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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
ANNIVERSARIO
Nascita del Futurismo

20/2/2013 - 18:13


Il Manifesto del Futurismo fu pubblicato in Italia il 5 febbraio 1909 e ripreso da diversi giornali della penisola nei giorni successivi. Tuttavia, fu la sua pubblicazione, il 20 febbraio 1909 sul giornale francese Le Figaro, a dargli un riconoscimento internazionale.

Lo scopo del Manifesto era attaccare e contrastare i valori tradizionali e mettere alla berlina la borghesia ottocentesca che era vista come superata e fuori tempo.

 

Il Futurismo fu un movimento culturale organizzato come un’associazione  che si espresse artisticamente, politicamente e ideologicamente. Il capo scuola e il leader culturale del movimento fu Filippo Tommaso Marinetti. Il Futurismo rappresentò il dinamismo del mondo moderno, volle cercare con energia e spregiudicatezza di portare tutto alla massima velocità, togliendosi di dosso la lentezza dell’ottocento.

 

I futuristi amarono l’energia, il coraggio e l’audacia, la guerra e il pericolo. Inoltre i futuristi ebbero una passione intensa per le creazioni del capitalismo, la macchina e la tecnica che potevano migliorare la vita, aumentarne gli stimoli e rendere più ricco lo spettro di esperienze della quotidianità.

 

Nell’ambito del linguaggio Marinetti propose di stravolgere i canoni tradizionali. Propose di abolire aggettivi e verbi. Inventò la formula “parole in libertà” cioè senza un’organizzazione grammaticale, ma sostenute solo dall’anarchia dell’espressione immediata. Conseguenza di questo atteggiamento furono l’utilizzo di espressioni dialettali, neologismi, invenzioni di suoni ed espressioni per manifestare e realizzare l’ispirazione: senza filtri e canoni.

 

Gli intellettuali che formarono il gruppo dei futuristi e che operarono in pittura, scultura, teatro, letteratura, poesia, musica e editoria erano sostenuti da un intenso vitalismo che rifiutava i canoni del passato e cercava di interpretare il futuro e di valorizzarne in ogni modo i contenuti e le potenzialità espressive.

Lo scopo degli intellettuali e artisti che vi aderirono – fra gli altri Enrico Cavacchioli, Ardengo Soffici, Aldo Palazzeschi, Carlo Carrà, Gino Severini, Umberto Boccioni e naturalmente Marinetti – era svegliare la percezione e utilizzare il prodotto di un’analisi sistematica delle sensazioni per interpretare in modo essenziale la realtà.

 

Foto: Russolo_Carra_Marinetti_Boccioni

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