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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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A cura di Erminio Fonzo
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
SCOMPARSA
Ernest Borgnine

11/7/2012 - 15:59


Ernest Borgnine, nome d'arte di Ermes Effron Borgnino, nasce il 24 gennaio 1917 ad Hamden (Connecticut, USA) da genitori italiani: il padre, Camillo Borgnino, era di origini piemontesi mentre la madre, Anna Boselli, risiedeva a Carpi (MO).

Trascorre l'infanzia in Italia, poi torna negli Usa dove studia a New Heaven; a 18 anni si arruola nella Marina militare e se ne congeda alla fine della guerra. Sollecitato dalla madre, Borgnine intraprende gli studi di arte drammatica e inizia a recitare con una compagnia teatrale in Virginia; lavora quindi in televisione, per approdare infine al cinema nel 1951.

 

Ottiene il suo primo successo cinematografico interpretando il personaggio di un violento sergente, nel film "From here to eternity" (Da qui all'eternità, 1953, con Burt Lancaster). Borgnine si specializza nella parte del "cattivo" con i ruoli interpretati in "Vera Cruz" (1954) e in "Violent Saturday" (Giorno Maledetto, 1954).

 

La versatilità e il suo tipo fisico gli permettono di ribaltare il ruolo del "villain" e di presentarsi nei panni di un macellaio goffo e innamorato in "Marty" (Marty, vita di un timido, 1955) di Delbert Mann. La prima volta da protagonista di Borgnine è per il pubblico una rivelazione e per la critica una gradita sorpresa: l'attore vince, tra i numerosi premi, un Oscar come migliore protagonista e un "Academy Award" quale migliore attore.

 

Tra gli anni '50 e '60 si ricordano le memorabili prestazioni in film come "The catered affair" (Pranzo di nozze, 1956), "The Vikings" (I Vichinghi, 1958), "Barabbas" (Barabba, 1962). In quegli anni inoltre Ernest Borgnine alterna parti di proletario o piccolo borghese perdenti a ruoli di "villain" , in una lunghissima serie di film in cui, pur non rivestendo i panni del protagonista, riesce ad offrire intense e convincenti interpretazioni.

 

Nel 1961 gira in Italia i tre film: "Il giudizio universale", "Il re di Poggioreale" e "I briganti italiani", in cui lavora a fianco di attori quali Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Sergio Tofano, Silvana Mangano, Paolo Stoppa e altri nomi illustri di Cinecittà.

Fra le sue cose migliori vanno ricordati ancora l'eccellente ritratto del poliziotto Petrosino nella sua impari lotta contro la mafia in "Pay Or Die" (Pagare o Morire, 1960), le incisive caratterizzazioni di "The Flight of the Phoenix" (Il volo della Fenice, 1964) e di "The Dirty Dozen" (Quella sporca dozzina, 1967, di Robert Aldrich, con Lee Marvin e Charles Bronson), nonché di "The Wild Bunch" (Il mucchio selvaggio, 1969).

 

Gli anni '70 per Borgnine si aprono con i successi di "The Poseidon Adventure" (L'avventura del Poseidon, 1972), "Emperor of the North" (L'imperatore del Nord, 1973), "The Neptune Factor" (L'odissea del Nettuno nell'impero sommerso, 1973), per proseguire poi col kolossal "all stars" di Franco Zeffirelli "Gesù di Nazareth" (1975) e chiudendo infine il decennio con l'interpretazione di un odioso sceriffo in "Convoy" (Convoy. Trincea d'asfalto, 1978), e con "All quiet on the western front" (Niente di nuovo sul fronte occidentale, 1979).

 

Si cimenta anche nel genere della fantascienza, partecipando al film "The black hole" (Il buco nero, 1979) e dando vita al personaggio di un bizzarro tassista in "Escape from New York" (1997: fuga da New York, 1981, del maestro John Carpenter, con Kurt Russell).

 

Torna in Italia nel 1981 per una parte nel film "Poliziotto Superpiù" (con Terence Hill), nel 1985 nel film di avventura "Arcobaleno Selvaggio" e nel western "Cane arrabbiato" e nel 1987, dove partecipa al film "Qualcuno pagherà".Tra i titoli più recenti e famosi si ricordano "Mistress" (Amanti, primedonne, 1992), dove Ernest Borgnine interpreta se stesso, "Gattaca" (1997, con Ethan Hawke e Uma Thurman) e "Baseketball" (1998).

 

Nel 1997 produce "Hoover", un film da lui stesso interpretato.In campo cinematografico Borgnine si presta anche come doppiatore per film d'animazione, tra cui "All dogs go to heaven 2" (Tutti i cani vanno in paradiso 2, 1996) e "Small Soldiers" (1998). Ernesy Borgnine partecipa anche a circa trenta pellicole, tra film e documentari, per la televisione americana: i più famosi sono i tre sequel del successo cinematografico "The dirty dozen", girati tra il 1985 e il 1988. Recita per diverse serie di telefilm: di maggior successo "Mc Hale Navy" (dal 1962 al 1966), da cui furono tratti due film; "Airwolf" (dal 1983 al 1986) e "The Single Guy" (dal 1995 al 1997). Apparizioni significative di Borgnine si registrano anche nei telefilm "Little House in the Praire" (La casa nella prateria, 1974), "The Love Boat" (1977), "Magnum P.I." (1980, con Tom Selleck), "Walker Texas Ranger" (2000).

Nel 1993 "interpreta" il cartone animato di se stesso, prestandogli voce, nella serie "The Simpsons", la serie creata da Matt Groening.

 

Ernest Borgnine, che viveva a Beverly Hills, California, insieme alla moglie Tova, si è spento all'età di 95 anni il giorno 8 luglio 2012.

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