Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Toh , cavalchiamo l’onda che di questi tempi anche se ci si casca male non fa, anzi, e parliamo un po’ a immagini di quello che si straparla a parole.
Era esattamente lo stesso giorno del lontano 2009, stesso luogo, stesso amico con l’ultraleggero e stesso indirizzo politico dell’amministrazione nel nostro comune e forse forse anche la mirabile situazione di simil esoticatolliana costa di fronte alla rotonda.
Non era domenica, comunque!
Abituato a vedere, dopo Argante, provenendo da Migliarino, quella lingua di sabbia, la Spiaggia di Bocca di Serchio, quella che a nessuno di noi paesani, principalmente a me, veniva e viene in mente di chiamarla scioccamente penisola dei gabbiani, niente di strano: o a pelo acqua sulla barca o più in alto su una simil (mi piace questa parola imparata dal forum) barca con le ali, la sensazione di essere vicini a qualcosa di strabiliante era ed è la stessa.
Dopo pochi secondi, o un bel po’ di più di remate, appare veramente qualcosa di esageratamente strabiliante: la visione di una conformazione di riva che non ha uguali, un dito di rena immacolata, o un bianco velopendulo della nostra Bocca, che si protende ad indicare laggiù e, piano piano, ti rendi conto che sei capitato in quello che sognavi.
Voli con il corpo e con la fantasia, sorridi della malizia con la quale il primo bagno attrezzato ha spostato gli ombrelloni al di là della secca divenuta magicamente spiaggia, ammiri i liberi bagnanti sul primo tratto di “rena” libera, poi in sequenza l’Oasi 1 e 2 (i soli nomi adatti al posto) e la lunga spiaggia libera (notate che siamo alla fine di giugno) con un mancato sbocco a mare di un piccirillo fiumiciattoletto.
Aritò, o cosa è quel colorìo di spiaggia?
Torredellago si annuncia variopinta con un piccolissimo intervallo di mescolanze di ombrelloni che indicano “spiaggia libera”, libera ma rinchiusa; poi, come nelle riprese di Google earth dove certi siti sono off limits, si passa la Lecciona hard e si arriva allo scoppiettante carnevale di Viareggio e ricordatevi che siamo ancora alla fine di giugno, un bel giugno soleggiato.
Basta, rigiriamo, la festa è finita, il bello è lontano, la pace si è persa. Noi però andiamo a cercarla vicino vicino, due passi alle spalle del mare, dove l’ambiente è sereno e fantastico come quello di lontane paludi e verdi isolotti.
Dai dai sono ritornato in Via dei pini dove termina girata e fantasia.
Tiro la leva e scendo!
Ma l’avete notato che sotto gli ombrelloni non c’era nessuno e invece nella spiaggia libera sì?
Lo ripeto, erano altri tempi, tre anni fa, ma l’estate c’era anche allora e le macchine alla rotonda di Montioni anche!!