Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Siamo diventati un popolo di giocatori...
L’Italia, con 18,4 miliardi di incassi al netto delle vincite, rappresenta il 15% del mercato europeo e il 4,4% del mercato mondiale, pur avendo solo l’1% della popolazione mondiale. Per i gratta&vinci d’altronde siamo il primo mercato al mondo: nel 2010 da noi sono stati venduti il 19% mondiale dei "grattini". Abbiamo procapite il triplo delle macchine per videolottery rispetto agli Usa. E deteniamo il 23% del mercato mondiale del gioco online. Non meraviglia allora che la spesa procapite annua per il gioco per ogni italiano maggiorenne è di almeno 1.703 euro, con picchi di 2.110 in Abruzzo e 2.078 nel Lazio, 1.853 in Emilia Romagna, "solo" 1.262 in Basilicata.
Siamo un paese in crisi, ma siamo folgorati dall'illusione del vincere facile. Lo scorso anno gli italiani hanno speso 79,9 miliardi di euro, mentre per il 2012 si prevede una spesa record di 130 miliardi.
Ma i numeri dicono che forse ci stiamo trasformando in giocatori compulsivi, i ludopatici, un modo carino per dire che abbiamo a che fare con un problema di dipendenza e non c'entrano le sostanze, c'entrano i comportamenti.
Gli uomini e le donne di questo tempo hanno sempre più difficoltà a tenere sotto controllo i propri comportamenti, dapprima appaiono piacevoli, poi diventano esigenti e tiranni e si mangiano le nostre vite.
Mentre esplode l'allarme sociale per le ludopatie, ci sono nuovi provvedimenti legislativi che si vanno preparando. Da una parte un bel bando per assegnare mille nuove licenze per l’apertura di sale di poker live nel nostro Paese. E, dall’altra, lo sbarco online di quaranta nuove tipologie di slot machine, sarebbe a dire infilandole in ogni casa o quasi e rendendole a portata di ogni carta di credito
Il "gioco" non vale la candela. A fronte degli 8 miliardi di euro incassati dall’erario in un anno, lo Stato deve affrontare circa 6 miliardi di costi sociali e sanitari che il gioco patologico comporta per la collettività. Cifra che arriva a 10 contando anche il mancato versamento dell’Iva per tutti i soldi spesi in scommesse, gratta&vinci e videoslot, invece che in beni di consumo. Insomma, la giustificazione che il gioco d’azzardo, nonostante tutto, alla fin fine porta un bel po’ di soldi al fisco non regge più.
A calcolare gli insostenibili costi sanitari e sociali che il gioco d’azzardo legalizzato impone alla collettività è «Mettiamoci in gioco», la campagna nazionale contro i rischi del gioco promossa da un ampio cartello di associazioni, sindacati ed enti locali (tra gli altri Acli, Adusbef, Anci, Arci, Avviso pubblico, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Fict, Gruppo Abele, Libera) in un dossier presentato al Senato.
Rimango un po' sorpresa, tra le associazioni c'è l'Arci e a quel che so nei circoli Arci le slot mangia soldi ci sono e hanno suscitato polemica anche qui su questo giornale. Il primo pensiero è che siamo un po' dottor Jekill e mister Hyde così a piacere e a comodo nostro.
Lo statuto stesso dell'Arci si richiama alla Costituzione e si definisce “rete integrata di persone, valori e luoghi di cittadinanza attiva che promuove cultura, socialità e solidarietà“. La domanda che molti si fanno è molto semplice: “Cosa c’entrano cultura e cittadinanzattiva con i videopoker?” Poco, diciamo la verità, anzi nulla. Ma la rivolta dei gestori è già iniziata: le macchinette infernali salvano l'incasso.
(Soldi soldi soldi...sempre i soldi sono i protagonisti, mai la dignità delle persone o l'incultura diffusa e mescolata all'illegalità.)
A me le macchinette nelle sale dei circoli Arci mi sembrano un gran bel pasticcio.
Mi sembra un bel pasticcio avere distributori di oggetti sessuali davanti ad un tabacchino, anche se è un distributore intelligente la cui serranda si alza solo ad una certa ora. Mi sembra ipocrita fare un sacco di analisi sul disagio sociale delle persone vittime delle ludopatie, ragionare su come e quanta pubblicità fare, a quale distanza farla dalle scuole per esempio, se farla sopra gli autobus... e poi lasciar passare i nuovi giochi direttamente sui nostri telefonini, sui computer, liberando l'accessibilità da ogni ostacolo.
Penso che senza dubbio vorrei delle norme che regolassero meglio questo mondo, ma penso che non stia tutto lì, il rimedio.
Gli argini non sempre sono un'opera giusta, ce lo dicono anche i fiumi.
Da “casalinga di Voghera”, credo che il “ti piace vincere facile” rappresenti molto bene il mondo di cartone in cui viviamo e la ricerca illusoria di scorciatoie, ma anche il fatto che i destinatari siamo noi, infatti c'è qualcuno che ci domanda: Ti piace...?. ( siamo come polli da allevamento?)
Ma credo anche che serva poco grattarsi anche la testa con ipocrisia, preoccupati dal dilagare del fenomeno e dal suo trasformarsi in patologia, serve a poco grattare il fondo del barile sperando di essere quello baciato dalla fortuna e non si può più stare a grattarci la pancia.
Basta grattare bisogna tornare a far camminare i pensieri!
Serve uno scatto che riporti l'attenzione sullo stato di incultura in cui ci troviamo, ma soprattutto serve uno scatto per riportare l'attenzione sul rispetto della dignità delle persone.
E la cosa più importante da “curare” è la formazione della persona, la sua educazione.
Proibire e nascondere, sanzionare e condannare possono arginare il problema, ma non lavorare in un'ottica di prevenzione.
Regolamentare il fenomeno e formare le persone, prendersi cura della loro educazione “dalla culla alla tomba” alimentando la cultura, anche quella dei giochi e del saper giocare mi pare la strada più sensata e quella di cui avremmo bisogno per costruire anche un senso di responsabilità e consapevolezza che ci permette di porci davanti alle “cose” stando su due piedi, potendo usare le mani e facendo leva sui nostri pensieri.
Michelangelo Merisi da Caravaggio: I Bari, conservato al Kimbell Art Museum di Fort Worth