Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Davide e Golia fu dipinto da Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, fra il 1597 e il 1598. Si tratta di un olio su tela che misura 116 x 91 cm ed è attualmente esposto al museo El Prado di Madrid.
In questo quadro Caravaggio rappresenta Davide giovanissimo, intento a legare i capelli di Golia per farne un trofeo. Non vi è nessuna ricerca intellettualistica nella realizzazione del dipinto ma solo la narrazione di una vicenda biblica senza alcuna particolare attenzione alle fonti ma solo con il desiderio da parte del pittore di inserire il mito in un contesto bucolico.
Quella di Caravaggio è un’interpretazione del mito senza alcun elemento di violenza, anzi vi è una propensione alla naturalezza quasi mite del gesto di Davide, che dopo avere ucciso Golia si appropria del suo corpo.
La luce è uno degli aspetti più importanti del quadro perché sintetizza i volumi e mostra una parte del volto di Davide che sembra emergere dall’oscurità, mentre la testa di Golia, gigantesca, fa da bilanciamento alla posizione del corpo di Davide che segue il profilo rettangolare della tela piegandosi vero destra.