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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
FINALMENTE DOMENICA!
di Ovidio Della Croce
“Sganciate il nastro rosso!”, Ferrero presenta Pigs!

25/11/2012 - 17:44

Pigs! La crisi spiegata a tutti, il nuovo libro di Paolo Ferrero
 
“Segretario, mi fai una firma?”. “Volentieri”, risponde Paolo Ferrero. E scrive: “Buona lettura” sulla prima pagina di Pigs! La crisi spiegata a tutti. Siamo al Circolo Arci “Pace e lavoro”, nel cuore della Pisa operaia di un tempo non molto lontano e sono preso dalla lettura delle tre paginette dell’introduzione intitolata Sganciate il nastro rosso! che racconta un fatto personale capitato a Ferrero all’aeroporto di Torino, “metafora della situazione che viviamo nella crisi”, e che ovviamente non riassumo. La sera di martedì 20 novembre nella sala ci sono solo posti in piedi per la presentazione del nuovo libro di Ferrero.
 
Ciccio Auletta, giornalista di Pisanotizie, introduce la discussione partendo dall’intento divulgativo dell’autore, che ha utilizzato una narrazione semplice con l’obiettivo di “disinnescare i luoghi comuni sulla crisi”. La sala è come percorsa da un brivido quando Ciccio Auletta sottolinea la parola “guerra” utilizzata più volte nel libro dal segretario di Rifondazione Comunista per indicare la pesantezza di questa crisi, “una guerra che il capitale finanziario sta combattendo contro i popoli” (p. 22), “il fiscal compact avrà l’effetto di una vera e propria guerra” (p. 48). Ai luoghi comuni è dedicata la prima parte del libro; la seconda riprende nel titolo la nota espressione di Rosa Luxemburg “Socialismo o barbarie”; la terza, intitolata “Per uscire dalla crisi”, è un lungo elenco di 38 obiettivi realizzabili “nella piena disponibilità dello Stato italiano”.
 
Ferrero comincia la presentazione del libro col suo solito stile ruvido e schietto, di uno che dice “quello che è bianco è bianco e quello che è nero è nero”, ereditato dal padre come si legge nella dedica. Ecco come dice che nella società c’è molto malumore, poco conflitto e il governo Monti è egemone: “Ho scritto questo libro perché molta gente è arrabbiata contro i provvedimenti che il governo prende, ma non ha idea dell’alternativa per uscirne. Mia madre è sempre più arrabbiata, ma dice che c’è la crisi, che qualcosa bisogna pur fare e Monti è una brava persona”.
 
Prosegue Ferrero: “Il libro cerca di dare una mano a capire alle persone come mia madre, è una forma di alfabetizzazione alle questioni dell’economia. Monti parla un linguaggio a cui nessuno sa controbattere. Libri come questo una volta venivano diffusi con l’Unità o con Rinascita. Senza conoscenza non c’è alternativa”. Per questo il riferimento a Don Milani come epigrafe del libro: “L’operaio conosce 100 parole, il padrone 1000, per questo lui è il padrone”.
 
Ferrero smonta la vulgata sul debito pubblico italiano, arrivato quasi a quota 2000 miliardi, e afferma che il problema è la speculazione che spinge i paesi che ne sono colpiti, i cosiddetti paesi Pigs (Portogallo, Irlanda o Italia, Grecia, Spagna) “a demolire i diritti dei lavoratori, licenziare, tagliare stipendi e pensioni” (p. 24). Il segretario lo sottolinea in più punti: “I tagli non sono obbligatori, Monti e Draghi usano la crisi per imporre tagli e privatizzazioni”, in questa “lotta di classe allo stato puro fatta su scala internazionale dai capitalisti contro i lavoratori” (p. 24).
 
Approfondita l’analisi sugli effetti del fiscal compact, “la cosa peggiore del governo Monti”, che peserà come un macigno su qualunque maggioranza di governo, mentre desta stupore la rimozione di questo tema dal dibattito sulle primarie del centrosinistra e dalle scelte elettorali della sinistra. “Ma che cosa prevede il fiscal compact?”, domanda il segretario. “Il trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance dell’Unione economica e monetaria impone che tutti i paesi dell’eurozona in cui il rapporto debito/Pil superi il 60% debbano rientrare in vent’anni nei parametri previsti. Vuol dire che in Italia, dove si sfiora il 120%, si dovrà rientrare del 3% l’anno. Fatti i conti si tratta di tagliare circa 900 miliardi di euro in vent’anni: all’incirca 45 miliardi l’anno di tagli alla spesa pubblica che si vanno ad aggiungere agli effetti dell’obbligo del pareggio di bilancio”” (p. 50).
In poche parole, “Oltre alle stangate di Berlusconi e Monti, per i prossimi vent’anni ci saranno anche tagli di almeno 45 miliardi di euro (90.000 miliardi di vecchie lire). Una stangata pazzesca - ogni anno per vent’anni - destinata a produrre gli effetti di una guerra”.
 
