Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
I terrazzamenti sono una antichissima pratica per la coltivazione di zone collinari.
È un semplice, ma faticoso, modo di ricavare terrazze in piano scavando strisce orizzontali sulle pendici più o meno ripide e renderle usufruibili per orti, vigne o per alberi (principalmente olivi).
Come nella vicina Liguria dove famosissime sono le terrazze di viti delle Cinque Terre, nel nostro territorio vi sono imponenti antichi “ronchi” che accolgono ancora i nostri pregiati oliveti.
Quando sentivo dire questa strana parola da vecchi nodichesi : “vado a lavorare al ronco, ho un pezzetto di ronco, pulisco il ronco”, non pensavo certo alla fattezza del terreno ma alla sua vegetazione intrigata e ritorta che mi suggeriva quella parola.
Ora che so che ronco è sinonimo di terrazzamento, torna tutto più semplice e chiaro.
Vi è una storia di paese, ma non sono riuscito a farla diventare verità, che racconta dell’immenso lavoro che i contadini della famiglia Salviati fecero a cavallo dell’800/900 per portar terra sulle terrazze dei monti vecchianesi che erano allora di proprietà.
Mi torna e non mi torna, primo perché non vi sono documenti che lo attestano, poi perché la terrazza viene livellata e riempita dallo scavo della scarpata superiore o inferiore e poi perché sul Legnaio non vi sono ulivi secolari, o perlomeno tanto vecchi e grossi.
Legnaio, facile e strano nome per questo brullo monte martoriato dalle cave, terrazzato a maestria, ricco di olivi, simbolo della roccia, erogatore di ottima acqua (polla ora disseccata), padre di ogni tipo di ghiaia sasso e sassetto che trovi nelle strade e case della Toscana tutta, ora trampolino di lancio per spericolati Icari e ultimamente ricettore dei rifiuti comunali, bocca aperta - insieme al suo rosso fratello di San Frediano – che si apre sulla verde teoria delle colline visibili da strade e autostrade fino alla cima del Monte Capanne dell’isola d’Elba.
Ora, una combinazione di aria fumo e sole lo rendono nuovamente ricco di sottili eterei terrazzamenti, fatti senza fatica, senza rumori e… senza vita.