Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Come ogni anno quando scatta l’ora legale mi sveglio ancora un po’ insonnolito. Sono le dieci, faccio colazione e subito dopo sposto le lancette dell’orologio un’ora indietro. Mi piace dormire bene e guadagnarci un’ora. Da giovane dormivo poco, per questo ora rimetto il tempo perso. Mi piazzo al computer tutto deciso a scrivere su austerity, crisi, default, spread, debito, pil, riforme, lavoro, pensioni, fiscal compact, agenzie di rating, borsa, banche, globalizzazione, Bce, Fmi, euro…
Ma mi pare complicato. Mi sento un po’ rintronato e l’unico pensiero politico che mi viene in mente è poco obiettivo: se un paese ha un governo tecnico con ministri professori di economia della Bocconi di sicuro va meglio di un governo comandato da un puttaniere frodatore. (Censura). “Non mi candido più per amore dell'Italia". Mentre faccio il giro degli orologi della casa e porto indietro di un’oretta le lancette mi viene in mente un pensiero economico poco scientifico a proposito del governo tecnico: forse i bocconiani ci stanno raccontando un sacco di balle per farci pagare tutto a noi, tagli solo tagli sacrifici solo sacrifici, e ci stanno riuscendo meglio del puttaniere frodatore. (Censura). “Mi sento obbligato a restare in campo per riformare il pianeta giustizia”. "Giudici maledetti!", ironizza Daniele Caluri, collaboratore del Vernacoliere. È tornata la sceneggiata, dal bunga bunga alla frode fiscale.
No, i miei non sono pensieri corretti, sono cose che si dicono al bar. “La base: ma tanto ‘r buo è sempre nostro!”. (Censura).
Quest’ultima frase è sulla copertina di Ottobre del Vernacoliere, mensile di satira dialettale che esce a Livorno dal 1982. Trent’anni a dire male di noi pisani e a elogiare quell’oscuro oggetto del desiderio, l’origine del mondo… Per Lei Mario Cardinali, direttore e proprietario del Vernacoliere, venne denunciato. Era il 1984 quando una sua locandina annunciò l’arrivo della “Sogot, Sovrimposta Governativa sulla Topa”, parodia della Socof, Sovrimposta Comunale sui Fabbricati, che poi divenne Ici e ora Imu. “Silvio ha promesso che ci toglierà l’Imu… per mettecelo dove?". Dice una vignetta a pag. 6 del numero di questo Ottobre.
Tornando a quel titolo sulla Socof dice Cardinali che la denuncia la fece un pisano, forse perché nel sottotilo piccino picciò c’era scritto: “Dice però a Pisa non pagherà nessuno, loro la Topa ‘un sanno nemmeno ‘omè fatta”.
A parte queste battute un po’ grevi che calcano troppo sul senso comune livornese, onore al Vernacoliere che con questo nome compie trent’anni, con una redazione ben piazzata nel quartiere detto “la Venezia”, zona canali navigabili guardando la città dal basso “e provare di nascosto l’effetto che fa”. Col nome del settimanale di informazione Livorno cronaca ha origine nel 1961, pubblica inchieste locali e solo nelle ultime pagine troviamo rubriche in vernacolo, le più lette. Così dal padre Livorno cronaca, nel 1982, nasce il Vernacoliere che mediamente vende quarantamila copie con picchi di ottantamila all’epoca di Tangentopoli.
Ogni tanto, decisamente a caso, compro il Vernacoliere. Quando vado a scuola i miei studenti lo sfilano tra la Repubblica e il manifesto e se lo contendono nell’intervallo: “Ganzissimo, prof.”, dicono, mentre lo divorano. Una volta li convinsi ad andare al Teatro del Giglio dove, nel foyer, il maestro Federico Maria Sardelli presentava l’opera Le convenienze e inconvenienze teatrali di Gaetano Doninzetti. A fine presentazione andammo dal maestro Sardelli, barbuto e un po’ spettinato, per una stretta di mano e una dedica e dissi: “È il massimo conoscitore al mondo di Vivaldi, è ospite delle maggiori orchestre sinfoniche italiane ed europee e da sempre scrive sul Vernacoliere, non può farne a meno”. Chiesi all’illustre maestro Sardelli una dedica sulla prima pagina della sua genialoide parodia del libro Cuore, un libriccino intitolato Il libro cuore (forse). Lui me la fece abbondando in y e j, mentre io lo correggevo: “Nooo, si scrive con la i!“. E lui con una risatina sardonica: “Tanto sono gratis”.
