Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Questa settimana ho scoperto che siamo un popolo di tenaci, uomini e donne con una capacità di resistere altissima, con una pazienza da premio.
Nessuno mi può smentire, ci sono le prove di quel che affermo.
Giovedì, centinaia di persone, in molte città italiane hanno fatto, anche 15 ore di fila per acquistare a mezzanotte in punto l' iphone5.
Una bella prova di resistenza, non c'è che dire, una sorta di prova selettiva.
Solo chi ha resistito si è potuto accaparrare l'oggetto del desiderio, farsi fotografare, intervistare, esibire il trofeo, gongolarsi e vantarsi con gli amici e subito dopo twittare, postare, fotografare, taggare, messaggiare...
Le immagini di queso delirio collettivo sono veramente impressionanti, soprattutto se accostate agli annunci dei tg sul calo dei consumi e sulla crisi, soprattutto se coerentemente legate al qui ed ora che stiamo vivendo.
Evidentemente, anche in situazione di crisi, il mondo non può fare a meno di certi oggetti, quelli del desiderio, quelli che aggiungono valore all'esistere e al vivere quotidiano.
Oggetti simbolici che non conoscono crisi, per il loro possesso siamo disposti a tagliare e a sacrificare le altre voci di spesa.
Oggetti che vanno non solo comprati subito, ma vanno esibiti.
Oggetti il cui possesso diventa una vera e propria fonte di felicità, un'emozione fortissima:"Più di un esame all'università - dice una ragazza, che aggiunge - c'è la crisi, è vero, ma ad alcune cose non si può rinunciare e poi, è meglio che fare festini vestiti da gladiatori"
La frase che leggo mi lascia senza parole, e mi mette un bel po' di tristezza.
Ho ben vivo nella mente l'emozione da pre e post esame all'università, quel senso di soddisfazione, di pienezza che ti provoca. Un'emozione che nasce da dentro di te, è frutto del tuo lavoro, di una tua fatica, di un tuo impegno, di un tuo senso di responsabilità. Un'emozione che non può assolutamente essere accostata al possesso di una cosa.
Sono triste perchè abbiamo costruito un mondo alla rovescia.
Un mondo che ha esaltato l'edonismo e il materialismo, che propaganda la pluralità delle idee, ma che in realtà ne cura una sola, grande, omogenea.
Un mondo alla rovescia che non fatica per possedere e crearsi delle idee, che servano a conoscere, risolvere e progettare cose.
Però nel nostro mondo stravagante siamo riusciti a dare un'anima alle cose, a sbilanciare il valore del possesso rispetto all'uso.
Mi torna in mente che, a metà settembre, a Modena si è svolto il festival della filosofia.
Il tema di questa edizione era Le cose.
Le “cose prime” e le “cose ultime”, le cose e il rapporto con noi , le cose del mondo e della mente, le cose perdute, il feticismo delle merci, le cose che usiamo e quelle di cui siamo schiavi, le cose e la loro eccedenza di significato.
Ci stiamo dentro fino alla punta dei capelli. Le cose, il feticismo, le cose di cui diventiamo servi, le cose che riescono a costruire nuove dipendenze, legami, fedeltà.
Ci stiamo dentro a diversi livelli, ma ci stiamo un po' tutti, anche se non arriviamo a fare la fila per un telefonino.
Mi colpisce la grandezza del fenomeno.
Non riesco a capacitarmi come un oggetto, il suo possesso possa trasformare le persone, a centinaia, in un gregge, in uno sciame di mosche disposte a schiacciarsi contro una vetrina.
O forse si.
Forse è vero che a parte i ricchissimi e i poverissimi, tutti gli altri formano una massa indistinta che si muove all'unisono, che si spaccia per omogenea per gusti e consumi.
Guardo il mio braccio e ho due braccialetti Cruciani e pochi giorni fa è uscita la notizia che ne sono stati venduti una cifra spropositata. Non è una giustificazione la differenza di prezzo rispetto al telefonino, o almeno da sola non è sufficiente.
Siamo diventati tutti “italiani medi” che sollevano la testa al richiamo del pifferaio magico?