Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Qualche giorno fa hanno rapinato un Bingo, in Toscana. Sono entrati dopo la chiusura della sala, hanno minacciato gli addetti che hanno rinchiuso in uno stanzino, e si sono portati via l’intero incasso della serata: 20.000 euro (ventimila euro!!).
Una storia di ordinaria delinquenza, di quelle riferite dai media a cui siamo abituati giornalmente, inserita fra un arresto eccellente per qualche nuova truffa allo Stato e l’ennesimo femminicidio commesso da qualche maschio deficiente che scambia la propria compagna per una sua proprietà.
Uno degli effetti della nostra nuova cultura dove il concetto dell’avere travalica anche nei rapporti con le persone che abbiamo vicino, un rapporto non più di amore e di rispetto reciproco ma di puro possesso, al pari del telefonino, dell’auto o del televisore.
Una rapina comunque condotta senza violenza, di normale amministrazione senza spari, morti o feriti, senza che ci scappi il morto. Una notiziola quindi, solo un piccolo episodio di cronaca che può passare nella più totale indifferenza se non per un dato: i 20.000 euro!
Ventimila euro l’incasso giornaliero della sala Bingo (mi auguro soggetti a regolare tassazione!).
Ventimila euro molto probabilmente usciti, solo in quel giorno, dalle povere tasche di massaie, pensionati, disoccupati, perditempo, cassintegrati, in attesa di prima occupazione, licenziati perché credo siano queste le persone che frequentano le sale Bingo.
Non certo i ricchi, i signori, i professionisti, i Vip, quel 10% di famiglie italiane che posseggono da sole il 45,9% della ricchezza nazionale, causa dell’enorme squilibrio nella distribuzione delle risorse nazionali accentuatasi in maniera evidente specie negli ultimi anni con il governo Berlusconi.
” Al di là delle percentuali, è analizzando i dati assoluti che si coglie il vero significato di questo squilibrio: la ricchezza netta dei 24 milioni di famiglie italiane è di 8.600 miliardi. Questo significa che, in media, ogni famiglia possiede un patrimonio di 358.000 euro. Una cifra ragguardevole, che infatti pone il nostro Paese nella media degli stati dell’Occidente (e di gran lunga più in alto degli Stati Uniti). Ragionando però sulla distribuzione di questa ricchezza, la musica cambia. Eccome. Dividendo il 44 per cento del patrimonio per il 10 per cento delle famiglie, si ottiene una media per famiglia di oltre un milione e mezzo di euro”
a scapito dell’altro 90% di disgraziati, naturalmente.
Questi non frequentano le sale Bingo, spendono in altri luoghi ed in altri modi i loro quattrini quindi in queste sale squallide, nonostante l’utilizzo della moderna tecnologia e lo sfavillio delle luci, i clienti sono del ceto medio-basso ed è da lì che vengono gli incassi della serata
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Il Bingo è un derivato della nostra tombola ma le somiglia solamente nel meccanismo del gioco. Le assonanze finiscono li.
La tombola è gioco si ma prima di tutto è sorriso, chiacchiera, battuta, scambio, socializzazione. Tutto questo il Bingo l’ha perduto, l’ha volutamente tralasciato, tolto volutamente dal meccanismo per trasformare un atto socializzante in un semplice e remunerativo gioco: teso, intenso, veloce, costante, costoso. Non c’è tempo per la chiacchiera, per lo scambio, per la battuta, nessuno dirà mai “bu..o di culo” all’uscita del 23!
L’esatto contrario della tombola. Coloro che frequentano queste sale sono inseriti in un’atmosfera di continua tensione, non cercano la compagnia ma semplicemente il gioco, il rischio del denaro, il gusto della vincita per la vincita, non si perdono in chiacchiere inutili: sono li solo per giocare e per tentare di vincere.
Se in fondo alla serata nella casse della sala sono rimasti 20.000 euro si capisce quanto difficile sia realizzare il loro sogni.
In un servizio su questo argomento il giornalista era andato nei vicoli dei quartieri popolari di Napoli dove il gioco della tombola è comune. In queste riunioni di popolo il denaro aveva veramente un ruolo insignificante rispetto alle battute, ai sorrisi, ai commenti su ogni numero in uscita e di cui i napoletani sono maestri. Era l’atmosfera che caratterizzava il gioco, festosa, piacevole, allegra, divertente, rilassante. Il contrario del Bingo dove l’attività è frenetica, intensa, stressante perché basata sulla vincita, sul denaro.
Un’attività comunque lucrosa se l’incasso della serata era di 20.000 euro. Dispiace solo che questi soldi siano soldi usciti dalle tasche della parte meno abbiente della popolazione, forse nella ricerca di un colpo di fortuna, della soluzione magica ad una situazione di crisi che appare senza uscita. La stessa che spinge una grande massa di cittadini verso gli altri giochi, considerati purtroppo legali, e le cui conseguenze nefaste stanno diventando un problema sociale di rilevanza nazionale.