Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Tanti anni fa, sembra una novella, quando andavo a lavorare a Pisa tutti i giorni e non avevo né la macchina fotografica né il computer, osservavo e fissavo mentalmente quello che stava sui cigli della strada sia all’alba se ero di mattina o alle tredici se ero di pomeriggio e la sera se “facevo” la notte.
Un giorno mi misi a scrivere con la sgangherata Olivetti 22 quello che notavo e venne fuori quello che vi mostro oggi, rivisto nella mente perché ho perso l’originale, ma non corretto nel senso.
Finito il lavoro portai il testo a mia moglie perché lo controllasse o almeno ne desse un giudizio:
“La vedo sempre sola, triste, pallida, esile. La vedo la mattina e la sera, o vicino al grande magazzino di fronte al California o lungo il fosso del camposanto. Il più delle volte la vedo che si liscia il grazioso ciuffetto che ha sulla bella testolina o aggiusta le pieghe all’attillatissimo vestitino.
Sta in piedi, a capo chino, cerca qualche cliente che le procuri qualcosa da mangiare, ma il viavai delle auto non facilita molto gli approcci.
Viene dall’est mentre le sue amiche scure che battono verso San Rossore e con le quali si vede al tramonto per scambiare due chiacchiere, arrivano dal sud del mondo, ma hanno stesse abitudini e costumi.
Lei però ha qualcosa in più delle altre: lunghe gambe, esile collo, corpo snello, quel ciuffetto sbarazzino che si aggiusta ogni momento e una timidezza che la rende molto attraente.
Ho saputo che si chiama Egry, mentre la sua amica del cuore, con la quale qualche volta la vedo, ha l’esotico nome di Arda.
Sono sempre di furia, ma una volta o l’altra mi fermo, la carico in macchina e la porto a casa mia.Sono sicuro che mia moglie dirà che quelle come lei portano malattie, insudiciano, fanno chiasso, ma cercherò di convincerla a farmela tenere, anche se solo per un po’…"
In questo punto della lettura mia moglie sbiancò, mi guardò come se stesse per uccidermi, strappò il foglio, se ne uscì urlando e capii solo la parola “imbecille”, forse la più gentile.
Il raccontino finiva così:
"…forse potrei convincerla, ma ripensandoci bene come faccio a tenere una Egretta garzetta o un’Ardea cinerea in una casa dove ci sono già due gatti e un grosso cane? È meglio che l’aironcina se ne stia con i suoi simili, anche se con la fame, quella che sazierà difficilmente con un vermetto o un pesciolino, ma che la ripagherà con l’essere libera.”
Poi tutto si sistemò e un giorno venne a trovarci una cara amica alla quale provai a farle leggere lo stesso scritto.
Nello stesso esatto punto famoso, anche lei mi guardò, mi chiamò imbecille anche lei e disse che avevo raggiunto il culmine della stupidità.
Non le ho fatto leggere il seguito.
Tipico femminile trarre conclusioni affrettate.
Ora mi prenderò dell’imbecille dalle centinaia di lettrici della Voce, ma chi mi conosce sa che sono molto femminista e quindi, care amiche…spargete la Voce!