Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Strano mondo è quello della Voce, ma non nella sua creazione e nel suo mantenimento, piuttosto nei gusti desideri e aspettative dei suoi lettori.
Sono venuto a sapere, non so se bugia o realtà, che una giovane universitaria desidera fare una tesi sul crescendo della notorietà del nostro giornale, sulle sue caratteristiche e sull’impatto nella cittadinanza.
Da parte mia, lo avrete già ampiamente capito, cerco di far conoscere il territorio, mentre ad altri è lasciato (volentieri n.d.a.) il compito dell’impegno politico sociale e culturale.
Mi sono fatto un’opinione sulle preferenze che ha il pubblico della Voce e penso di essere nel giusto se divido, in termini naturalistici, le categorie in mare e monte.
Mi spiego meglio: le foto che attirano di più, sia quella del giorno che le altre delle flash, sono quelle che riguardano il fiume e il mare dove vanno sia vecchianesi e frazionisti che sangiulianesi, ed altre minoranze, ben conosciuti quindi, mentre quelle della macchia interessano quasi esclusivamente i migliarinesi, cerchia più ristretta.
Lo dimostra un lungo sondaggio.
A me farebbe piacere fosse il contrario, cioè quello che non hai sott’occhio cerca almeno di vederlo in fotografia, ma forse mi sbaglio.
Tasto polsi, indago, cambio genere, cambio “colori” e …sono contento delle “visite”, ma ora me ne vado dal bosco che sta cambiando non solamente colore, ma anche aspetto e caratteristiche e faccio come le amadriadi di mitologica memoria: quando l’albero stava morendo, uscivano dai tronchi e cambiavano dimora.
Lo faccio anch’io, ma non come Peter Pan che litigava con la sua ombra!
Ciao.