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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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Roccia, legno, aria

24/7/2012 - 7:34



I terrazzamenti sono una antichissima pratica per la coltivazione di zone collinari.
È un semplice, ma faticoso, modo di ricavare terrazze in piano  scavando strisce orizzontali sulle pendici più o meno ripide e renderle usufruibili per orti, vigne o per alberi (principalmente olivi).
Come nella vicina Liguria dove famosissime sono le terrazze di viti delle Cinque Terre, nel nostro territorio vi sono imponenti  antichi “ronchi” che accolgono ancora i nostri pregiati oliveti.
Quando sentivo dire questa strana parola da vecchi nodichesi : “vado a lavorare al ronco, ho un pezzetto di ronco, pulisco il ronco”, non pensavo certo alla fattezza del terreno ma alla sua vegetazione intrigata e ritorta che mi suggeriva quella parola.
Ora che so che ronco è sinonimo di terrazzamento, torna tutto più semplice e chiaro.
Vi è una storia di paese, ma non sono riuscito a farla diventare verità, che racconta dell’immenso lavoro che i contadini della famiglia Salviati fecero a cavallo dell’800/900 per portar terra sulle terrazze dei monti vecchianesi che erano allora di proprietà.
Mi torna e non mi torna, primo perché non vi sono documenti che lo attestano, poi perché la terrazza  viene livellata e riempita dallo scavo della scarpata superiore o inferiore e poi perché sul Legnaio non vi sono ulivi secolari, o perlomeno tanto vecchi e grossi.
Legnaio, facile e strano nome per questo brullo monte martoriato dalle cave, terrazzato a maestria, ricco di olivi, simbolo della roccia, erogatore di ottima acqua (polla ora disseccata), padre di ogni tipo di ghiaia sasso e sassetto che trovi nelle strade e case della Toscana tutta, ora trampolino di lancio per spericolati Icari e ultimamente ricettore dei rifiuti comunali, bocca aperta - insieme al suo rosso fratello di San Frediano – che si apre sulla verde teoria delle colline visibili da strade e autostrade fino alla cima del Monte Capanne dell’isola d’Elba.
Ora, una combinazione di aria fumo e sole lo rendono nuovamente ricco di sottili eterei terrazzamenti, fatti senza fatica, senza rumori e… senza vita.

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