Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Giù la maschera!
Ragazzi, ci siamo anche noi, comunque vada a finire siamo in ballo. E proprio una partita come questa, dove non abbiamo giocato benissimo, ci dà più speranze per il futuro, perché vincere quando si gioca bene è troppo facile. Anche l’Arena Garibaldi ha ritrovato entusiasmo, e in curva Nord si son rivisti bandieroni, fumogeni, cori e quant’altro. Non so quantificare il pubblico (e sì che eravamo di lunedì e con la ripresa di Rai Sat), ma certo c’era più gente del solito.
Non è che la partita sia iniziata benissimo: si vedeva che loro giocavano duri e concentrati, tanto che hanno cominciato a menare di brutto Scappini; ma mentre ero lì che pensavo che il nostro centravanti fosse un po’ troppo fragilino, ecco che la butta dentro, grazie a un generosissimo e graditissimo regalo della difesa del Sorrento. Per il resto Scappini non mi è parso efficace e aggressivo come Perez, ma diamogli tempo. Mancava anche Sabato, ma nonostante questo la difesa mi è sembrata più sicura del solito (e mi pare che sia la prima volta che in casa non becchiamo neanche un goal); anche Sepe (e qui mi cospargo il capo di cenere perché in passato ho avuto qualche dubbio su di lui), come del resto nelle ultime partite, è apparso sicuro e ben piazzato. Comunque dopo il goal non siamo riusciti a ripartire in contropiede e anzi il Sorrento ci ha creato qualche pericolo.
Nel secondo tempo abbiamo, come si dice, controllato meglio la situazione, riuscendo anche a esser pericolosi, ma senza tiri in porta degni di questo nome. In questi momenti hanno giganteggiato i due grandi vecchi, Mingazzini e Buscè (per me il migliore in campo), dando calma e sicurezza alla masnada degli altri ragassuoli. In attacco Tulli ha fatto vedere alcuni dei suoi numeri, ma è mancata la zampata felina. Del resto abbiamo un capocannoniere in solitaria, rigorista emerito, capitano coraggioso e chi più ne ha più ne metta, insomma Francesco Favasuli; il rigore comunque se l’è procurato con destrezza Anthony Buscè, anche in quella occasione straordinario. E ora per tutto novembre non ci potrà superare nessuno, poi si vedrà, ma certo che entusiasmo, speranze e adrenalina da tifoso che annusa un sogno per ora non mancano. E come mi scrive l'amico Alessandro da Zurigo "niente paura di volare"