Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
FERMARE IL CONSUMO DI SUOLO AGRICOLO.
La proposta di legge del Ministro Catania.
Lunedì scorso il consiglio provinciale ha adottato la variante del Piano territoriale di coordinamento (PTC) per i territori rurali.
Il dibattito in consiglio è stata l’occasione per riflettere sulla centralità della funzione dei territori e delle attività agricole.
Ma è stata anche un’occasione per approfondire la tematica del consumo di suolo e della recente proposta di legge del Ministro delle Politiche agricole in tema, appunto, di limitazione del consumo di suolo agricolo.
Mi preme riprendere e sottolineare alcuni passaggi ed osservare i limiti della proposta. Il paesaggio agrario non è un paesaggio naturale, ma è quella forma che l’uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale.
La salvaguardia del territorio rurale è funzionale alla costruzione di territori “resilienti”, cioè di territori in grado di ripristinare le condizioni di equilibrio del proprio sistema.
Con queste premesse si vuole sottolineare quanto la scelta di investire sulla tutela delle aree agricole e sul contenimento del consumo di suolo sia assolutamente strategica non solo per l’economia del nostro paese ma anche per la salvaguardia del territorio rurale che, a livello nazionale, risulta notevolmente compromesso da scelte urbanistiche massivamente rivolte all’espansione (ogni giorno, 100 ettari di suolo vengono cementificati; dal 1950 ad oggi la popolazione italiana è cresciuta del 28%, mentre la cementificazione del 166%).
Bisogna ricordare anche che la perdita di terreni agricoli mette a serio rischio la sicurezza alimentare, vale sottolineare come la superficie agricola utilizzata in Italia sia passata dai 18 milioni di ettari del 1971 agli attuali 12,8 milioni di ettari.Il disegno di legge nazionale sul contenimento del consumo di suolo assume quindi una particolare rilevanza soprattutto se, con questo, si rafforza l’importanza della pianificazione del territorio rurale, attraverso la quale è possibile individuare, da un lato, gli interventi e le opere di mitigazione/compensazione da mettere in atto per incentivare il corretto uso del suolo agricolo (riprendendo il concetto della “zonazione”) e, dall’altro, le tutele necessarie per rafforzare la resilienza del territorio. Per far questo, la pianificazione deve basarsi su un sistema di conoscenze del territorio rurale che possa funzionare da filtro per la verifica di compatibilità delle trasformazioni dei suoli e per orientare le scelte di governo del territorio, in modo tale da risolvere le criticità e da valorizzare le eccellenze.
Su questo aspetto il PTC cerca di incidere.Non si può prescindere dal premettere che una manovra legislativa finalizzata al contenimento del consumo di suolo e alla valorizzazione delle aree agricole, non possa che essere applaudita se non addirittura esaltata. Un provvedimento di questo genere è necessario, punto e basta.
Se è necessario migliorarlo, lo si farà, ma intanto è importante ribadire la sua importanza. Le riflessioni che seguono sono rivolte a segnalare i punti di debolezza, proprio e solo con l’intento di migliorarne l’efficacia, confermandone assolutamente la validità.Un primo punto di riflessione riguarda il fatto che una legge come questa deve usare un linguaggio diretto ed efficace, per cui si deve riconsiderare il concetto che all’art. 2 è indicato con la frase “Con decreto … è determinata l’estensione massima di superficie agricola edificabile sul territorio nazionale”
.Ci si deve infatti chiedere se l’estensione massima di superficie agricola edificabile debba essere determinata in tutti i casi, dando così per scontato che parte del territorio agricolo debba ancora essere sacrificato all’edificazione o se non convenga piuttosto, fin dai primi articoli, dichiarare che il consumo di suolo agricolo non è più ammesso e che è comunque subordinato al totale esaurimento delle aree di riqualificazione già urbanizzate, indicando un’estensione massima di superficie di nuova urbanizzazione sul suolo agricolo, rendendo cioè immediatamente chiaro che si tratta del sacrificio di territorio agricolo per interventi di nuova urbanizzazione.
E’ inoltre necessario valutare se sia davvero possibile determinare l’estensione massima sul territorio nazionale o se questo non sia invece così velleitario e indeterminabile, da impoverire l’intento del provvedimento.A questo proposito non è secondario e può essere molto problematico il fatto che si affidi alle Regioni il compito di stabilire l’estensione dei “terreni agricoli edificabili” (così come previsto al comma 8 dello stesso art. 2), senza fissare preliminarmente dei criteri rigorosi su cui basarsi, non tenendo in considerazione una realtà ormai ben chiara a tutti e cioè che nel nostro paese, non vi è la stessa consapevolezza, in tutte le realtà regionali, sulla necessità di non sprecare suolo agricolo per le nuove urbanizzazioni e che si avrebbero quindi, ancora una volta, condizioni estremamente differenti fra le diverse aree del paese.Non è inutile ricordare, infatti, che fra i criteri rigorosi su cui basare la determinazione dell’estensione massima del suolo agricolo sacrificabile per interventi di nuova urbanizzazione, non può che esserci una valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale, non di tipo generale (e quindi non strettamente finalizzata) ma specificatamente mirata a riconoscere gli elementi fondamentali da salvaguardare, per la quale il Ministero delle Politiche agricole potrebbe fissare delle linee guida a cui attenersi rigorosamente.
L’auspicio che ci sentiamo di formulare ora è che di questo argomenti si impadronisca un’opinione pubblica sempre più ampia e consapevole, in grado di “pretendere” dal Parlamento una veloce approvazione del disegno di legge.
Giacomo Sanavio
Assessore allo Sviluppo rurale e Programmazione territoriale
Provincia di Pisa