Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Sì, va bene, però…
Cosa spinge un anziano signore con il raffreddore a palla (sarei io) ad andare a vedere Pisa-Gubbio? Boh, però ci sono andato. E meno male che la giornata fu radiosa e solatia. Si prevalse, ma –è bene dirlo subito- non si entusiasmò per nulla, del resto –com’è noto- l’importante è vincere.
Eppure l’inizio fu promettentissimo; al primo minuto un lancio lungo vide il buon Perez involarsi verso la porta avversaria e venir falciato senza complimenti: rosso diretto! Si sperò che in 89 minuti di superiorità numerica si potesse condurre il match a nostro piacimento, però il prosieguo ci smentì. Si cominciò a buttare in area vari palloni senza molto costrutto (e il dilemma era: è meglio farli alti o bassi, i cross?), ma poi, su uno di questi (per l’appunto basso) si avventò come un falco il giovine Barberis e la mise dentro; il suo gesto mi ricordò quello del centrocampista francese Jean Beaudrillard, quando nella coppa di Francia del 1967 il Montpellier sconfisse sorprendentemente il Tolosa. Dopo il goal i nostri ebbero parecchie altre occasioni da goal, tra cui una traversa di Perez (con torsione del capo degna di un gufo) e un colpo di testa ravvicinato di Scappini (tiro che mi ricordò lì per lì la gran zuccata di Piotr Zamenski nel match di coppa di Polonia del 1973 tra il Katowice e lo Stettino (per la cronaca vinse il Katowice 4 a 3). Insomma non si riuscì a mettere al sicuro la partita, e anzi il Gubbio ci mise in allarme con alcune sgroppate del suo centravanti (una specie di panzer parecchio forte).
Nell’intervallo chiesi a chi se ne intende quale fosse il modulo adottato dal Pisa, ma ebbi risposte vaghe: chi parlava di un 3-5-2, chi di un 2-7-1, chi addirittura di un 3 x 3 con resto di uno; qualcuno sentenziò che il modulo era lo stesso di sempre, ma senza riuscire a dire quale fosse.
Iniziò la ripresa, e si sperò di dare il colpo del KO, come si suol dire, ma la partita non salì di tono (sempre come si suol dire). Ricordo un sacco di passaggi sbagliati, poi –purtroppo- l’infortunio di Favasuli (rischiato forse avventatamente, dato che non stava bene?); si fece notare anche la segnalinee che operava lungo la gradinata che apparve precisa e sicura (almeno a me). A un certo punto Tulli, da poco entrato- si presentò solissimo davanti alla porta nemica, ma ciccò alla grande, come ultimamente capita spessino (spesso) ai nostri attaccanti. Il suo errore fu in tutto e per tutto eguale a quello della ficcante ala sinistra Ubertus Van der Zippel nella finale di coppa olandese del 1981 tra il Volendam (squadra sulla quale il mio collega Gulotta ha perduto svariati euro in sconsiderate scommesse) e lo Sporting Club di Utrecht (comunque il Volendam vinse ai rigori, e tra l’altro Van der Zippel sbagliò il suo penalty, finendo così poi la sua carriera nella squadra amatori del Groningen).
In ogni caso alla fine l’arbitro fischiò la sospiratissima fine della partita e quindi si tornò a casa moderatamente felici: ora ci aspetta il notturno duello all’arma bianca col forte Perugia: lì si vedrà di che pasta siamo fatti.