Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
I bambini, le suore, le maestre avevano preparato per quel giorno una serie di domande da fare al primo cittadino e un’altrettanta serie alla rappresentante della Famiglia, Donna Bona Salviati e, a seguire, una recita di due o tre poesie, il ritrovato “inno d’Italia” e una canzoncina in spagnolo sull’amore fraterno.
Caos calmo prima dell’arrivo del sindaco, una storiella della Signora Salviati per rompere il ghiaccio, un paio di urla delle maestre perché il ghiaccio era troppo rotto, avvertimenti delle suore senza rompere la loro serafica calma e finalmente arriva Giancarlo.
Tutti i piccoli dell’asilo e della materna in prima fila a sedere e dietro in piedi gli alunni dalla prima fino alla quinta.
Un ammasso di sorrisi, occhioni, contentezza di essere tutti riuniti e non per l’autorità di fronte alla quale erano perché dire a loro “sindaco” è come dire “uno di Vecchiano”, ma per essere insieme a grandi e cantare con loro e vedere che loro, i grandi, ti capiscono, ti applaudono e sono fieri di te.
“Signor sindaco per quale squadra tifa?”, chiede la piccola, “Fiorentina!” (appalusi e fischi).
“Chi sono i suoi collaboratori?”, domanda il secondo, “Tutta la cittadinanza e voi compresi, anche se solamente raccogliete una sola lattina da terra diventate miei aiutanti” (sorrisi e applausi)
“Quanto dura la carica del sindaco, cosa vuol dire municipio, cosa fa un sindaco” e conseguenti risposte.
Le domande passano ora a Bona Salviati:
“Quando è stata creata la nostra scuola, da dove viene il vostro nobile casato” e la signora spiega esaurientemente l’origine e la dinastia.
Una lettura e poi l’Inno.
“Fratelli d’Italia” rimbalza dalle piccole voci supportato dalla mano sul cuore e non ci sono stonature fino all’urlo finale, direttrice del coro compresa.
Il sindaco ringrazia sia per la bella accoglienza sia per l’invito che i bambini hanno dato ai due ospiti per la grande recita in un teatro di Viareggio, alla quale promettono di non mancare.
Mi hanno colpito due parole di Lunardi a proposito della sua presenza in questa scuola:
“dopo un giorno di terrore, ci voleva proprio un giorno di contentezza”
E noi tutti siamo perfettamente d’accordo!
(le foto sono alla rinfusa, ma comprensibile la loro posizione nel testo)