Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Mia cara,
ti voglio cullare, cullare posandoti su un’onda del mare, del mare legandoti ad un granello di sabbia così tu nella nebbia più fuggir non potrai e accanto a me tu resterai, ne sono certo. Le dune cespugliose di questa marina ancora un po’ selvaggia fanno da barriera ai venti carichi di salsedine, impediscono al mare di penetrare nelle falde acquifere e proteggono le pinete e i campi dell’interno, e questo lo sai. Mi sono messo a guardare il rispecchio del cielo sull’acqua ferma in questi giorni di solleone. Ho indugiato a guardare le Apuane che fanno da sfondo al litorale. E tu vai svelta sul percorso di legno che attraversa la spiaggia di Marina di Vecchiano, arrivi quasi alla battigia senza calpestare la sabbia, è una comodità per chi ha le gambe buone e chi le ha meno buone, è anche una tutela per questa costa. Quando arrivo l’ombrellone davanti al mare è già pronto e tu mi dici: muoviti. E così, mia cara, ci sdraiamo sulla rena formata dai detriti portati nei secoli dal Serchio. Lo vedi quel tronco d’albero, è una bella panca per sedersi e guardare il mare. Da questo posto ti guardo e sei sempre bella. Ti voglio tenere, tenere legata con un raggio di sole, di sole. Il futuro è legato a un raggio di sole e a un granello di sabbia così tu nella nebbia più fuggir non potrai e accanto a me tu resterai. Questo vecchio disco di un’estate ormai lontana canticchio, per gioco, nel rossore del tramonto.
P.S. Grazie all’amico Giuseppe Muccioli per le fotografie. È una torrida e infuocata estate e Finalmente domenica! va in vacanza. Ci si rivede a settembre.