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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Pisa, 18 aprile
San Giuliano Terme, 24 aprile
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Cronache di un prof. tifoso
Polisportiva Caciagli Riglione-San Miniato 59-56

24/2/2013 - 18:10

Polisportiva Caciagli Riglione-Etrusca San Miniato 59-56
 
Ehi, ma che razza di partita è questa? No, non è stata giocata in questi giorni, ma il 19 marzo 1974. Ora vi spiego. Anche oggi il campionato del Pisa è fermo, c’è la coppa Italia, ma in questi casi il superpresidente culturale Ovidiò De La Croix mi permette di andare a pescare ricordi e nostalgie varie (ma sempre di sport pisano, perbacco). E quindi volo in quattro e quattr’otto alla bellezza di 39 anni fa (è strano, ma non mi sembra passato tutto questo tempo); e lo faccio grazie a un foglietto ancora ben leggibile, e cioè il referto di una partita di basket, gelosamente conservato dall’arbitro di questa partita, e cioè il valente ingegner Fusarpoli, mio inossidabile vicino di abbonamento in gradinata. Eh sì, perché a quei tempi faceva l’arbitro di basket; era alle prime armi ma era anche piuttosto bravo.
 
Dunque, nel 1973 io e altri amici avevamo messo su presso la Casa del Popolo di Riglione (ricordo tra i dirigenti Mario Minuti e Walter Ceccarelli, che poi ho ritrovato come preside) una squadretta di basket che disputava il campionato di prima divisione (insomma il livello più basso che c’era); non eravamo fortissimi, ma nemmeno scarsi, a volte si vinceva e a volte si perdeva. Una domenica mattina andammo a giocare a San Miniato (Alto) contro i locali; era stato organizzato addirittura un pullman, con fidanzate ed amici al seguito. Il mitico campo della “Crocetta” era all’aperto, ma soprattutto –mi pare- dentro un chiostro, o qualcosa del genere; ad uno dei lati c’era una rete piuttosto alta, perché se la palla usciva finiva direttamente a San Miniato Basso e sarebbe stato un problema recuperarla. Non tutto era perfettamente in regola, infatti il referto segnala la mancanza “di forza pubblica”, ma soprattutto il fatto che mancando lo spogliatoio per l’arbitro, lo stesso era “stato costretto a spogliarsi insieme ai giocatori dell’Etrusca”. Tra i nostri giocatori ricordo Massimo Srebot (ora è un famoso ginecologo), Mauro La Noce (attualmente punta di diamante dell’Antitrust a Roma), Marco Benedetti (ora è un cardiologo), Tiziano Carnasciali (anche lui è medico), il vulcanico pivot Stefano Ferrini (quante litigate…), il “Gufo” mancino Sandro Veracini, Piero Marrai, dal fisico prorompente, e Fabio Mazzocchi, playmaker e grande esperto di quadrigliato. Il coach era Alberto Giovanetti, che purtroppo se n’è andato qualche anno fa; mi ricordo che i minuti di sospensione da lui chiamati finivano sempre con un sonoro “dai, ora!”.
 
Ma veniamo alla partita, che si presentò subito molto difficile, insomma grande equilibrio nel punteggio per tutto il primo tempo; al 12° -come segnala il referto- l’arbitro dovette provvedere a cambiare il pallone “in quanto nel primo si era prodotta una smagliatura che non garantiva la regolarità dei rimbalzi”. Nel secondo tempo l’Etrusca prese la testa e a 5 minuti dalla fine era avanti di ben 10 punti; la partita divenne accesissima e i falli grandinavano (il referto alla fine ne conta 61!). Nella confusione in cui si giocava (pubblico più che nervosetto, grande agonismo in campo) fu il dottor La Noce a guidare la nostra riscossa, con una serie di pregevoli canestri, che ci portarono in parità; contro di lui fioccavano i falli e su uno di questi un nostro avversario ebbe da ridire. Leggiamo ancora una volta il referto: “un giocatore dell’Etrusca [segue il nome], già ammonito per proteste, al 20°, dopo che gli ho fischiato il 5° fallo, mi ha detto “Vai a fare in culo”. Pertanto ho attribuito un fallo tecnico”. Glaciale come un ghiacciolo il dottor La Noce, infilò quattro tiri liberi di seguito e così vincemmo di tre punti. Nel clima non proprio amichevole del fine partita  (urla, offese e insulti) l’arbitro (insomma il futuro ingegner Fusarpoli), che doveva far ritorno come noi a Pisa, chiese e ottenne un passaggio sul nostro pullman; non penso che nessuno del San Miniato si sia accorto di questo, perché altrimenti non so come sarebbe andata a finire. Insomma robe d’altri tempi. Beh, ci sentiamo per la Paganese.
 
Mentre finisco di scrivere apprendo che il Pisa ha incredibilmente perso 3 a 0 in casa col Viareggio e così siamo stati eliminati dalla Coppa Italia! Nessun commento, è meglio.
 

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24/2/2013 - 21:41

AUTORE:
Arbauz

Volevo ringraziare Cervetto per i suoi commenti

24/2/2013 - 18:57

AUTORE:
Cervetto

O Arbauz. Come vedi il tuo fedele Cervetto non si sottrae alle consuete due chiacchiere. Non sull'epica partita di pallacanestro (così il prof.Cervetto si ostina a chiamare il nobile sport, in odio al basso vernacolo perfido-albionese)che vide lealmente opposti i prodi riglionesi (Ceccarelli il dirigente...) ai terragnoli samminiatesi, ma sul Pisa. Sì, perché Cervetto ebbe la libertà -moglie e figlio a Lucca- di ascoltare la cronaca di Radio Bruno dell'ignobile partita: Pisa-Viareggio 0-3. E sul commento, caldo, come sempre, sanguigno e partecipe di mr.Pane. Caldo come un ghiacciolo della Kolima di febbraio: "la colpa è dei giocatori, non si prende un gol su tiro piazzato al 90°". E morta là, come avrebbe detto il grande Avedano Baccelli. Capito, o caro Arbauz? Tutti a casa. E' l'8 settembre, è la morte della Patria nerazzurra. Così, almeno la pensa il vecchio Cervetto.
Ave atque vale, Arbauz.
PS1: Perdona, o Arbauz, l'uso ripetuto del glorioso accusativo alla greca.
PS2: Perdona, o Arbauz, l'indifferenza di Cervetto per la pallacanestro. Correva l'anno 1969 e Cervetto si arrabattava sul cemento del noto piazzale, dietro al liceo, per raccattare qualche pallone. Cervetto non capiva un accidente di quel gioco arcano e, per darsi un contegno, apriva e chiudeva improbabili quanto onanisticamente inconcludenti girigogoli sul rettangolo di gioco. Passa una fanciulla, quella del suo cuore: "ma cosa fai, sei scemo?"