Accanto al direttore e proprietario Mario Cardinali ci sono una serie di collaboratori che lavorano quasi tutti a titolo gratuito. “Siamo una famiglia”, dice Cardinali, classe 1937. C’è Max Greggio che sul numero in edicola a ottobre firma una vignetta che ritrae un Beppe Grillo incazzatisssimo che urla: “Vaffanculo pezzi di merda” al centro di un articolo intitolato “Il culo querela Grillo: A forza di mandarmi gente m’ha riempito di stronzoli esagerati”. Uno dei vignettisti preferiti di Arbauz, che mi ha convinto a leggere il Vernacoliere, è Daniele Caluri. Dice l’amico Arbauz: “Inventò alcuni fumetti memorabili con personaggi surreali: Luana la Bebisitter, l’indiano d’America sguaiato Fava di Lesso, il prete esorcista Don Zauker che grida ai fedeli: pentiti stronzolo”. O la sua raffinata illustrazione del Santino con la scritta in alto: “Dio ti guarda”. E in basso: “Vestiti ammodino!”.
Io la penso su quasi tutto come il nostro cronista insegnante tifoso del Pisa calcio Arbauz, a parte il fatto che lui è un moderato. Ci piace il Vernacoliere che mischia cose colte a bischerate, meno quando vira sul volgare trito. In ogni caso complimenti alla redazione del Vernacoliere fatta di simpatiche “canaglie” preparatissime, molti insegnanti di liceo e professori universitari. Complimenti per essere liberi da padrini e padroni, per aver rifiutato la pubblicità nonostante le tantissime offerte ricevute, per essere rimasti indipendenti e liberi di essere contro tutti, magari anche un po’ rivoluzionari.
Questi paladini della provocazione, della mancanza di rispetto e della dissacrazione hanno i loro "Dieci Comandamenti" da recitare, che trascrivo per Finarmente domenia!
1) Io sono la satira, intelligenza tua.
2) Non avrai altre verità che la discussione di ogni verità.
3) Non pronunciate il nome della Topa invano.
4) Ricordati di sfottere i Pisani.
5) Onora il libero pensiero.
6) Non rispettare le guerre e chi le fa.
7) Non ti far ritenere utile idiota dai partiti, dai preti e dalla mafia.
8) Non leccare il culo ai rappresentanti del Potere.
9) Non pensare di essere meno merda di chi è costretto a vivere nella merda.
10) Non trombare tutto te. Amen.
http://www.vernacoliere.com/
Ah! Ah! Ah! Quarto comandamento a parte. Finisce qui l’omaggio al Vernacoliere che dedica il numero di Ottobre al Duello Renzi-Bersani e che, a pag. 8, pubblica un articolo molto interessante di Maria Turchetto, laureata a Pisa, perfezionata a Pisa e ricercatrice alla Scuola Normale Superiore di Pisa fino a quando è diventata docente di Storia del pensiero economico all’Università di Venezia. Si intitola Rischio default, lo allego a questa rubrica, perché la professoressa Maria Turchetto dalla colonne del Vernacoliere dice, con molta semplicità e competenza, quello che avrei voluto dire e non mi è riuscito scrivere stamattina appena mi sono alzato, alle dieci, ancora insonnolito. Ma per questa mia sonnolenza penso che l’amico Arbauz mi direbbe che sono un moderato, mentre lui oggi, alle 14:30, va all’Arena Garibaldi sotto il diluvio.