Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
La perdita di sangue dal naso (epistassi), è sempre stato motivo di grande agitazione nei pazienti perché il sangue è ritenuto sempre segno di gravità di malattia, anche se, in effetti, solo raramente rappresenta un reale fattore di rischio per la vita dei pazienti. Lo spavento è ancora maggiore quando la perdita di sangue avviene in un bambino piccolo.
In pratica tuttavia, e per fortuna, un’emorragia è un evento importante e pericoloso solo quando è legato alla lesione di un’arteria.
Le arterie sono i vasi che portano il sangue che viene pompato dal cuore ed in cui la pressione sanguigna è elevata. In caso di lesione di un’arteria il sangue può schizzare fino a qualche metro di distanza e l’emorragia mostra subito la sua pericolosità anche ai meno esperti. Il sangue esce infatti rapidamente, con grande forza e mette altrettanto rapidamente in pericolo la vita del paziente.
Un’altra caratteristica della lesione di un arteria è che la fuoriuscita avviene ad intermittenza, in concomitanza cioè con la contrazione cardiaca, e questo a differenza delle vene dove, non essendoci pressione, il sangue esce lentamente “gocciolando” con continuità.
Nel caso di lesione di un’arteria, proprio per la pressione elevata, il sanguinamento non si arresta con un semplice tamponamento ma è necessario posizionare un laccio “a monte” della ferita e recarsi subito al Pronto Soccorso.
Proprio per la pericolosità di una loro lesione le arterie nel nostro corpo sono poste più in profondità delle vene, all’interno dei muscoli e quindi più riparate dai traumi che possono venire dall’esterno (le più superficiali corrono infatti lungo la parte interna delle braccia e delle gambe).
In caso d’epistassi invece quella che si rompe è piccola vena.
Il sangue può uscire anche in abbondanza (dipende dalla grandezza della vena), ma esce sempre senza pressione, in maniera continua gocciolando dalla fossa nasale interessata.
Questa emorragia non metterà mai in pericolo la vita del paziente per due motivi:
1) il sanguinamento sarà sempre modesto
2) l’emorragia sarà facilmente arrestabile con un tamponamento.
Il motivo del sanguinamento può essere un trauma della parte molle del naso causata dall’introduzione delle dita (specie nei bambini), un soffiamento troppo energico, una particolare delicatezza della zona del naso dove le vene sono più superficiali. Si verifica con maggiore frequenza nel periodo invernale per la contemporanea presenza di un raffreddore, di un ambiente con aria troppo secca, di una mucosa nasale irritata.
E’ importante tenere presente che:
-il sanguinamento non è mai grave
-puo’ essere arrestato facilmente da soli senza l’intervento del medico
-è quasi sempre associato ai fattori sopra esposti (raffreddore,
trauma, secchezza nasale)
-gli accertamenti per stabilirne la causa non sono urgenti e possono
essere eseguiti più comodamente quando l’emorragia sarà cessata.
In caso di sanguinamento la prima cosa da fare è quella semplicemente di stringere con le mani la parte molle del naso (si può usare anche una moletta per panni). Se la compressione è mantenuta sufficientemente a lungo (il tempo dovrebbe essere di almeno cinque minuti), questo semplice meccanismo è in grado di arrestare l’emorragia.
Il soggetto deve stare seduto, con la testa eretta (non all’indietro), con impacchi freddi o borsa del ghiaccio sul dorso del naso. E’ importante mantenere sufficientemente a lungo la compressione, affinchè il sangue abbia il tempo di coagulare. In caso di pazienti che assumono farmaci come l’aspirina od altri “antiaggreganti” per problemi circolatori, questo tempo può essere sensibilmente più lungo (è l’effetto dei farmaci che sono assunti proprio per questo scopo).
Se il sanguinamento è abbondante, o la posizione della piccola vena rotta molto posteriore, una parte del sangue può arrivare fino in bocca. Tenendo la testa eretta ed esercitando la compressione di solito anche questo problema scompare.
Se il sangue è deglutito non succede niente, si avranno solo delle feci di colore nero nei giorni seguenti l’episodio.
Se queste manovre non danno l’esito sperato bisognerà ricorrere al tamponamento nasale. Questo consiste nell’introduzione nel naso di una garza sterile spingendola piano piano con una pinza, in mancanza di meglio vanno bene anche quelle per le ciglia. Si inizia da un becco e poi si infila gradualmente, premendo in modo da farla compattare fino a comprimere il vaso che sanguina e determinare l’arresto del sanguinamento. Va spinto molto fino a deformare l’ala del naso, senza paura di recare danni. Si lascia stare per un giorno o due e poi si toglie, non prima per non far riprendere l’emorragia.
Se il sangue, nonostante un tamponamento ben fatto, continuasse ad arrivare in bocca anche a testa eretta e l’emorragia non si arresta può essere necessario effettuare un “tamponamento posteriore”, intervento che può essere effettuato solo in ambiente specialistico.
Il tamponamento in ogni caso comporta dei fastidi, degli inconvenienti e andrebbe effettuato solo in caso di necessità e sempre dopo aver tentato con il sistema più semplice della compressione manuale.
Gli episodi di sanguinamento sono più frequenti nel periodo invernale per la maggiore presenza di virus che possono dare irritazione nasale, per l’aria più secca negli ambienti domestici e per il più frequente soffiamento del naso. Se i sanguinamenti si ripetono, specie in assenza dei fattori sopra esposti, può essere opportuno un controllo specialistico per controllare eventuali anomalie delle piccole vene del naso e porvi rimedio con una piccola bruciatura elettrica o chimica.
La visita specialistica va programmata lontano da un sanguinamento perché l’osservazione è più accurata in assenza di sangue e perché la stessa visita potrebbe far riprendere un’emorragia cessata da poco.
In passato spesso l’epistassi era attribuita ad una crisi ipertensiva, oggi questo collegamento è messo in dubbio ma in un paziente iperteso è buona norma fare dei controlli ravvicinati della sua pressione sanguigna. Ugualmente utile, ma sarà il medico a valutarlo, un controllo dei fattori della coagulazione se questi episodi tendessero a ripetersi in maniera inspiegabile.