Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Il pensiero di Jousse, in questo secondo libro edito dalla
LEF, parte da una semplice considerazione: di solito abbiamo l’idea che la scuola autentica consista nello stare tra quattro mura, davanti ai libri. Abbiamo fatto cioè totale “astrazione” della “Scuola delle cose” e non vediamo altro che la Scuola dei Libri. Invece, scrive Jousse, dobbiamo ricordare che è la scuola delle cose che orienta verso il Senso della Vita e verso il Senso del Linguaggio e che essa è parte integrante nella nostra esperienza pratica.
Fondamentale a questo scopo è quindi il contatto con la terra perché di essa ci nutriamo, da essa apprendiamo e contemporaneamente la modelliamo con la nostra intelligenza per ottenerne i frutti utili alla nostra sussistenza.
Il lavoro della terra riacquista, nelle parole di Jousse, la sua nobiltà, tanto da rivalutare la figura del contadino elevandola a maestro. Maestro per i ragazzi, insegnante per gli insegnanti, che dalla sua mimica, dalla sua azione possono comprendere come appassionare i ragazzi.
È qui la grande forza della pedagogia contadina cheJousse rivendica con decisione in queste pagine.