Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Vecchiano ai giovani
Oggi, 27 gennaio, ricorre la Giornata della memoria, istituita per legge il 20 luglio 2000 per il “ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati politici e militari italiani nei campi nazisti”. In questi giorni tutta la Toscana sta ricordando. A Pisa, al Cinema Arsenale (ore 16:30, 19:00 e 21:30), da non perdere la prima visione del film In Darkness, di Agnieszka Holland.
Stamattina, dalla stazione di Santa Maria Novella, parte il Treno della Memoria con gli studenti in viaggio ad Auschwitz. Lezioni di storia pura per non tornare indietro e per aprirci gli occhi sul presente. Anche Vecchiano ricorda la più orribile tragedia della storia occidentale. Lo fa con tre iniziative rivolte a chi a quel tempo non era nato: una lezione alla scuola media del prof. Michele Luzzati, La Shoah raccontata ai giovani (ieri); un’apertura straordinaria della Biblioteca comunale Antonio Tabucchi per delle letture e riflessioni rivolte ai bambini e alle bambine sul tema della Shoah e tratte dal libro di Uri Orlev, Soldatini di piombo (domani); una visita culturale degli studenti al Museo di Sant’Anna di Stazzema (nei prossimi giorni).
Un ricordo d’infanzia
… Aspetta lasciami ricordare, dice Gilberto Vento… era il ’43, no il ’44, vorrei raccontartelo, ma è troppo lontano… aspetta, a poco a poco ricordo… Era l’estate del ’44. Gli americani arrivarono il 1° settembre, man mano che avanzavano, i nazisti si incattivivano ancora di più e ne combinavano di tutti i colori… era estate… giugno, forse luglio, avevo cinque anni neanche compiuti, portavo i pantaloncini corti… faceva un caldo schifoso a San Giuliano… ero dai miei nonni, sentii le voci tedesche sulla piazza… cercavano gli uomini… ecco la voce tedesca venire alla casa dei miei nonni… erano due soldati nazisti con due cani grandissimi, naturalmente erano due pastori tedeschi, ma io me li ricordo grandi… poi quei cani me li sono sognati quattro o cinque volte nella vita e sono sempre stati enormi… e in quel sogno avevo i brividi… avevo paura dei cani ed ero sul punto di dirglielo…
Nel frattempo tuo nonno, tuo padre, Giampiero, Giulianino del Busoni, un poliziotto con una gamba ferita che stava perinsù e quello che lavorava nelle Terme, che lo chiamavano Zara, e un altro paio di uomini… non ricordo quanti… corsero in cucina, staccarono dal muro la moscaiola, si infilarono nella fessura in alto, si rimpiattarono nella stanza cieca… Era stata preparata prima per nascondere i renitenti alla leva, avevano murato la porta e avevano anche imbiancato la parete, e quella stanzina era sparita dietro la parete imbiancata. Questa casa è rimasta quasi uguale, i pavimenti, le stesse porte, anche i mobili, ma nella stanza dove ora c’è il bagno c’era la zimmer, la camera segreta con la porta murata, i materassi per terra e dove i nonni avevano rimpiattato tutte le cose preziose di casa… Lo sai cosa è una moscaiola? È una piattaia e la Neva la rimise a posto, prese una sedia e ce la mise davanti, ci salì, la agganciò al muro e aggiustò i ciottoli.
“Aprire, aprire”, gridarono le voci tedesche.
I due soldati salirono le scale ed entrarono in casa. Mia nonna Ediva era un donnone grosso, ma svenne subito. Non so se lo fece apposta o svenne sul serio. Sarà stata la tensione nervosa, in fondo in quei giorni li aspettavano da un momento all’altro.
“Per piacere, è malata”, disse la Neva.
Intanto i due grossi cani mi fiutano, mi strofinano il muso sul corpo…
I due soldati vennero avanti, uno mi offrì una caramella.
“Dove essere uomini”, disse la voce tedesca.
Sapevo dove erano rimpiattati, ma ero stato addestrato a non dire niente.
“No”, dissi.
Nel frattempo la Neva si mise a sedere sulla sedia davanti alla moscaiola.
I cani zampettarono verso la cucina, fiutavano a muso basso l’odore degli uomini, si fermarono davanti alla Neva… e i due soldati tedeschi dietro…
Sai cosa fece la Neva? Li guardò negli occhi, allargò le gambe e sorrise. I cani fiutavano tra le sue gambe… I due soldati tedeschi si misero a ridere, tirarono il collare e andarono via.
I tagli alla pensione del governo Monti riaprono ferite di guerra
Qualche tempo fa ho letto questa lettera su la Repubblica a firma di Vito Mazzone.
“All’età di 20 anni, nel 1940, mio padre è stato mandato a fare la guerra in Grecia, dove, dopo l’8 settembre 1943, è stato ferito dai tedeschi in combattimento con una sventagliata di mitra, con 7 pallottole che gli hanno semidistrutto il braccio sinistro, rimasto pressoché inutilizzabile. In seguito è stato catturato dai tedeschi che lo hanno portato in un campo di lavoro in Germania, dove è stato brutalizzato a lungo prima di venire internato in un lager, quello di Horchescleben, da dove, per sua fortuna, l'esercito russo lo ha liberato, poi curato, e rimandato a casa nel gennaio del 1946. Dopo tutto questo gli viene riconosciuta una pensione di guerra, che oggi ammonta a 361,16 euro. Ora qualcuno ha deciso di tassargliela. Mio padre ha 92 anni e non sa nulla di questa vergognosa proposta, come nulla sa ormai di tutto il resto, e se gliela tassano o se gliela tolgono, non può più neanche indignarsi. Il tempo lo ha lasciato ancora qui, ma è quasi come se non ci fosse, per questo m’indigno io per lui”.
Quei coglioni dei negazionisti
L’uomo più importante per Mariangela Melato è stato il padre, radici ad Hannover, cognome Hoering, italianizzato sotto il fascismo. Vigile urbano. Dice Mariangela: “bellissimo nella sua divisa da ghisa, i baffi alla David Niven. Quando mi portava per mano ai giardini di piazza Cavour ero la bambina più felice del mondo. Parlava poco, ma mi faceva sentire sicura nella sua ombra. Era stato internato a Dachau. Ogni “prima” mentalmente la dedico a lui, è morto che avevo appena cominciato a recitare. Credo di non aver preso seriamente in esame un possibile marito perché edipicamente l’avrei messo a confronto con mio padre, e avrebbe vinto mio padre”.
Il dolore degli ultimi mesi, Il dolore di Marguerite Duras come ultimo spettacolo di Mariangela Melato… Una donna che aspetta il marito, internato a Dachau. “Il monologo lungo era roba da primedonne, quel che ho sempre cercato di non essere. Ma siccome c´è sempre da imparare, mi ci sono buttata. Da qui in poi voglio fare solo spettacoli utili. Grazie a quei coglioni di negazionisti molti giovani non sanno cos´è stato l´Olocausto e allora proviamo a farglielo capire”. (La Repubblica, 12 gennaio 2013)
Grillo e quelli di casa Pound
Alla domanda: “Quelli di casa Pound vogliono sapere se il MoVimento 5 Stelle è antifascista o no”, Grillo risponde: “Questo è un problema che non mi compete…”.
A Grillo l’antifascismo, che è alla base della nostra Costituzione, che è il fondamento della democrazia italiana, non compete. Abbiamo capito bene. In bocca al lupo!