quindi affrontare la crisi ed il problema del debito, sempre assumendo quel punto di vista generoso e non egoista verso chi verrà dopo di noi, senza bisogno di colpire sempre pensioni e servizi ed attuando una vera lotta all’evasione. Questo è ciò che vorrei che pensasse, dicesse e facesse il Partito Democratico!
Ma so anche che è proprio questo ancora il problema del PD, “ingessato” sul piano dell’elaborazione politica dalle differenze tra chi strizza l’occhio al neo-liberismo e che si sente nel solco della cultura socialdemocratica.
E’ quanto mai urgente invece trovare una sintesi nuova, una “nuova via” tra queste posizioni, anziché parlare solo di primarie! Altrimenti non credo che saremo uno strumento utile al Paese e falliremmo l’obiettivo di svolgere una nostra funzione storica.
Il progetto di “Ricostruzione” di Bersani può essere questo, se apre davvero una stagione nuova di discussione e di decisioni.
Giacomo Sanavio
Assessore Provincia di Pisa