Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
La generazione di Mario Monti ha creato un'altra generazione, quella degli attuali giovani, che è ormai «perduta».Lo ha ammesso lo stesso premier in un'intervista a Sette, in cui ha spiegato che «la verità purtroppo non è bella da dire», ma i messaggi di speranza ai giovani non servono a nulla.
«NON RIPETIAMO GLI ERRORI». Piuttosto, «credo che chi in qualche modo partecipa alle decisioni pubbliche debba guardare alla crudezza di questo fenomeno e dire: facciamo il possibile per limitare i danni, ma soprattutto impegniamoci seriamente a non ripetere gli errori del passato, a non creare altre generazioni perdute».
«BISOGNAVA PENSARE AL FUTURO». Secondo Monti, le risposte corrette sul piano della trasformazione e del miglioramento del sistema l'Italia «avrebbe dovuto darle 10, 20 anni fa, gestendo in modo diverso la politica e l'economia, pensando di più al futuro e un po' meno all'immediato presente».
Mi piacerebbe sapere se la generazione perduta include tutti, ma proprio tutti i 30/40enni, di tutte le latitudini e longitudini sociali ed economiche, oppure ci sono delle eccezioni, le solite eccezioni, quelle di sempre, quelle che non cambiano mai.
Mi piacerebbe sapere se la generazione è perduta o è stata illusa, manipolata, fuorviata, ingannata, frodata, derubata.
Mi piacerebbe sapere cosa significa essere persi, persi nel labirinto di Minosse senza neanche il filo di Arianna, persi perchè serve un sacrificio ad un dio terreno, persi perchè perdere qualcosa o qualcuno è funzionale al sistema che ci ostiniamo a tenere in vita?
Dire che una generazione è perduta equivale a dire che ci si è distratti, tutti insieme appassionatamente, famiglie, insegnanti, educatori, professori, sacerdoti, istituzioni, amministratori, dirigenti...dire che una generazione è perduta equivale a dire che tutti abbiamo perso.
Mi piacerebbe sapere come si sentono tutti i padri e le madri di trentenni che hanno cresciuto figli, stando loro accanto, nutrendoli di esempi di onestà, impegno responsabilità, facendo del nostro meglio. Padri e madri che hanno aiutato i propri figli a organizzare il viaggio nel mondo cercando di preparare bagagli forniti di tenacia, determinazione, impegno, fatica, senso del dovere, ma senza dimenticare la speranza, la voglia di mettersi alla prova, di cadere e rialzarsi, di tentare, di inventare e inventarsi, di guardarsi intorno per scoprire e scoprirsi capaci di pensare, di fare, di amare, di esser parte e di prender parte, di costruire e anche di distruggere, di domandare, di credere e dubitare, di rispettare e essere rispettati, di lottare per quello in cui si crede.
Padri e madri che, ognuno a suo modo, hanno insegnato ai loro figli a guardare più lontano, a cercare dentro di sé le capacità per uscire là fuori e provarci.
Mi piacerebbe sapere come si fa adesso a chiamare i nostri figli e comunicare loro che ci dispiace molto, ma li abbiamo perduti, ci siamo distratti, concentrati su obiettivi sbagliati e ce li siamo persi, che il loro spazio a disposizione è ristretto, limitato e già definito, non c'è nessun tentativo da fare, non se ne esce, non loro.
Nel frattempo questa generazione può continuare a giocare, senza crescere, tanto di ruzzini con cui far passare il tempo c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Attenzione però, per voi non vale neppure la frase “riprova sarai più fortunato”, voi siete la generazione perduta condannati ad un gioco infinito senza vincitori, voi potete solo perdere.
La speranza non càpita, si inventa e nessuno può impedirci/vi di inventarla.