Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Sinistra Ecologia Libertà, Federazione della Sinistra e Italia dei Valori, delle Province di Livorno, Pisa, Lucca e Massa Carrara, con un documento unitario, chiedono una svolta nel sistema di gestione dei rifiuti in Toscana.
Pisa, 28 settembre 2012
Con questo documento proponiamo un sistema innovativo, moderno ed europeo, fondato su di una nuova cultura politica e su buone pratiche operative di prevenzione, riduzione, differenziazione, recupero e riciclaggio dei rifiuti. Il nostro non è un approccio esclusivamente tecnico ma inseriamo la questione dentro una strategia culturale complessiva: “verso rifiuti zero”, che oltre a rivoluzionare la modalità della raccolta dei rifiuti prova a innescare processi culturali per liberarci dalla moderna schiavitù del consumo e dall’inciviltà dell’usa e getta.
L’attuale sistema è totalmente deresponsabilizzante, per questo riteniamo necessario attivare percorsi culturali e partecipativi per responsabilizzare e rendere più consapevoli cittadini ed imprese, per modificare modi di progettare, produrre e commercializzare i beni di consumo, per cambiare comportamenti ed abitudini individuali e sociali consolidate, stili di vita, con l’obiettivo di realizzare le condizioni per soddisfare i bisogni umani e sociali impiegando meno risorse, consumando meno energia e producendo meno rifiuti, facendo risparmiare i cittadini con la diminuzione delle tariffe e creando nuovo lavoro sul territorio.
L’ultima bozza di proposta di Piano interprovinciale sui rifiuti rappresenta un passo avanti rispetto a tutta una serie di osservazioni che noi abbiamo proposto nel merito delle politiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti. Questo aspetto prioritario è stato finalmente introdotto con obiettivi e modalità organizzative condivisibili. Una scelta sicuramente positiva che incomprensibilmente non trova nessun riscontro nelle stime previsionali di fabbisogni impiantistici, dove si utilizzano le stime di crescita della produzione dei rifiuti senza alcuna azione di prevenzione e riduzione. Il Piano continua a prevedere una produzione dei rifiuti di 1.034.000 tonnellate annue al 2020 con un incremento anno dell’1,1% e una produzione procapite di oltre 700Kg ab/anno che non trova riscontro in nessuna altra regione italiana. In questo modo, tutto il capitolo inserito viene completamente disatteso, annullato, perché non si tiene conto della riduzione stimata in circa 160.000 tonnellate di rifiuti determinata dai piani di Azione per la prevenzione e riduzione.
Questa impostazione è per noi inaccettabile, non possono esistere due scenari perché quello preso a riferimento nella proposta di Piano interprovinciale per dimensionare il sistema impiantistico è illegittimo, si pone al di fuori delle normative vigenti..
Con questa impostazione del tutto strumentale e illegittima, l’impiantistica proposta risulta sovradimensionata rispetto al reale fabbisogno. Per noi può esistere solo un Piano che mette al primo posto, nella scala delle priorità, la prevenzione e la riduzione e su questo scenario dimensiona il suo sistema impiantistico che necessariamente avrà caratteristiche diverse da quello proposto dal Piano. E’ necessario iniziare subito, senza esitazioni e con determinazione, il percorso di transizione dal vecchio al nuovo sistema, e, lungo questo percorso le tecnologie tradizionali per lo smaltimento, (discariche ed inceneritori) saranno destinate ad assumere un ruolo secondario e sempre più marginale, mentre, acquisteranno centralità, le buone pratiche operative, le azioni di separazione e differenziazione, di recupero e riciclaggio e di conseguenza crescerà e si consoliderà un’impiantistica di valorizzazione delle materie prime seconde recuperate e una adeguata filiera industriale del riciclaggio strettamente legata e connessa con il mondo scientifico della ricerca e dell’innovazione per poter aprire nuove opportunità e possibilità di riciclaggio e di riutilizzo della materia recuperata.
Questo Piano è ancora prigioniero della vecchia cultura novecentesca, è l’esatta proiezione della situazione esistente ai prossimi venti anni. Noi diciamo NO alla realizzazione di nuovi inceneritori semplicemente perché, con una nuova moderna politica di gestione dei rifiuti, nel prossimo futuro, non ne avremo più bisogno.
Il fallimento dell’attuale sistema di gestione toscano è del tutto evidente, emerge dal fatto che la Toscana si colloca al 10° posto per RD e al primo nella produzione procapite dei rifiuti per una pessima abitudine di non separare i diversi flussi di produzione dei rifiuti e per la totale assenza di un’offerta pubblica di un servizio differenziato trasparente per gli speciali delle utenze non domestiche.
Questo piano ignora completamente le innumerevoli esperienze consolidate presenti in questo paese e anche nella nostra Regione, che dimostrano inequivocabilmente che la generalizzazione delle R.D domiciliari hanno l’effetto benefico di ridurre considerevolmente la produzione dei rifiuti. Di questo non c’è traccia nel Piano, eppure, queste esperienze ci forniscono dati reali, consultabili e pubblici, che dimostrano che in tutte le realtà, anche di area vasta dove è stato attuato il passaggio al moderno sistema di raccolta differenziata domiciliare, questo ha prodotto una drastica riduzione della produzione procapite dei rifiuti che è scesa a 400kg per abitante con punte massime di 471 kg.
L’unico modo per ridurre la produzione dei rifiuti è quello di mettere a sistema la raccolta differenziata “porta a porta” entro il 2016, estesa a tutto il territorio dell’ATO Costa creando in questo modo oltre mille posti di lavoro con investimenti di gran lunga inferiori rispetto a quelli previsti nel Piano. Questo obiettivo è del tutto realistico e fattibile ci vuole solo la necessaria volontà politica per realizzarlo.
Riteniamo inaccettabile politicamente e legalmente, spostare arbitrariamente, come se niente fosse, di 8 anni l’obiettivo del 65% di RD; un ambito interprovinciale nella sua pianificazione non può ignorare completamente questi fondamentali riferimenti normativi.
Noi crediamo che continuare a prevedere nel Piano sistemi di raccolta integrati misti sia un errore grave e imperdonabile alla luce delle tante esperienze che ci dicono che fin tanto che rimane anche un solo cassonetto in strada questo funzionerà da catalizzatore di rifiuti urbani e speciali. Il passaggio alla RD domiciliare può anche seguire un processo graduale progettato per aree geografiche omogenee ma quando si passa alla RD Porta a porta questa deve essere integrale per tutte le tipologie di rifiuto e senza più alcuna possibilità di conferimento in forma anonima in cassonetti stradali.
La messa a sistema delle RD domiciliari consentirà, in tempi ragionevolmente brevi il passaggio alla tariffazione puntuale che rappresenta un traguardo di equità e giustizia nei confronti dei cittadini.
Le forze politiche che unitariamente hanno sottoscritto questo documento, riportato in sintesi, si impegnano a proseguire il confronto per un Piano interprovinciale moderno ed innovativo. Chiediamo quindi che a tutti i livelli istituzionali compresa la Regione, anche alla luce dell’imminente riassetto delle Province, si apra con urgenza un tavolo politico di confronto sulle strategie di gestione dei rifiuti in cui poter affrontare, senza chiusure pregiudiziali, le problematiche connesse ad un modello che noi consideriamo obsoleto, costoso e soprattutto inefficace.