Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
In estate ci siamo messi a fare la marmellata con le susine che gentilmente ci ha regalato l’amico Arbauz (l’insegnante tifoso, autore sulla Voce del Serchio di una fortunata rubrica in diretta sulla partita di calcio del Pisa). Ai primi di settembre ci siamo messi a fare la passata di pomodoro per l’inverno. Durante l’estate abbiamo colto il basilico in giardino e abbiamo gustato il pesto, qualche barattolino l’abbiamo congelato per l’inverno. Ora sta alle olive, poi ai caki. Ci va di farlo principalmente per due motivi: per risparmiare e perché quello che facciamo da noi è più sano e ci piace di più.
A fine settembre a Venezia si è tenuta la terza Conferenza internazionale su decrescita, sostenibilità ecologica ed equità sociale. Circa 700 persone provenienti da 47 paesi del mondo si sono confrontati per 5 giorni nella ricerca di modi di vita, di lavoro e di consumo improntati da relazioni umane di qualità. In questi giorni si svolge a Calci la festa del Gruppo di acquisto solidale aperta da una discussione su “Salute al cibo e consapevolezza alimentare” introdotta dal prof. Daniele Vaccari e sabato sera si è svolta una cena di frugale abbondanza con prodotti km Zero.
Come vedete siamo di fronte a una rete di attività economiche ed imprenditoriali sparsi ovunque in tutti i paesi, che funziona il più possibile al di fuori delle regole di “mercato”, si ispira al consumo critico e responsabile e alla “semplicità volontaria” per usare le parole di Gandhi. Meno carne, meno acque minerali, meno surgelati, meno Tv, meno Suv. Più cultura, più musica, più cinema, teatro e mobilità differente. Conversinone ecologica, diceva Alex Langer: lentius, profundis, soavius (più lenti, più profondi, più dolci). Ora voi direte che ho un’idea ingenua, stravagante e prepolitica, però così si prende fiato e si ha più tempo per curare le relazioni umane.
ll mio amico Bruno scherza sulla mia magrezza, mi piglia un po’ in giro e dice: “se abbracciassi il segaligno di Ovighio, lo sciagatterei!”. Ha ragione: peso quasi 70 chili e sono alto quasi 1 metro e novanta (come Fiorito che però pesa 1 quintale più di me, lì magnano tutti troppo). Forse anch’io qui mangio un po’ troppo. Ma quando condisco la pasta con l’olio bono delle nostre colline e col parmigiano solidale terremotato non mi sembra di fare soltanto una cosa carina e di buon gusto.
Su Le Monde diplomatique di settembre ho letto un lungo articolo intitolato Obesità, male planetario. L’articolo indaga le cause dell’obesità, ne trascrivo due brevi pezzi:
“Con più di un terzo di adulti in sovrappeso e un altro terzo di obesi, gli Stati uniti figurano oggi tra i paesi più grassi del pianeta”.
“Su scala mondiale, il numero di persone in sovrappeso (circa 1 miliardo e mezzo, di cui 500 milioni obesi) supera quello dei malnutriti (circa 1 miliardo)”.
Nella conclusione si riporta la preoccupazione della Coca Cola in quanto i problemi sanitari legati all’obesità potrebbero ridurne la produzione.
Un gruppo di scienziati inglesi ha calcolato l’incalcolabile: il peso fisico complessivo dell’umanità è di 287 milioni di tonnellate. Prima di questo mio articolo riporto un grafico elaborato dall’Economist che visualizza lo studio pubblicato su una rivista scientifica inglese sul peso complessivo dell’umanità. Nel grafico ci sono due cerchi: in quello rosso, c'è il numero di abitanti adulti per continente; in quello blu la biomassa dovuta all'obesità, calcolata in milioni di chilogrammi. L’America del nord (6% di popolazione mondiale) incide col 34% sull’obesità globale. L’Asia (61%) di popolazione mondiale) col 16%. Se questo peso degli Usa fosse esteso a tutti gli abitanti del pianeta sarebbe come incrementarne la biomassa del 20%, un peso pari a quello di 1 miliardo di persone. Una fine flaccida, altro che maniglie dell’amore!