Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose.
"Non avere interesse per la politica è come non avere interesse per la vita. Non bisogna confondere l'istituzione con chi la rappresenta.
Quando diciamo che i politici sono tutti uguali facciamo un favore ai cattivi, ai disonesti e agli stupidi.
"(Roberto Benigni.
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...Dal libro "Veniamo da lontano", di Fausto Valtriani, Felici Editore, 2007.
"La Politica.
Chi è l'uomo politico che preferisco? Vedo già sorrisetti ironici sulle labbra dei miei amici. E' ovvio: Massimo D'Alema. Sbagliato, invece: è Roberto Benigni.
In verità D'Alema e Benigni hanno doti comuni indispensabili per i grandi uomini politici: grande cultura, grande intelligenza, grande ironia, grande passione, ma Benigni è un po' più simpatico. Quanto poi a passione, Benigni è insuperabile: tra lui e Gesù cristo, altro grande uomo politico del passato, sarebbe stata una bella gara. Avete notato quanto suda mentre recita: è la fatica delle parole che salgono dal cuore per uscire dalle labbra. Si dirà: "ma Roberto Benigni non è un uomo politico, è un uomo di spettacolo".
Certamente, e questo cosa significa? L'uomo politico vero è quello che con le sue idee, con le sue parole, con la sua umanità, con i suoi gesti, con le sue intuizioni deve suscitare emozioni, interpretare sentimenti, aspirazioni, creare naturale consenso. Anche chi non si occupa stabilmente di politica può essere un grande uomo politico, pensiamo a Charlie Chaplin, a Eduardo de Filippo, a Michele Serra, a Eugenio Scalfari e a quasi tutti i Papi.
Tutti grandi uomini politici. Alle elezioni 2001, quando si trattò di scegliere chi contrapporre a Berlusconi, sul sito de l'Unità fu aperto una specie di sondaggio per individuare il candidato ideale del centro sinistra. Proposi benigni e fui coperto di insulti, soprattutto dai più giovani.
I più benevoli pensavano che scherzassi, altri mi davano del matto, ci fu uno più simpatico che scrisse che, se questa era una proposta seria, "Non ci resta che piangere", citando il film omonimo.
Alla fine fu scelto Rutelli e Berlusconi stravinse.
Provate a immaginare cosa sarebbe successo se al posto di Rutelli ci fosse stato Benigni.
Benigni non avrebbe neppure avuto bisogno di parlare, sarebbe stato sufficiente osservare le sue espressioni mentre scrutava Berlusconi che vendeva illusioni e gli italiani avrebbero capito chi si trovavano davanti. Sono ancora convinto che avremmo vinto noi.
Molti politici identificano la politica con i discorsi e parlano, parlano, misurano l'efficacia dei loro interventi secondo la loro durata. Spesso il linguaggio è incomprensibile ai più, usano espressioni che non si sognerebbero mai di pronunciare al bar con gli amici; coniano brutti neologismi, tipo "sostenibilità ambientale", "autoreferenziale" o "sinergie", che per miracolo, in politica, in un batter d'occhio diventano di uso comune.
Non capiscono che spesso un silenzio, un gesto vale più di tante parole. Anche in questo Benigni è insuperabile.
Ricordate quando, sul palco di una manifestazione del Pci, prese in braccio Enrico Berlinguer? Con un gesto semplice interpretò i sentimenti di un popolo-quello comunista-che gremiva la piazza. Perché tutti dentro di loro avrebbero voluto dimostrare anche fisicamente il loro affetto per Berliguer, e Benigni con naturalezza e spontaneità riuscì a interpretare i sentimenti di tutti..."