“Il fiscal compact - sostiene Ferrero - è il contrario del New Deal praticato da Roosevelt negli stati Uniti dopo la crisi del 1929”, quindi la condizione necessaria per uscire dalla crisi è “abolire il fiscal compact e riscrivere i trattati europei” (p. 204) e “costruire un New Deal di classe in Italia” (p. 208). Dopo aver ribadito che Monti si muove nello stesso solco di Berlusconi con la differenza che chiama “tecnica” la sua politica di destra: “è un governo dalla parte delle banche, dei militari, dei padroni e contro il sindacato e i lavoratori. Più politico di così!” (p. 99), si arriva al “Cosa vogliamo noi” dell’ultima parte del libro che a Paolo Ferrero piace chiamare “Socialismo del XXI secolo”.
 
Ciccio Auletta presenta la geografia della crisi a livello locale e stimola la discussione nella quale intervengono Antonella Bellagamba, RSL/RSU Fiom della Piaggio, “Non posso pensare di restare alla catena di montaggio fino a 66 anni”; Michele Campana, CDC SpA, "Dopo il boom dell’informatica ora c’è la crisi di acquisto dei prodotti informatici, è arrivata la cassa integrazione e c’è il rischio della liquidazione totale dell’azienda”; Giulio Garzella della Confesercenti, “La crisi ha colpito i lavoratori, ma anche le attività commerciali, i consumi si sono ridotti e le saracinesche degli esercizi di piccolo dettaglio sono chiuse”; e l’imprenditore che opera nel campo delle energie ronnovabili Valerio Morellato accolto da un caloroso applauso per aver rifiutato una commessa del gruppo Finmeccanica in nome dell’etica.
 
Nella seconda parte della serata Ferrero fa il punto sulle primarie che si svolgono oggi, che in questa sala sono viste con molto disincanto e dalle quali vedremo il volto del centrosinistra italiano ritratto da una partecipazione di due o tre o più milioni di persone. Ma Ferrero e Rifondazione Comunista, insieme al sindacalismo di base, insieme a De Magistris e a parte del movimento arancione dei sindaci, insieme  a molti intellettuali e alle migliaia di persone che hanno sottoscritto l’appello “Cambiare si può! Noi ci siamo” (primo firmatario Luciano Gallino) si preparano a scattare un’altra fotografia che ritrae una lista unitaria e di sinistra antiliberista alle politiche del 2013. Ma qui si apre un capitolo ancora tutto da scrivere.
 

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28/11/2012 - 15:49

AUTORE:
anonimo

Ripartire di fondo. Impossibile? Rischioso?
Può darsi. Ci vuole un po' di eroismo e di coraggio. Non rischiare è una possibilità. Ma ce n'è anche un'altra: rischiare di farcela.

28/11/2012 - 10:06

AUTORE:
red

E' comunque un gran casino per tutti.
Ripartiamo dalle piccole cose.
Per esempio raccogliamo insieme alla Fiom le firme per il referendum.
Costruiamo casematte piccole piccole....
E sorridiamo alla vita.

27/11/2012 - 19:45

AUTORE:
dubbioso

Vero, De Magistris sul manifesto di lunedì, vero Rossana Rossanda abbandona il manifesto, però purtroppo è anche vero che Vendola è stato sconfitto, le carte non sono state sparigliate e la partita ora è tra Bersani e Renzi.

La vedo dura spostare a sinistra il Pd e altrettanto dura costruire una lista di sinistra.

Forse le analisi non sono così ineccepibili, chissà...

27/11/2012 - 17:17

AUTORE:
Red

...che il Manifesto di lunedì riportasse un'intervista di De Magistris dove emergeva bene la volontà di fare un accordo col Centrosinistra.
Lo dice chiaramente.
La lista arancione dei Sindaci nemmeno è partita.
Pisapia sta con Vendola....
E allora quale alternativa unitaria antiliberista.
Anche la Rossanda, Vauro Marco D'Eramo, abbandonano il manifesto.
Ognun per sè.
La vedo faticosa.
Tanto bravo ceto politico che fa analisi ineccepibili.
Ma il popolo???

25/11/2012 - 23:56

AUTORE:
Tiziano Branca

Ero alla affollata presentazione anch'io. Premetto che non ho mai votato a sinistra del PD ma gli ultimi anni sento la crisi dentro le mura di casa: meno soldi in tasca, meno servizi in città, difficoltà che mi mettono su una barca con milioni di persone.
Ho ascoltato la presentazione e comprato il libro dell'on. Ferrero: spiega con parole semplici che cosa ci sta succedendo, quali sono le responsabilità della politica, quali sono le responsabilità della finanza, e soprattutto indica una serie di vie d'uscita realmente percorribili, se sono si riuscisse a staccare la spina ad un potere che continua ad interessarsi dei banchieri e lascia morire di fame il suo popolo.
Comprate PIGS, regalatelo, leggetelo. Come ha detto Ferrero abbiamo bisogno di conoscere quello che ci succede intorno, e saper rispondere a chi dice che "non si può fare altro".
Per la prima volta non voterò il pd, e non perchè sono un comunista duro e puro, ma sono convinto che bisogna far crescere quello spazio politico occupato da chi la crisi -come ha detto più volte ferrero- la vuole rivoltare, e non assecondare.