Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
S’era lì a guardare l’Ozzeri, venerdì pomeriggio, quando pioveva a dirotto, si pensava al pensionato scomparso, Francesco Gabriellini, che insieme agli sfollati da tempo denunciava l’incuria e, da prima dell’estate, la presenza del cantiere e l’indebolimento degli argini.
Le nostre facce erano preoccupate per l’allerta meteo della sera, gli operai facevano a turno nel portare le pietre con i camion passando dal ponte dietro a quello crollato lungo la pista ciclabile e lavoravano per contenere un’altra piena, abbiamo visto la forte corrente e il cantiere aperto prima dell’estate e ho pensato da dove poteva derivare questo nome, Ozzeri.
Deve essere venuto qui in una giornataccia come questa Sergio Costanzo per immaginare, nel suo Io Busketo, l’antico corso d’acqua nel Gennaio 1063:
“L’Ozeri, che dalla Ripafacta scendeva tranquillo a ridosso dei monti, appariva come un nastro scuro e cupo, un lungo serpente che si perdeva nella campagna e le casupole sorte intorno all’approdo dello scalo fluviale di Orsiniano sembravano essersi fatte più vicine per ripararsi dal freddo” ( p. 19).
S’era lì a guardare l’Arno ieri sera, acqua marrone, correnti e mulinelli e ho pensato a come dovevano essere spaventose le onde sulla foce e mi son detto come è potuta venire in mente a Dante l’idea di far muovere la Capraia e la Gorgona in modo “da far siepe ad Arno in sulla foce” così da far annegare tutti i pisani. Immagino i titoli del Vernacoliere a sollecitare una simile grande opera idraulica!
Per fortuna ce la siamo cavata, è viva la torre di Pisa, sono vivi il Battistero e la Cattedrale, e bianchi sono i marmi di Piazza dei Miracoli. Pisa se l’è cavata, ma non è più possibile “tuffarsi dalle sponde nelle chiare acque dell’Arno” come faceva Sahl/Busketo per sfuggire all’afa di agosto nell’Anno Pisano 1064:
“Saltando dal pontile dei marmi si tuffò nell’acqua fresca lavando via il sudore e la fatica del mattino” (p. 137).
Mille anni dopo l’Arno ci ha risparmiati, ma quando è gonfio fa paura e noi “vituperati” pisani non ci siamo montati troppo la testa nel sapere di dover custodire un patrimonio storico-artistico di impressionante bellezza, anche se scontiamo, forse, un po’ di lentezza nell’opera di recupero, come si scopre se guardiamo il restauro in corso delle mura medievali. Forse è questo che intende Sergio Costanzo quando nella dedica affettuosa del suo libro alla nostra città scrive che Pisa dovrebbe saper “risvegliarsi dal torpore”. O forse è anche molto altro.
Verrà il giorno in cui qualcuno tornerà a “tuffarsi dalle sponde nelle chiare acque dell’Arno” (p. 187). Intanto, sabato 15 dicembre alle 20:30 al Teatro del Popolo di Migliarino, possiamo provare a immergerci nel Medioevo e partecipare all’incontro con Sergio Costanzo autore di Io Busketo, nell’atmosfera allegra di un convivio culturale e gastronomico.
Ho telefonato a un mio carissimo amico per invitarlo alla cena medievale e mi ha risposto: “Ah sì, Sergio Costanzo lo conosco, quello del Gruppo di Chirurgia d'Urgenza”. Quelli che portano soccorso quando succedono disastri. Vedi com’è, uno scrive un romanzo storico sull'architetto che diresse i lavori di costruzione della Cattedrale di Pisa e qualche altro bel libro poi, quando lo pensi, succede che ti ricordi il suo impegno civile e le missioni umanitarie in Bosnia nel 1995, in Umbria nel 1997, in Iran nel 2003, nello Sri Lanka nel 2004 e 2007 e in altre giornatacce simili.