Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Dalla Nazione: IL FUTURO DEL PARCO
“L'ex tenuta presidenziale di San Rossore resti parte integrante del
parco regionale Migliarino-San Rossore -Massaciuccoli e la Regione ripensi la sua legge sul costituendo ente Terre regionali toscane”.
È l'appello del presidente del parco Fabrizio Manfredi, che ha espresso «viva preoccupazione perla proposta di legge regionale di costituire un'agenzia perla direzione delle aziende agricole regionali e del patrimonio forestale, che sottrarrebbe all'amministrazione del Parco l'intera tenuta di San Rossore. Così si mette a rischio l'identità stessa dell'area protetta regionale».
Tenuta di San Rossore –
Attività agricola elemento fondamentale per il Parco
Elementi di riflessione:
1. Ai fini del progetto regionale nel quale si vorrebbe potenziare e valorizzare il patrimonio agricolo forestale demaniale, l’apporto di poche centinaia di ettari da parte di San Rossore è oggettivamente ben poca cosa. Non saranno certi pochi centinaia di ettari a risolvere il problema dell’occupazione del comparto agricolo a livello regionale.
2. La superficie agricola è costituita da circa 490 ettari di terreno dove da oltre 10 anni viene svolta un’agricoltura biologica caratterizzata su circa 200 ettari da lunghe rotazioni e un ordinamento colturale dove trovano ampio spazio le colture cerealicole estensive e i prati di erba medica per l’alimentazione del bestiame allevato in Tenuta; mentre la superficie rimanente è occupata da prati pascolo utilizzati per l’allevamento brado degli animali (bovini e equini). E’ grazie a questo tipo di agricoltura, legata in gran parte all’allevamento bovino, che l’attività produttiva in San Rossore non ha mai costituito un problema di impatto ambientale, in grado di utilizzare le risorse del territorio senza depauperarle, in perfetto equilibrio con il delicato ecosistema di un ambiente protetto.
3. Togliere la gestione dei terreni agricoli a San Rossore comprometterebbe il modello di allevamento biologico che il Parco sta portando avanti da oltre 10 anni, con l’ obbiettivo primario di stimolare lo sviluppo di attività a basso impatto ambientale. Inoltre la presenza nel Parco di un’importante attività agricola volta alle produzioni di qualità e gestita direttamente dall’Ente Parco, costituisce un importante elemento di traino per la valorizzazione delle produzioni tipiche del territorio, in un’ottica anche di valorizzazione turistica dello stesso, con importanti risvolti socio-economici.
4. Il Parco da alcuni anni sta cercando di portare avanti progetti di filiera corta attraverso una stretta collaborazione con i diversi attori presenti nel territorio, ritagliandosi un ruolo attivo, attraverso il coinvolgimento diretto dell’azienda agricola di San Rossore (anche con investimenti propri).
5. I terreni agricoli all’interno di San Rossore sono anche una fonte di cibo decisamente importante per la numerosa fauna presente in tutto il periodo dell’anno, l’esclusione dei terreni dal parco e l’eventuale affidamento ad agricoltori privati determinerebbe per il parco la necessità di pagare migliaia di euro di danni alle coltivazioni agricole creati dalla fauna. Inoltre un privato per poter fare reddito probabilmente avrebbe necessità di fare colture intensive che richiedono il massiccio uso di sostanze chimiche, oltre che di elevati consumi idrici ed energetici con gravi conseguenze sul delicato equilibrio dell’ecosistema. L’impiego di sostanze chimiche in modo massiccio contrasterebbero anche con le norme di tutela che il Parco ha previsto su questo delicato territorio.
6. Attualmente nelle aree agricole vengono portati avanti progetti sperimentali ed europei, l’ultimo in ordine di tempo è il progetto LIFE+ Biodiversity DEMETRA, acronimo di “DEvelopment of a quick Monitoring index as a tool to assess the Environmental impact of TRAnsgenic crops”. Il progetto durato 3 anni ha permesso di definire una metodologia innovativa di valutazione del rischio derivante dalla presenza di colture transgeniche ma senza l'impiego di organismi transgenici, piuttosto attraverso la determinazione di un indice sintetico di monitoraggio che consenta di evidenziare le aree in cui posizionare le reti di monitoraggio ambientale a livello locale.
7. Non ultimo l’importantissimo ruolo didattico che oggi svolge il settore agro-zootecnico per far capire agli studenti l’importanza di un certo tipo di agricoltura e di allevamento in equilibrio con un’area così ambientalmente delicata. La realizzazione della nuova stalla va proprio nella direzione di creare un ambiente idoneo per il benessere animale ma anche per ospitare visite didattiche.
Da quanto specificato credo che il Parco debba continuare a svolgere con sempre maggiore consapevolezza il suo prezioso ruolo propositivo, di stimolo e di “guida” per l’intera Comunità per lo sviluppo di attività sostenibili dal punto di vista ambientale e ciò può essere fatto solo con il supporto della gestione diretta della Tenuta di S. Rossore: attraverso essa il Parco è in grado di affermare costantemente sul territorio, la sua valenza sia sul piano ambientale, sia su quello didattico-educativo, così come contemplato nella Normativa Regionale e dai Piani di Indirizzo dello stesso Ente Parco. Non bisogna inoltre dimenticare l’importanza “sociale” della Tenuta di San Rossore avendo sperimentato negli ultimi anni con notevole successo un’agricoltura sociale a supporto di processi terapeutici riabilitativi e di inserimento lavorativo delle fasce più deboli in collaborazione con l’asl e gli istituti penitenziari.
Come riportato nel documento di Programmazione 2009-2012, la Tenuta di San Rossore, all’interno della sua funzione istituzionale di promozione di attività compatibili ai fini della conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale (L.R. 24/2000), può rappresentare un centro di sperimentazione per sistemi di produzione agricola sostenibili, attenti alla salute del consumatore ed al benessere degli animali, rivolto anche alla terapia del disagio sociale: un modello da proporre ed esportare prima di tutto alle aziende del Parco e poi anche all’esterno dello stesso. Pertanto il bosco, la gestione degli immobili, le attività turistiche, le attività didattiche e educative, la tutela dei beni ambientali e faunistici, le attività agro-zootecniche ecc., sono tutti aspetti che concorrono in maniera sinergica alla valorizzazione della Tenuta sotto il profilo ambientale, turistico, culturale e sociale.
In base alla Politica Agricola Comunitaria l’azienda agricola dei giorni nostri non è vista più solo come entità produttrice di derrate alimentari, la cui competitività si misura unicamente attraverso il bilancio economico. La Tenuta di San Rossore deve essere vista come un’azienda multifunzionale che contribuisce a proteggere l'ambiente ed il territorio, a valorizzare le produzioni tipiche e di qualità, ad elevare il potenziale turistico dell’area, ad accrescere lo sviluppo rurale, ma non solo, è anche fattoria didattica, svolge un ruolo sociale, cura e mantiene il verde pubblico, riqualifica l'ambiente, fa attività selvi-colturale; e pertanto la sua gestione non può limitarsi a ricercare la massima competitività dei singoli settori, ma deve essere valutata in un contesto più ampio che solo un parco, il nostro Parco, può portare avanti.
Dr. Alberto Panicucci