Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Non lasciatevi sfuggire “Donne, Cavalieri, Incanti e Follia. Viaggio attraverso le immagini dell’Orlando furioso”, la mostra sulle principali raffigurazioni dell’Orlando furioso, ideata dalla professoressa Lina Bolzoni, curata dalla Scuola Normale Superiore, organizzata dal CTL - Centro Elaborazione Informatica di testi e Immagini nella Tradizione Letteraria, in collaborazione col Comune di Pisa. È stata inaugurata sabato 16 dicembre e resterà aperta fino al 15 febbraio 2013 al Centro Espositivo SMS. San Michele degli Scalzi si trova lungo il Viale delle Piagge a Pisa, nel quartiere occupato un tempo dalla Richard Ginori. L’ingresso è gratuito ed eccoci di fronte a un grande murale di Ozmo, alias Gionata Gesi, giovane street artist pisano di fama internazionale. Ozmo ha mosso i suoi primi pennelli negli anni Novanta al Liceo Scientifico “Buonarroti” di Pisa con una serie di murales ora cancellati e ha creato opere monumentali in centri sociali e spazi alternativi tra cui il Leoncavallo di Milano.
Questa grande opera muraria dedicata e donata alla città di Pisa è stata creata durante l’inaugurazione della mostra recuperando “elementi della tradizione iconografica contaminandoli con i linguaggi visivi contemporanei’”, come si legge nella pagina web che descrive la mostra. Nella parte sinistra è raffigurata la torre pendente celebre in tutto il mondo e “secondo una statistica è l’immagine italiana più celebre dopo il volto della Gioconda”, come ha scritto qualcuno in un libro di viaggi. Il qualcuno è Tabucchi. Sopra la torre volteggiano un cavaliere e il suo Ronzinante. Accanto alla torre un uomo ha in collo un bambino scalciante e tiene la mano alzata nella ormai classica posa turistica di sostenere la torre. Al centro l’angelo San Michele a cavallo che, armato di lancia, sottomette e sta per trafiggere un mostro demoniaco. A destra ci sono tre nudi, un uomo e due donne, che pare scrivano o dipingano oppure abbiano qualcosa in mano. Occupano lo spazio sopra di loro due minacciosi cacciabombardieri.
Quando sarete lì davanti a questa opera muraria di Ozmo vi colpirà il volto di qualcuno. Il qualcuno è Antonio Tabucchi, un moschettiere senza spada, leggero e severo. Volto beffardo e baffuto, occhialini alla Pessoa, sguardo un po’ di traverso che rimanda alla Gioconda. Indossa una semplice camicia bianca. È bello vedere un uomo molto bello con una camicia bianca sbottonata al collo che ti accoglie in questo centro culturale, in silenzio e con un sorrisetto ironico, forse un po’ feroce o forse una smorfia, una piega della bocca per la sorpresa di trovarsi lì. Antonio ha al suo fianco Galileo, un poco più in là c’è il matematico Leonardo Fibonacci. Osmo ha raffigurato, con un accostamento inedito ma assai appropriato, tre personaggi pisani famosi: due scienziati e un letterato. E così la parete dipinta da Osmo sul tema dell’Orlando furioso diventa parte propedeutica alla mostra.
Ci vuole poco tempo per visitare le sale della mostra, però la meraviglia è molta nel vedere esposte “edizioni del Furioso pubblicate tra il XVI e il XX secolo provenienti da fondi antichi di importanti biblioteche italiane” e “”due preziose maioliche del Cinquecento che per la prima volta sono visibili al di fuori dal Museo Statale di Arte Medievale e Moderna di Arezzo”. In altre sale sono esposti anche “una varietà di materiali, che vanno dal teatro dell’opera dei pupi” fino alla “vivace rilettura fumettistica di Pino Zac” e alle edizioni per l’infanzia come il Paperin furioso. Alle pareti di un corridoio si leggono due citazioni tratte da Cervantes e Borges. Personalmente sono rimasto molto colpito da alcune immagini di affreschi ispirati al poema di Ludovico Ariosto che si trovano in tre edifici valtellinesi che avevo visitato in gioventù e che ancora oggi mi porto dentro: palazzo Besta a Teglio, Castel Masegra a Sondrio e palazzo Valenti a Talamona. Quando ci sediamo nella saletta per rivedere il celebre adattamento televisivo del Furioso di Luca Ronconi e Edoardo Sanguineti arrivano due gentili ragazzi del personale del Centro espositivo a ricordarci che il film dura cinque ore e la mostra sta chiudendo.
Salutiamo, scendiamo le scale, passiamo di nuovo davanti al moschettiere che fu furioso e innamorato. Diciamo ciao a qualcuno. Il qualcuno è Antonio in questa rappresentazione provvisoria di se stesso, che ora guarda oltre le vette degli alberi del viale. Rimandiamo la visita alla bellissima chiesa medievale di San Michele degli Scalzi adiacente al Centro espositivo e ci incamminiamo sulle Piagge. Diamo un’occhiata alla nuova biblioteca comunale costruita dove c’era il centro sociale Macchia Nera. Mentre facciamo due passi lungo l’Arno ci pare di sentire la voce di qualcuno, una voce ancora più nasale del solito, che dice qualcosa in vecchianese. Ma questo solo nella nostra testa.